La vicenda del canile comprensoriale di cui l'Appennino reggiano, che coi suoi quasi 1000 kmq di territorio non si è dimostrato abbastanza esteso per trovargli un posto, suscita comprensibili prese di posizione critiche. Pubblichiamo quella che ci ha inviato Marina Cervi, di Aiut Appennin Emilia-Romagna ricerca e soccorso.
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Non è con gioia, né per critica politica che faccio queste considerazioni, piuttosto con dolore, rammarico e profonda delusione.
Faccio parte dell’associazione che dal 2002 si occupa, per conto di 11 comuni della comunità montana, del servizio di recupero dei cani vaganti. Nei primi sei anni abbiamo gestito il canile, struttura ubicata nel comune di Villa, rilevata dopo dieci anni di nefasta gestione privata costata all’amministrazione fior di quattrini ed ai cani indicibili sofferenze. Basti dire che tutte le femmine erano mescolate ai maschi, non sterilizzate, costrette a partorire nei branchi dei box e, nonostante questo, uno dei problemi maggiori del gestore era la popolazione in costante calo!! Basti dire che fino al 2008 la Comunità montana ha pagato un affitto mensile di 3000 euro per una struttura fatiscente bisognosa di continua e cospicua manutenzione a sue spese.
Chiusa la struttura alla fine del 2008, perchè ormai al collasso (box cadenti, sistema fognario inefficiente e tetto d’amia$nto), siamo rimasti con l’idea di continuare a vigilare sul benessere animale nei canili convenzionati e a promuovere le adozioni. Abbiamo gestito più di mille cani, diverse centinaia sono stati adottati. Sui cani recuperati sono stati effettuati molti interventi a nostro carico, con le offerte che generose ci vengono date in chi crede in noi: cani tenuti in stallo fino all’adozione o alla restituzione, cucciolate allattate, interventi di prima assistenza e cura. Abbiamo creato una rete che mettesse in contatto chi era disponibile ad adottare un cane, con gli animali, portando spesso in zona quelli ricoverati lontano.
E in questi dieci anni abbiamo visto molto spesso negli amministratori indifferenza e incompetenza.
Si piange sui soldi da investire in questo servizio, ma non è stata fatta in tutti questi anni nessuna iniziativa per limitare il randagismo: nessuna campagna di sterilizzazione, pochissimi controlli, nessun incentivo all’uso del microchip, che qua da noi è ancora un optional e che limiterebbe moltissimo i ricoveri in canile.
In dieci anni non si è trovato il modo, su tutto il territorio montano, di arrivare ad una soluzione locale al problema, con l’opportunità di un finanziamento regionale più volte messo a rischio per il procrastinarsi inconcludente di un fantomatico progetto.
È falso affermare che i soldi risparmiati sul canile serviranno per altri servizi. Gli amministratori sanno bene che il finanziamento sarà perduto, tornerà in Regione.
Si dice che il canile è un costo, ma non si dice che è più alto se anziché avere una struttura vicina, che permette un giro maggiore di adozioni, ed un recupero veloce dei cani di proprietà, si usufruisce di strutture lontane, con costi per il trasporto, con animali poco visibili alle adozioni.
O si vuole risolvere il problema eliminando le catture? E in questo caso, dove finiscono i cani vaganti? Ogni anno noi recuperiamo più di 50 cani randagi. Non ho nessun rispetto per la posizione di quel politico che (giustamente senza il coraggio di dare un nome alle sue affermazioni) prende come esempio l’Ucraina, dove ai cani si spara. L’Ucraina é un Paese che sta attraversando un brutto momento di inciviltà: non tutela i suoi cani, come non é in grado di tutelare la sue fasce deboli, i suoi poveri ed i suoi bambini. Spero che noi non arriveremo mai a quel punto. E ricordo che Gandhi, di cui non si discuterà l’amore per gli uomini, diceva che il grado di civiltà di un popolo si misura da come tratta i suoi animali.
Dagli amministratori non pretendo una passione animalista, ma un efficiente rispetto della legge: c’è una normativa sul benessere animale che non si può ignorare, che non è possibile ignorare. Così come non si può più ignorare il fatto che non si permetterà lo sperpero pubblico e il guadagno privato sulla pelle degli animali in spregio della legge.
Condivido in pieno quanto scritto da Marina. Le leggi ci sono e occorre rispettarle. Il benessere animale è un valore che la nostra società ha raggiunto che riguarda anche il benessere e misura il senso di civiltà delle persone, di tutte, non solo degli amanti degli animali. Circa tre anni fa fui contattata dalla Comunità montana per un appezzamento di terreno in comune di Castelnovo ne’ Monti. Ci fu un veloce e sbrigativo sopralluogo e poi non ne seppi più nulla. Terreni in Appennino ce ne sono, ma qui è mancata la volontà politica di realizzare la struttura.
(Cleonice Pignedoli)
E’ una vergogna per tutta la montagna! Sicuramente mi ricorderò di questo alla prossime elezioni comunali.
(Alex)
Il titolo “amministratori indifferenti incompetenti” ci sta solo in parte. Quelli del Comune di Ramiseto al contrario hanno fatto di tutto per favorirne la creazione nel proprio territorio nei limiti dei propri poteri, sia con atti municipali trovando l’unanimità Consiglio comunale sia nella inarrestabile ricerca di siti alternativi, per non perdere l’occasione di compiere un gesto di civiltà nonchè di lavoro nel territorio. E c’è pure da dire gli amministratori Ramiseto altresì si sono dati da fare senza posa per cercarne di alternativi e anche con ipotesi sulle quali non si erano formati dei comitati contrari. Ma quando manca la volontà, la sensibilità e la maturità ecco che vengono scritte queste brutte pagine di storia della montagna, che invece ne ha di così belle. Se fosse dipeso dal Consiglio comunale di Ramiseto è in atti che il canile sarebbe stato fatto, purtroppo non sono stati tenuti in decisiva considerazione sia il benessere animale sia il consiglio comunale di questo paese. Peccato! Vedremo che miglior destino avranno questi soldi, già erosi da inutili spese tecniche preliminari.
(Marco)
Appunto… proprio le spese tecniche preliminari… se i saggi amministratori volessero fornirne il rendiconto, i cittadini della montagna apprezzerebbero conoscere come sono stati spesi quei denari pubblici, senza aver risolto un solo millesimo del problema sanitario…
(Rossella Ognibene)
Sarebbe bello e trasparente sapere quanti si è speso per il “non” fare il canile…. I tecnici che hanno preparato molteplici progetti, i terreni che sono stati acquistati (mi sembra di ricordare alla Croce, forse neppure rogitato), comunque soldi che sono stati buttati nel bidone. E come dicono a Striscia….. “e io pago!”.
(Benny)
Condivido quanto scritto dalla signora Cervi e dalla signora Pignedoli; penso che i nostri amministratori non avevano la volontà di fare il canile; mi rifiuto di pensare che in un’area così vasta non esistesse un luogo idoneo. In una società che si definisce civile gli animali vanno rispettati ed accuditi.
(G. Vigani)
Sono d’accordo che il canile si dovesse fare ,per vari motivi, per il territorio così vasto, per eliminare il randagismo per il bene degli animali soprattutto!! E si potrebbe continuare.. Ma ripeterei i commenti di chi è favorevole al canile. Non mi trova però assolutamente d’accordo nel criticare come incompetenti e soprattutto indifferenti gli amministratori, che, mi creda, in questi anni si sono battuti per avere il canile nel territorio della CM, e se volessimo ripercorrere l’iter fatto e tutti i vari comitati e le voci contrarie che ogni volta hanno di fatto bloccato la realizzazione del canile, ecco, si lamenti di questo ma non di chi ha fatto il proprio dovere!!!
(Loredana)
Loredana, quindi se gli amministratori hanno fatto il loro dovere: pace e bene? Ottimo, penso che a ‘sto punto chiunque sia in grado di amministrare. Ma in realtà chi decide di amministrare è chiamato a pedalare anche in salita e anche per molto tempo se questo si dovesse rendere necessario. Il canile è una struttura prevista per legge, il fatto che ancora non sia stato fatto e forse mai si farà è conseguenza del giochetto del rimpallo tra un comune e l’altro. Altro che impegno da spezzare la schiena. È solo mancata la volontà politica e pratica.
(Andrea Ganapini)
La cosa vergognosa è che riguardo il canile, non c’è stata volontà né da parte degli amministratori per realizzarlo concretamente, né per molti residenti di accettarlo, neanche fosse una centrale atomica. In compenso il progetto Quagliodromo continua passo dopo passo a concretizzarsi, nell’indifferenza più totale. Tralasciando gli obblighi di legge riguardo il canile, mi viene da chiedere: salvare i cani non va bene, sparare alle quaglie per puro divertimento sì?
(Jarno Dall’Asta)
Se i nostri amministratori ed i nostri politici fossero veramente attenti di più ai problemi della nostra montagna e non solo alla loro diaria, avrebbero potuto individuare uno spazio adatto alla costruzione di un canile. Con tutte le cooperative agricole che negli anni passati sono fallite, lasciando stalloni e capannoni vuoti, possibile che non riescano a trovarne uno adatto per alloggiarvi dei cani? Con i dovuti lavori di risistemazione atti ad ospitare cani, senza bisogno di spese faraoniche, in tempi di ristrettezze economiche come quelli in cui viviamo, vedi ad esempio i capannoni della cooperativa di Costabona in comune di Villaminozzo lontano da qualsiasi centro abitato, immerso in mezzo ad un folto bosco, che attutirebbe anche i cosiddetti rumori, derivanti dai probabili latrati dei suddetti animali, ma forse essendo così nascosto non darebbe la dovuta pubblicità ai politici di turno, quindi per questo disatteso, non vorrei essere maligno ma, come diceva un vecchio marpione della politica, pensare male è peccato ma quasi sempre ci si prende. Saluti.
(Beppe Bonicelli)
Leggendo i fatti mi sono vergognata di essere residente nella zona. Una comunità montana come la nostra, con tanto spazio a disposizione, non è ancora stata in grado di trovare un accordo. Ormai sono passati vari anni da quando è iniziata la disputa. Non si fa nulla contro chi abbandona i cani e non si fa niente per aiutare tutte quelle povere creature abbandonate. Ma, se ci fosse stato da costruire un nuovo parcheggio sicuramente l’accordo l’avrebbero già trovato. Indignata.
(Caterina)
Come sempre la superbia della politica si è scontrata con la diffidenza della gente….poca informazione…poca considerazione e tanta superficialità da entrambe le parti e da come sono andate le cose sembra proprio che questo canile “non s’avesse da fare” . La poca volontà di volerlo, è dimostrata sia da parte degli amministratori, come da alcuni montanari che si sono opposti all’esecuzione dell’opera. Sicuramente questo del canile era un progetto nato male…si trattava di un milione di euro per una struttura per 32 cani e la cosa sinceramente era assurda; considerando bene tutto però, con un investimento maggiore, si poteva disporre di una struttura più grande adatta ad accogliere tutti i cani del comprensorio. Per questi animali, i comuni assieme, pagano una cifra che si aggira sui 200.000 euro annui, quindi in cinque anni si sarebbe rientrati del milione di euro investito e ci si trovava con una struttura efficiente che oltre a dare un servizio avrebbe creato un minimo di occupazione, cosa che di questi tempi non era sgradita e avremmo dato un’immagine meno deludente della nostra montagna. Che non ci fosse volontà politica lo dimostra l’opposizione fatta all’ultimo progetto presentato….visto che i cittadini non protestavano, solertemente si sono opposti alcuni sindaci….la signora Montemerli, a cui non sono mai interessate le inalazioni a cui ha sottoposto parte di Toanesi e Carpinetani con la discarica stavolta si è dimostrata sensibile ai latrati che, dalla parte opposta del fiume potrebbero disturbare la pace dei suoi concittadini che abitano nelle vicinanze di Fora….mah ?! Altri sindaci invece hanno contestato la destinazione d’uso industriale dei terreni in oggetto….ehhh……con tutte le richieste che ci sono per costruire industrie in montagna hanno pensato bene che invece dell’uovo di oggi è sicuramente meglio la gallina di domani…. o dopodomani ….o di chissà quando…. E così continuiamo a portare i cani in pianura pagandone servizio e trasporti. Sono consigliere di opposizione in Comunità Montana, in questa sede contesto spesso questo ente inutile e moribondo e, osservando la lungimiranza e le capacità progettuali e politiche dimostrate anche in questa vicenda, penso proprio che questo accanimento terapeutico regionale per tenerlo in vita sia da interrompere….peccato però che gli stessi amministratori presenti là ce li ritroviamo poi nei nostri comuni montani….si…ci sono tutti …. tutti presenti al capezzale di una montagna che muore.
(Antonio Manini)
“Possiamo giudicare il cuore di un uomo dal modo in cui tratta gli animali” (Emanuel Kant).
(Sara)