Home Economia Quella parte “soft” dell’Appennino. Una forza turistica ed economica da cui ripartire

Quella parte “soft” dell’Appennino. Una forza turistica ed economica da cui ripartire

5
0

 Si parla anche di nuovi sbocchi economici ed occupazionali, insieme ad un incremento delle produzioni tipiche e al sogno di una  loro offerta sempre più “sostenibile”. Sono alcuni punti chiave del nuovo progetto del Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano, “Softeconomy nelle aree protette dell’Appennino emiliano”, un piano che guarda innanzitutto allo sviluppo e alla crescita dell’ambito produttivo-agricolo e ricettivo-turistico concentrato nei territori comunali  delle aree di Rete 2000 nelle province di Reggio Emilia, Parma, Modena e Bologna. Territori differenziati, ma contigui ed accomunati dalla presenza di aree protette, come il parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano ed alcuni parchi regionali, che rappresentano un patrimonio naturale, culturale ed economico bisognoso di una promozione mirata, ma altresì di progetti comuni.

“Prima finalità di ‘Softeconomy’-, spiega Luciano Correggi, presidente del Gal – è valorizzare quei soggetti socio-economici che operano nei comuni emiliani interessati da aree di pregio ambientale,  che operano nella loro attività di produzione agroalimentare con criteri di sostenibilità ambientale  e si integrano con gli operatori del turismo rurale, per una vendita di produzioni agroalimentari di qualità unitamente all’offerta di una vacanza di scoperta di sapori a chilometro zero in ambienti incontaminati.”. Correggi fa poi perno sulla specificità di una offerta i questo tipo, sostenendone il valore aggiunto: quello di potere rivolgersi ad un consumatore di nicchia, attento e sempre più curioso e interessato alla qualità ambientale. Segmento di mercato oggi sempre più frequente e già sufficientemente diffuso in termini di potenziale di acquisto per i numeri delle “produzioni soft” di questi territori.

In concreto, tre le azioni strategiche insite al progetto: la qualificazione, il supporto e la valorizzazione degli operatori economici che realizzano prodotti e servizi di elevata qualità ambientale e che esprimono coerenza con la mission di sostenibilità delle aree protette del proprio territorio; la valorizzazione dell’offerta economica complessiva delle aree coinvolte nel progetto; infine, la promozione delle aziende agro-alimentari e turistiche che aderiscono al progetto. Questo con il rilancio di prodotti semplici, ma peculiari e identitari del nostro territorio, ma anche attraverso la realizzazione di pacchetti turistici specializzati nel valorizzare il connubio tra le peculiarità naturalistiche e paesaggistiche delle aree protette dell’Appennino e le produzioni agroalimentari tipiche. Una sorta di pacchetti turistici a chilometro zero.

Interviene Gualtiero Lutti, direttore dell’agenzia: “Supporteremo le aziende qualificate nella identificazione dei loro prodotti distintivi, con una preferenza verso le aziende del territorio emiliano e seguendo sempre l’idea di sinergia, che metta in relazione più imprese e crei un forte tessuto connettivo di prodotti soft. Ci soffermeremo soprattutto sulle produzioni tipiche e sulla stretta relazione che, in molti casi, queste hanno con la qualità ambientale del territorio e la tutela della biodiversità”. Un incontro, quindi, e una collaborazione tra il mondo rurale - agricolo, gli operatori socio-economici del territorio (Pmi alimentari, turismo, commercio, servizi, formazione e così via) e le istituzioni di tutela e conservazione della natura, sia all’interno di ambiti territoriali già consolidati, sia promuovendo cooperazione tra gli operatori dei diversi territori coinvolti. In questo modo, si potranno anche porre le basi per durativi e nuovi sbocchi economici ed occupazionali, sempre nell’ambito di un circuito complessivo di mercati dei prodotti delle aree protette di Appennino.

“Softeconomy” è un progetto che guarda fortemente al concetto di sinergia. Spalla dell’agenzia del Frignano sono infatti il Gal Soprip di Parma e il Gal Appennino Bolognese, insieme al Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e gli Assessorati all’ambiente di Modena e Reggio Emilia.

“Sarebbe apparso anacronistico ed inefficace pensare ad uno sviluppo socio-economico per il territorio di un singolo Gal, se non in stretta correlazione con gli enti ed i territori che lo circondano e che insieme costituiscono un’area ad elevata potenzialità nei settori della soft economy, delle produzioni tipiche e del turismo rurale ed ambientale”, conclude Luciano Correggi.