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Il mondo degli alpini è pro Schenetti presidente. Forse non del tutto

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Una notizia nella notizia. La condanna di Emilio Schenetti, presidente dell'Associazione nazionale alpini di Reggio Emilia, sta causando una vivace polemica sull'opportunità della sua avvenuta riconferma dell'importante associazione. Questi i fatti. Ad agosto presso l'abitazione di Emilio Schenetti un blitz dei carabinieri rinviene armi detenute illegalmente e il noto geologo viene arrestato, trascorrerà due giorni in cella. In seguito il prefetto Antonella De Miro revoca il permesso di detenzione d'armi al presidente che, intanto, si autosospende dalla guida dell'associazione (per altro attivissima nella gestione della protezione civile, intervenuta anche a soccorso dei terremotati). Nei giorni scorsi il processo: Schenetti patteggia una condanna a nove mesi di reclusione, pena sospesa per la condizionale. Ma, intanto, dal 17 febbraio 2013 Schenetti non è più autosospeso dalla carica di presidente degli alpini reggiani per volere quasi plebiscitario degli iscritti; l’assemblea dei delegati - pare anche dopo avere ascoltato l'intervento di un consigliere nazionale - ha  sancito da 71 voti favorevoli (uno contrario) la riconferma della presidenza dello stesso Schenetti sulla carica più alta delle nostre penne nere.

Come prevedibile, la cosa però sta destando clamore sia nel mondo alpino che non, come testimoniamo i commenti che giungono in queste ore alla nostra redazione.

A favore della conferma di Schenetti si schiera penna e cuore Lino Franzini, capogruppo degli alpini di Ramiseto, che, nel ricordare di avere votato a favore della riconferma di Schenetti, ci scrive: "Tutti noi, ad eccezione di uno, ha ritenuto che Emilio Schenetti non aveva violentato, rubato, non è un pedofilo, non ha stuprato, non ha commesso reati che possono infangare i valori dell’Alpinità, i grandi valori dell’uomo; ha fatto solo quella che è stata definita, con un termine milanese, una 'pirlata'; una pirlata che, pur grave, non intaccava la grande Alpinità e i grandi valori di Emilio Schenetti; e che per questo non poteva dimettersi. Mai come ora mi rendo conto che il male esiste; purtroppo è una realtà; il mio timore, ma forse è più di un timore, è che si voglia danneggiare l’immagine dell’Associazione alpini, la più bella associazione italiana, un’associazione che ha fatto del volontariato una delle sue principali prerogative. Proprio oggi, 9 marzo, la Protezione civile della Sezione alpini di Reggio Emilia si recherà a Bologna, insieme ad altre associazioni, a ricevere i ringraziamenti da parte del commissario nazionale Franco Gabrielli e del presidente Errani per gli aiuti portati ai paesi colpiti dal sisma del 20-29 maggio 2012. Per una 'pirlata' non potevamo accettare che uno dei migliori presidenti che abbiamo avuto a Reggio Emilia si dimettesse, conoscendo quanto bene ha fatto Emilio Schenetti alla nostra associazione e a tanti; basti pensare al suo grande impegno per dare una casa domotica all’alpino Luca Barisonzi, colpito in Afghanistan e ora su una sedia a rotelle per tutta la vita".

Dalle parole di Franzini, però, emerge anche un timore: "Sapevamo benissimo che con il nostro voto avremmo dato la possibilità a qualcuno di poter buttare fango addosso agli alpini; speravamo solo che non succedesse. Ma se qualcuno pensa di usare la 'pirlata' commessa dal presidente Schenetti per infangare l’immagine degli alpini si sbaglia di grosso; non sarà mai possibile infangare l’immagine di chi ha donato la propria vita per la libertà che oggi abbiamo (non quella di infangare), e che ora, in tempo di pace, dedica il suo tempo a portare soccorso a chi ha bisogno. Si sappia che le 'pietre' scagliate contro Emilio Schennetti non danneggeranno nè Emilio Schenetti nè gli alpini; non saranno queste pietre ad intaccare il nostro spirito di corpo, la nostra immagine e i nostri valori. Ad infangare gli alpini non è certo la 'pirlata' del presidente Schenetti, ma qualcuno estraneo agli alpini o che ha fatto il militare negli alpini, ma che non ha mai acquisito i grandi valori dell’Alpinità; essere alpino è tutt’altra cosa".

Di diverso avviso è Paolo Comastri, che già ricoprì ruoli importanti nell'Ana di Reggio, ma si firma semplice con la qualifica di 'Alpino' e afferma: "Contrariamente alle prime dichiarazioni di Emilio Schenetti, egli non si è dimesso - come è e peraltro sarebbe stato giusto e certamente non di meno doveroso - cosa che sarebbe pertanto rimasta in un ambito esclusivamente personale. Ma Schenetti si è autosospeso e di fatto tutti gli alpini sono stati coinvolti, loro malgrado, in una questione in cui non c’entrano assolutamente nulla. Come ha scritto il Sig. Francesco Bernazzali in una lettera pubblicata da tutti i quotidiani locali '…restando in carica non solo il dott. Schenetti dimostra di alimentare l’assurda ipotesi della propria innocenza e di volere alla fine rientrare a pieno titolo nel proprio ruolo ma, cosa ben più grave, di pretendere che tutta l’associazione partecipi a questa scelta'".

In merito all'assemblea, si chiede Comastri: "Perché si è voluto forzare la mano agli alpini convocando l’assemblea dei delegati prima che il tribunale si pronunciasse ufficialmente e formalmente sulla richiesta di patteggiamento? In considerazione del fatto che l’assemblea non era chiamata a nessuna elezione o rinnovo statutario di cariche, previste queste nel 2014, credo fosse molto più corretto attendere la sentenza e non trasformare quell’assemblea in una specie di stucchevole captatio benevolentia".

Rispetto a quella che Franzini definisce una "pirlata", "da mesi il dott. Schenetti, come riportato dai media, sosteneva di 'avere pagato' - prosegue Comastri - e quindi essere di nuovo 'a posto'; perché, allora, non ha mai prodotto le prove di quanto andava affermando?".

Non ultimo un aspetto disciplinare che potrebbe avere risvolti se un solo iscritto si attivasse per una mozione disciplinare affinchè sia rispettato il regolamento dell'Ana. Spiega, infatti, Comastri: Perché non solo il Consiglio sezionale di Reggio Emilia ma addirittura la sede nazionale hanno avallato questo coinvolgimento di tutta l’associazione in una vicenda, peraltro di rilevanza penale, comunque solo ed esclusivamente personale del dott. Schenetti? Che ha patteggiato per il reato ascrittogli una condanna a 9 (nove) mesi di reclusione! Il che significa che tale condanna 'patteggiata' rimane anche se con il beneficio della sospensione condizionale della pena e che nella fedina penale verrà menzionata con la dicitura pena sospesa; ma essa rimane trascritta. Ne deriva quindi che se nell’arco dei prossimi 5 anni il condannato, nel caso di specie il dott. Schenetti, non compie altri reati, la pena non verrà mai eseguita. Pertanto ne consegue che, absit iniuria verbis, la Sezione Ana di Reggio Emilia ha al suo vertice un presidente condannato per reati penali, che certamente, dati i tempi… possono anche essere considerati 'leggeri', ma sempre di rilevanza penale sono. Giova ricordare che a tale proposito lo statuto nazionale dell’Ana è chiarissimo nell’inequivocabile dettato degli articoli: 36, lett. d, che prevede che coloro che abbiano commesso violazioni penali (reati non colposi) passati in giudicato (come nel nostro caso) possano essere radiati; 37, bis lett. a, che prevede che le decisioni sulle azioni disciplinari a carico dei presidenti di sezione debbano essere prese dal comitato di presidenza nazionale; 37 ter, che prevede che qualsiasi associato può promuovere un’azione disciplinare. Tutta questa vicenda ha creato, che lo si voglia o no, un precedente; lo stesso metro utilizzato per il dott. Schenetti varrà da ora in poi per qualsiasi altro associato all’Ana? Le risposte a questi quesiti credo siano doverose non tanto allo scrivente ma a tutti gli alpini ed anche alla cosiddetta 'società civile', palesemente sbigottita e sconcertata non certamente da una questione ascrivibile ad una sfera squisitamente personale, ma dall’incomprensibile coinvolgimento dell’Ana nella vicenda".

Tra i commenti della società civile, quello di Carlo Possa (nella vita membro Cai, responsabile comunicazione Legacoop): "Dopo la condanna il presidente dell’Ana provinciale è ancora al suo posto, votato plebiscitariamente dall’assemblea. Non ho fatto l’alpino, ma avrei voluto farlo (mi hanno mandato al Genio); dico con dolore, da grande estimatore degli alpini (e uno dei ricordi più vivi che ho è la Festa degli Alpini a Reggio) e da amante della montagna, che gli alpini di Reggio da oggi mi sono un po’ meno simpatici".

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11 COMMENTS

  1. Ero convinto che il Presidente degli Alpini fosse il Presidente di tutti gli Alpini e non il Presidente eletto del partito avversario; che lo si attacca e lo si infanga come si vede in politica. Da quanto è stato riportato sui mass media, Schenetti ha ricevuto la riconferma del 99% degli Alpini reggiani votanti (71 su 72); credo che nessun altro Presidente abbia mai ottenuto questo gradimento. Una cosa sembra certa, chi sta infangando l’immagine degli Alpini reggiani perchè lo fa?; cosa si nasconde dietro questo accanimento?; chi fa questo si rende conto in quale situazione di disagio sta mettendo tutti gli Alpini Reggiani?; pensa a quanta sofferenza sta provocando a tutti gli Alpini che hanno detto sì al loro presidente? Mi auguro che questa telenovela abbia fine, per il bene che voglio a tanti alpini che conosco e che non meritano assolutamente questo.

    (Davide, un amico degli Alpini)

    • Firma - Davide
  2. A mio avviso credo che questa vicenda sia stata ingigantita e sia effettivamente il momento di smettere di buttare benzina sul fuoco. Vorrei solo capire come i lorsignori che parlano male del dott. Schenetti lo vedano: come un criminale intento in una rapina a mano armata o un organizzatore di assalti ad un porta valori!?! Credo che i delinquenti non siano proprio questi, tutt’altro! Secondo me stiamo esagerando, il possesso di queste armi è a mio avviso per pura passione personale. Non discutiamo sulla leggerezza e sull’errore di non averle denunciate e di questo ne pagherà le conseguenze, però sono convinto che oltre alla passione personale il tutto si limiti a quello, non stiamo parlando di un contrabbandiere internazionale di armi. Quindi secondo me cerchiamo di buttare sabbia sul fuoco, non altra benzina.

    (Luca)

    • Firma - Luca
  3. Anch’io sono amica degli Alpini da molti anni, conosco la loro storia gloriosa in guerra e in pace, ho partecipato a moltissime adunate che significavano un bagno nell’amor di Patria, ho sempre seguito le “imprese” di pace che hanno visto gli Alpini sempre in prima linea in ogni tragedia che ha travolto luoghi italiani o esteri. Ho seguito anche la costruzione della casa per Luca Barisonzi – paralizzato nella missione di pace in Afghanistan – e sono informata su quanto sia sempre stato l’impegno del dottor Schenetti. Una validissima persona che, ahimè, ha commesso un reato ed è stato condannato – patteggiando – a nove mesi. Si dimetta, dottore, e riavrà la stima di tutti gli Alpini e non, taciterà le diverse voci che nell’associazione si sono levate pro e contro, farà un gesto di grande responsabilità cui non siamo più abituati in Italia ed, essendo lei una persona degna, si sentirà anche meglio: nessuno la vuole infangare, l’errore c’è stato e, dimettendosi, Lei dimostrerà di avere davvero un’Anima Alpina.

    (Paola Agostini)

    • Firma - PAOLAAGOSTINI
  4. A mio modesto avviso, per un avvenimento così importante non dovevano decidere solamente 72 persone, di cui 71 favorevoli. Gli Alpini sono tutti coloro i quali sono iscritti e hanno fatto il militare con decoro, sudore, marce, guardie, poche licenze per mancanza di soldi, ma il cappello sacro non va profanato in alcun modo, specialmente da chi ci vuol rappresentare a livello nazionale dirigenziale; meditate voi che avete dato all’unanimità questa sentenza.

    (Eros, un artigliere da montagna congedato settembre 1972 con onore e semplicità)

    • Firma - erostamburini
  5. Discutere di una condanna a nove mesi non è infangare il nome dell’Associazione alpini, ma è un dovere civico, ancor prima che morale.

    Dire che chi ha condanne penali per reati non debba guidare un’associazione di volontari (notoriamente disarmata) vuol dire volere bene agli alpini.

    Definire una condanna a nove mesi per possesso di armi da guerra funzionanti (che non sono propriamente fiori) come una “pirlata” se non anche una leggerezza è una affermazione che si commenta da sola.

    Chi getta veramente fango sugli Alpini è chi, invece, sostiene che si possa essere condannati per un reato e, poi, guidare gli stessi Alpini come se nulla fosse.

    (Fulminant La Penna)

  6. Torniamo al discorso delle elezioni politiche dove si paventava la “pseudo-vittoria” di Berlusconi. Non è la sua “vittoria” bensì di chi lo ha votato. Ebbene se 71 su 72 hanno ritenuto di riconfermare la sua presidenza così sia. Mah… Siccome io di associazione sono presidente un consiglio “col cuore” al signor Schenetti: si dimetta! Faccia vedere pure lei l’attaccamento che ha agli Alpini e non si ostini a voler prestare il nome ad una carica per la quale l’onta di questa vicenda la porterà sempre a recare dubbi e sospetti futuri.

    (Aurelio Corsini, un Amico degli Alpini)

    • Firma - UnAmicodegliAlpini-AurelioCorsini
  7. So di sbagliare scrivendo questo commento, perchè parlandone temo di fare il gioco di qualcuno, ma amando gli alpini voglio dire che a decidere se il loro Presidente si deve dimettere dovrebbe competere a loro.
    Se non sbaglio gli alpini, al 99%, hanno detto che il loro Presidente deve restare e che quei 71 alpini che hanno votato e voluto che Schenetti resti rappresentano il 99% degli alpini reggiani (delegati e i capi gruppo), e dopo questo plebiscito perché qualcuno chiede a Schenetti di dimettersi?, mi sembra ridicolo; si dovrebbe dimettere per fare un favore a chi lo sta attaccando e andare contro il volere dei suoi alpini? A me sembra chiaro che la guerra contro il Presidente degli alpini sia una guerra privata; mi auguro che non ci siano interessi privati a volere queste dimissioni ad ogni costo, ma temo che solo questo giustifichi questo accanimento, visto che quanto commesso da Schenetti, pur grave, non meriti questo; fatti ben più gravi di quelli commessi dal dott. Schenetti meriterebbero le prime pagine dei giornali. Il problema è che a rimetterci è l’immagine degli alpini reggiani che non hanno nessuna colpa, hanno solo chiesto al loro Presidente di restare perché hanno valutato che lo merita, e a giudicarlo credo che competa agli alpini e non a chi ne vuole le dimissioni ad ogni costo, per quale motivo?; dovrei pensare che sia l’errore commesso da Schenetti?; non credo e non lo crederò mai; chissà se un giorno scoprirò di avere ragione. Alpini reggiani, permettetemi un consiglio; se Schenetti merita la vostra fiducia tenetelo stretto per anni e anni, gente che fa del bene ce n’è poca e sempre meno e gli alpini lo fanno, ma a volte, si sa. che anche facendo del bene si da fastidio a qualcuno.

    (Sergio)

    • Firma - Sergio
  8. Io credo che ci sia poco da scandalizzarsi, questa storia riflette gli ultimi 20 anni di storia di questo malconcio Paese, dove si contano sulle dita di una mano le persone che hanno avuto la decenza di lasciare le loro cariche dopo condanne o indagini! Quindi è quasi inutile chiedere passi indietro o altro, tanto non saranno sicuramente fatti…

    (Mauro Pigozzi)

    • Firma - MauroPigozzi
  9. Ho seguito la vicenda sin dall’inizio, se é pur vero che il comportamneto tenuto dal presidente é assolutamente deprecabile e giustamente oggetto di censura, cosa che la Magistratura preposta ha giustamente valutato, mi permetto di osservare che sul tema si stanno esibendo persone che nulla hanno a che fare con l’Associazione della quale sono orgoglioso di far parte da anni e per la quale mi adopero come tutti gli altri. La vicenda é un fatto esclusivamente del cittadino coinvolto e non coinvolge gli alpini i quali, nonostante il malessere che ovviamente si é creato, non per il Presidente che é stato riconfermato nel pieno rispetto delle norme statutarie dell’ANA, ma per il fatto che molta gente solo ora si accorge che esiste l’Associazione e coglie l’attimo per dire,, non sempre a ragione la propria parola anche nascondendosi dietro nomi fittizi. Io invito queste persone a farsi avanti ed a collaborare con l’Associazione, a conoscere l’ambiente, le persone, la loro disponbilità sempre manifestata in ogni occasione ove necessitasse l’impegno a far qualcosa gratuitamente, sia in caso di calamità, ma anche di solo supporto ad eventi culturali, sportivi ecc… che in mancanza non si potrebbero tenere. Invece di valutare superficialmente la posizione dell’Associazione e degli alpini per un fatto che riguarda il presidente forse sarebbe meglio prendere in considerazione altri aspetti. Qualcuno getta benzina sul fuoco continuamente, dica chiaramente, qualificandosi con il vero nome, quali siano i suoi obiettivi e, se ha titolo di far parte dell’Associazione, si faccia avanti e porti il suo contributo senza fare dietrologie o disfattismo. Ma se così non é vada a fare le pulci alla bocciofila di vattelapesca. Per concludere il cittadino Schenetti ha fatto una cosa deprecabile ma restando al suo posto avrà occasione di riscattarsi nei fatti, una seconda chance deve essere concessa a tutti, le condanne moralistiche ed escludenti non mi sono mai piaciute e, come ha detto il nuovo Papa Francesco, non cerchiamo le 99 pecore del nostro gregge ma cerchiamo di reintegrare l’unica che ne é uscita operando affinché questa ne continui a farne parte a pieno titolo.

    (Ettore)

    • Firma - ettore
  10. Vorrei far notare a “Ettore” che, prima di accusare chi si nasconde dietro “nomi fittizi”, se lui ha le prove di ciò le renda pubbliche, inizi lui a firmarsi con nome e cognome. Per quanto poi attiene al pieno rispetto delle norme statutarie, non so a quale statuto egli si riferisce; quello dell’Associazione Nazionale Alpini nel dettato dell’articolo 36 è chiarissimo. A meno che non si voglia negare l’evidenza. Nel dispositivo della sentenza si parla di “pena sospesa”; se conosco l’italiano significa che la condanna, seppur patteggiata, non è stata tolta. Ma poi, al di là di capziose interpretazioni, credo rimanga incancellabile il dato morale; Emilio Schenetti si doveva dimettere da presidente e solo con quel gesto ne sarebbe uscito a testa alta invece di arrotolarsi, lui e purtroppo l’Associazione, in una penosissima vicenda che ci squalifica tutti, anche “Ettore”, nonostante pare non voglia pervicacemente rendersene conto. Ritengo che ci sia un aspetto morale calpestato e bistrattato da comportamenti ed atteggiamenti inaccettabili.

    (Paolo Comastri)

    • Firma - PaoloComastri
  11. Mi meraviglio che il signor Comastri finga di non conoscere l’Ettore che si é firmato solo col nome proprio, posto che di Ettore iscritto all’Ana di Reggio penso ne conosca solo uno. Vorrei precisare che non sono tenuto a rendere manifeste le mie prove, di qualsiasi genere siano, sulla fittizietà dei nomi utlizzati nelle varie esternazioni, il cui contenuto evidenziavano elementi che solo chi é addentro alle strutture della associazione conosce e i nominativi utilizzati non risultano in alcun elenco di iscritto. Comunque sono

    (Ettore Benassi)

    • Firma - ettorebenassi