L'ultimo ad averne parlato era stato il sindaco di Ramiseto, Martino Dolci in un incontro pubblico: aveva manifestato il proprio rammarico per la vicenda del canile. E la propria disponibilità a ospitare ancora - caduta l'ipotesi Canova - sul territorio comunale quel canile che, in Appennino, ora non c'è più.
Ora, con un'intervista a un quotidiano, la presidente della Comunità Montana annuncia la fine dell'ipotesi canile, per la costruzione del quale già dal 2006 era stanziato un finanziamento da 180 mila euro in scadenza a fine maggio. Il canile non si farà né ora né, forse, mai. E, non senza retorica, nel senso originale del termine, si tira in ballo la crisi, che, a dire del vero, già si vedeva dalle parti del 2007. Ma tant'è.
La rinuncia definitiva al progetto del canile della montagna, per la precisione, è stata decisa dalla Conferenza dei Sindaci. In questo modo si potrà utilizzare il finanziamento per altri scopi prima che questo possa scadere. La Comunità montana era delegata dai Comuni per la realizzazione del canile fin dal 2006 gestendo un finanziamento regionale di 180.000 euro che, con integrazioni successive, ha raggiunto la somma di un milione.
Ma, come abbiamo documentato in questi anni, compreso un avventato annuncio sulla realizzazione dello stesso canile nel ramisetano, alle varie proposte sono sempre seguite le bocciature, ora politiche, ora per le proteste degli abitanti delle diverse zone. Da Villa Minozzo, si erano studiate soluzioni a Carpineti, Croce di Castelnovo Monti, Borella di Casina, Vetto, Pianelli di Canova, Gazzolo di Ramiseto e, in ultimo, Fora di Cavola (anche se qui non ne avevamo dato notizia e, nemmeno, sappiamo i motivi che hanno escluso questa area dove esistevano pertinenze della Comunità Montana stessa). In tutta la montagna non è stato possibile individuare un'area di poche centinaia di metri in cui erigere il canile. Pare una notizia da Striscia, ma così non è.
Quella del canile è stata ieri definita dalla presidente Sara Garofani "Una impresa impossibile. A maggio avrebbero dovuto partire i lavori mentre siamo ancora qui alla ricerca del sito, dopo aver girato tutta la montagna incontrando ogni volta dissenso e proteste della gente. Nella prossima Conferenza dei Sindaci verrà deciso come utilizzare al meglio il finanziamento ripartendolo su altri progetti utili alla montagna".
Poi la presidente ha aggiunto un passaggio della presidente che, secondo le associazioni ambientaliste, "non rende giustizia a chi credeva nella costruzione del canile come segno di civiltà, come soluzione parziale al problema del randagismo, come stimolo al mondo del volontariato e delle adozioni canine e, in termini economici, un abbattimento dei costi per tutti i Comuni della montagna che spendo cifre molto elevate per il mantenimento dei cani catturati in loco e trasferiti ora nella bassa, ora nel milanese".
"E’ giusto pensare alla sistemazione dei cani, però prima vengono le persone e oggi di famiglie da sistemare ne abbiamo parecchie - ha spiegato la Garofani - . Va ripensato l’utilizzo di quei pochi soldi di cui l’ente pubblico dispone. In questo periodi di grave crisi non si possono bloccare risorse disponibili di fronte alla grande necessità di lavoro che, in montagna, si avverte più che altrove. Ci vuole anche il coraggio di cambiare le scelte. I cani randagi continueremo a portarli nelle strutture della Bassa come abbiamo fatto finora. Il costo giornaliero per ogni singolo animale ospitato varia da 2,2 a 2,4 euro più l’iva. Per fortuna in questo periodo la presenza dei nostri cani nelle strutture di Reggio e Castelnuovo Sotto è scesa da 200 a 160 capi circa".
Fuori intervista e senza la possibilità di rivelarne il nome un amministratore spiega a Redacon: "Con la crisi che c'è, per i cani sarebbe più opportuno trovare la soluzione trovata recentemente in Ucraina - dove prima degli ultimi Europeii di calcio i cani sono stati ammazzati per strada o catturati e poi eliminati ndr -. Ma questo non lo posso dire se no mi fanno fuori a mia volta".
Trovo davvero vergognoso tutto ciò. Chi non ama gli animali non ama nemmeno le persone.
(Marta)
Hai racchiuso in una sola frase tutto quello che si poteva dire sull’argomento! Commento azzeccatissimo!
(Marco)
Un proverbio antico dei nostri contadini dice: ” Il brodo lungo è di zucca”. Troppo tempo si è sprecato in chiacchiere inutili per il canile e mai si è passati all’azione. Se dovessoro remunerare con soldoni tutte le ore passate in chiacchiere per questo benedetto canile, ci sarebbe da dire “e mo chi paga?”. Restiamo sconcertati, anche questa volta troppe chiacchiere hanno lievitato chiacchiere.
(Bruno Tozzi – capogruppo PDL Comunità Montana)
Complimenti per la bella figura da trogloditi mangiaradici che stanno facendo gli abitanti della montagna in tutti questi anni: “No! Non nel mio! ke a cmand mè ke l’è mio e as fa col ka degh mè”… Ed hanno lasciato marcire il territorio mandato a farsi friggere le risorse che c’erano (vedi Febbio…) per poi andare a piangere miseria in comune o al Parco per le ragioni più meschine. Abitare e vivere lì è dura, lo so, nonc’e ‘bisogn che qualche predicatore illuminato me lo venga a dire, ma ci vuole anche un po di “maruga” per cambiare le cose, fare progredire tutto il territorio ed evitare che se ne vadano via tutti a lavorare in ceramica… Invece pare che più gente se ne va via, più i pochi pseudolatifondisti del “qui è tutto mio” siano contenti e pensino di arricchirsi con terreni da lasciare marcire, appunto… Ed ora come ciliegina sulla torta questa storia del canile che non si fa più, per colpa dei soldi, dicono; in verità secondo me per non scontentare qualche montanaro che fa la voce grossa. Tanto per capire, se era stato individuato il sito della Fora di Cavola che è già piena di ceramiche, c’era qualche problema a farlo lì? A chi dava fastidio, ai turnisti che lavorano ai forni? Bel colpo, ragazzi! Saprò cosa pensare quando leggerò di schiere di mendicanti che vanno a chiedere l’elemosina perche un cinghiale gli ha mangiato il rosmarino!
(montorsi.e)
Quoto in pieno questo commento. Trovo inoltre patetico che questi mangiabrina in piena campagna elettorale per le imminenti elezioni politiche, e soprattutto le prossime amministrative, giustifichino questa bella trovata di destinare i fondi regionali stanziati per il canile con altri progetti “utili alla montagna”. E in regione cosa dicono? Amministrazione creativa?
(Jarno Dall’Asta)
Che amarezza… una buona occasione sprecata.
(Marianna)
N.B. – Il sindaco di Ramiseto è Martino Dolci e non Domenico come scritto erroneamente sopra!!
NOTA DELLA REDAZIONE: Refuso corretto, grazie
Sì, è vero, ora c’è la crisi ma anni fa quando è iniziata questa storia assurda ancora non c`era questo problema…. E’ evidente che si è perso tempo! Vorrei sapere qual è la scusa dei nostri amministratori per non aver fatto quello che dovevano fare.. quando era ora!!!!! ….E poi anche far presente che a Carpineti, per esempio, nessuno ha interpellato la cittadinanza in merito…..
(Giulia Franchini)
Vorrei rammentare ai signori sindaci che il realizzare il canile sanitario è un obbligo di legge, che risale al 1954… Davvero molti decenni persi per ottenere niente… Sappiate che il canile è un presidio per la tutela sanitaria del territorio, come sanno molto bene in Veneto dove la rabbia ha già preso consistenza… Ma tanto è inutile parlare con chi non vuole capire.
(Rossella Ognibene)
Mi risulta ci potesse essere una soluzione a Reggio acquistando un canile già esistente ed in vendita. E’ vero tutto ciò?
(Enrico Bini)
Dottor Bini, è vero quel che lei afferma… A Reggio c’era una struttura in vendita, più volte indicata agli amministratori…. Il NIENTE DI FATTO è la specialità che meglio riesce in questo paese.
(Rossella Ognibene)
Un’impresa impossibile? Ogni volta dissenso e proteste da parte della gente? Non mi risulta che dopo l’ultima proposta da parte del sindaco di Toano di fare il canile a Fora di Cavola i cittadini di questo comune si siano espressi in modo contrario.. Ma qualche amministratore di altri comuni sì. Ma come sono attenti questi amministratori al benessere dei cittadini e alla tutela del territorio… Noi possiamo convivere con milioni di metri cubi di rifiuti, possiamo lasciar devastare i nostri fiumi, nessun amministratore contrario al tempo, alla costruzione di un bell’inceneritore travestito da biomassa… Ma il canile no.. quello disturba.. Scusate, abbiate almeno la decenza di smetterla di prenderci per il c… La gente è meno fessa di quello che credete, continuate pure a fare finta di niente…
(Lorena Lugari)
Bravo Enrico, la soluzione c’era senza tanto casino, forse dava fastidio?
(Walter Franceschini)
A proposito di crisi: se un amministratore non trova la soluzione a problemi assai meno gravi della crisi stessa, cosa amministra a fare?
(AG)
Non è con gioia, né per critica politica che faccio queste considerazioni, piuttosto con dolore, rammarico e profonda delusione.
Faccio parte dell’associazione che dal 2002 si occupa, per conto di 11 comuni della comunità montana, del servizio di recupero dei cani vaganti. Nei primi sei anni abbiamo gestito il canile, struttura ubicata nel comune di Villa, rilevata dopo dieci anni di nefasta gestione privata costata all’amministrazione fior di quattrini ed ai cani indicibili sofferenze. Basti dire che tutte le femmine erano mescolate ai maschi, non sterilizzate, costrette a partorire nei branchi dei box e, nonostante questo, uno dei problemi maggiori del gestore era la popolazione in costante calo!! Basti dire che fino al 2008 la Comunità montana ha pagato un affitto mensile di 3000 euro per una struttura fatiscente bisognosa di continua e cospicua manutenzione a sue spese.
Chiusa la struttura alla fine del 2008, perchè ormai al collasso (box cadenti, sistema fognario inefficiente e tetto d’amia$nto), siamo rimasti con l’idea di continuare a vigilare sul benessere animale nei canili convenzionati e a promuovere le adozioni. Abbiamo gestito più di mille cani, diverse centinaia sono stati adottati. Sui cani recuperati sono stati effettuati molti interventi a nostro carico, con le offerte che generose ci vengono date in chi crede in noi: cani tenuti in stallo fino all’adozione o alla restituzione, cucciolate allattate, interventi di prima assistenza e cura. Abbiamo creato una rete che mettesse in contatto chi era disponibile ad adottare un cane, con gli animali, portando spesso in zona quelli ricoverati lontano.
E in questi dieci anni abbiamo visto molto spesso negli amministratori indifferenza e incompetenza.
Si piange sui soldi da investire in questo servizio, ma non è stata fatta in tutti questi anni nessuna iniziativa per limitare il randagismo: nessuna campagna di sterilizzazione, pochissimi controlli, nessun incentivo all’uso del microchip, che qua da noi è ancora un optional e che limiterebbe moltissimo i ricoveri in canile.
In dieci anni non si è trovato il modo, su tutto il territorio montano, di arrivare ad una soluzione locale al problema, con l’opportunità di un finanziamento regionale più volte messo a rischio per il procrastinarsi inconcludente di un fantomatico progetto.
È falso affermare che i soldi risparmiati sul canile serviranno per altri servizi. Gli amministratori sanno bene che il finanziamento sarà perduto, tornerà in Regione.
Si dice che il canile è un costo, ma non si dice che è più alto se anziché avere una struttura vicina, che permette un giro maggiore di adozioni, ed un recupero veloce dei cani di proprietà, si usufruisce di strutture lontane, con costi per il trasporto, con animali poco visibili alle adozioni.
O si vuole risolvere il problema eliminando le catture? E in questo caso, dove finiscono i cani vaganti? Ogni anno noi recuperiamo più di 50 cani randagi. Non ho nessun rispetto per la posizione di quel politico che (giustamente senza il coraggio di dare un nome alle sue affermazioni) prende come esempio l’Ucraina, dove ai cani si spara. L’Ucraina é un Paese che sta attraversando un brutto momento di inciviltà: non tutela i suoi cani, come non é in grado di tutelare la sue fasce deboli, i suoi poveri ed i suoi bambini. Spero che noi non arriveremo mai a quel punto. E ricordo che Gandhi, di cui non si discuterà l’amore per gli uomini, diceva che il grado di civiltà di un popolo si misura da come tratta i suoi animali.
Dagli amministratori non pretendo una passione animalista, ma un efficiente rispetto della legge: c’è una normativa sul benessere animale che non si può ignorare, che non è possibile ignorare. Così come non si può più ignorare il fatto che non si permetterà lo sperpero pubblico e il guadagno privato sulla pelle degli animali in spregio della legge.
(Marina Cervi, Aiut Appennin Emilia-Romagna ricerca e soccorso)
E’ vergognoso.
(Antonella)
La risposta del Presidente della Comunità Montana circa un miglior utilizzo di questi fondi fa acqua da tutte le parti e irrita non poco. Ma non mancherà occasione per smantellarne tutti i passaggi. Per esempio viene da domandarsi allora se le spese tecniche sostenute per il progetto del canile non siano anch’esse spese “sottratte” a qualche altro fine più nobile (?) visto che non lo si voleva fare: vogliamo elencare a quanto sono ammontate? Oppure pensiamo ai volonterosi amministratori del Comune di Ramiseto che se avessero saputo prima che la Comunità Montana in realtà non voleva fare questo canile, almeno avrebbero perso meno tempo e impegno nel tentativo di trovarvi una sede: ma evidentemente non era dato loro sapere che le reali intenzioni della Comunità Montana erano quelle di non farlo. Così come di poca considerazione ha goduto l’unanime volontà del consiglio comunale di Ramiseto che aveva espresso la sua piena disponibilità a ospitarlo. Anzi si coglie lo spunto per tenere sotto osservazione l’alternativo destino più nobile e utile di questi fondi, così sarà bene fare anche a riguardo del rispetto della legge in materia di gestione degli animali, senza più tanti sconti. Rileveremo anche con curiosità quali e quante opere di sistemazione di alloggio per le persone bisognose della montagna verranno fatte adesso con questi fondi.
(da Ramsè)
Questa vicenda è triste e sconfortante. Da un lato la bellezza del Parco dall’altro l’orrore di una mentalità cinica e bieca, fatta di facili luoghi comuni che saranno per altro smentiti nei fatti. Una brutta pagina per la montagna. Comunque la Comunità Montana nel 2013 ha scelto così.
(Marco)
Credo che Marina Cervi di Aiut Appennin abbia descritto, con chiarezza e lucidità estreme, il suo punto di vista, che io condivido pienamente. Come condivido pienamente anche l’intervento di E. Montorsi, che ha sintetizzato brutalmente la poca voglia di fare le cose che caratterizza tanti amministratori (in questo caso specifico del canile, la maggioranza) del nostro Appennino. Ai nostri figli e nipoti lasceremo un Appennino con un servizio in meno ed un problema in più. Perdiamo i soldi messi a disposizione dall’Unione europea (non ci crede nessuno che verranno dirottati su altri progetti) e lasciamo ai nostri comuni l’incombenza, per gli anni futuri e per i decenni futuri, di spese mensili più alte per pagare l’alloggio (alla bassa reggiana o nel milanese) di quei poveri cani trovati in giro da noi. Dulcis in fundo: un canile poteva anche dare lavoro stabilmente a 2/3 persone. C’è la crisi?? Con scelte miopi ed ignoranti come questa, LA CRISI NON FA ALTRO CHE AUMENTARE.
(Giuliano Rossi)
Ancora una volta si è dimostrata l’inutilità della Comunità montana, un ente che doveva essere soppresso da tempo e dove si continuano a elargire gettoni di presenza. Sulla frase della signora Garofani “una impresa impossibile” forse è meglio evitare commenti, rappresenta bene in che Italia siamo e da chi siamo rappresentati.
(Paolo Diambri)
Come sempre la superbia della politica si è scontrata con la diffidenza della gente, poca informazion, poca considerazione e tanta superficialità da entrambe le parti e da come sono andate le cose sembra proprio che questo canile “non s’avesse da fare”. La poca volontà di volerlo è dimostrata sia da parte degli amministratori, come da alcuni montanari che si sono opposti all’esecuzione dell’opera. Sicuramente questo del canile era un progetto nato male, si trattava di un milione di euro per una struttura per 32 cani e la cosa sinceramente era assurda; considerando bene tutto però, con un investimento maggiore, si poteva disporre di una struttura più grande adatta ad accogliere tutti i cani del comprensorio. Per questi animali, i comuni assieme, pagano una cifra che si aggira sui 200.000 euro annui, quindi in cinque anni si sarebbe rientrati del milione di euro investito e ci si trovava con una struttura efficiente che oltre a dare un servizio avrebbe creato un minimo di occupazione, cosa che di questi tempi non era sgradita e avremmo dato un’immagine meno deludente della nostra montagna. Che non ci fosse volontà politica lo dimostra l’opposizione fatta all’ultimo progetto presentato, visto che i cittadini non protestavano, solertemente si sono opposti alcuni sindaci, la signora Montemerli, a cui non sono mai interessate le inalazioni a cui ha sottoposto parte di Toanesi e Carpinetani con la discarica stavolta si è dimostrata sensibile ai latrati che, dalla parte opposta del fiume potrebbero disturbare la pace dei suoi concittadini che abitano nelle vicinanze di Fora. Mah?! Altri sindaci invece hanno contestato la destinazione d’uso industriale dei terreni in oggetto…eh, con tutte le richieste che ci sono per costruire industrie in montagna hanno pensato bene che invece dell’uovo di oggi è sicuramente meglio la gallina di domani, o dopodomani, o di chissà quando. E così continuiamo a portare i cani in pianura pagandone servizio e trasporti. Sono consigliere di opposizione in Comunità Montana, in questa sede contesto spesso questo ente inutile e moribondo e, osservando la lungimiranza e le capacità progettuali e politiche dimostrate anche in questa vicenda, penso proprio che questo accanimento terapeutico regionale per tenerlo in vita sia da interrompere. Peccato però che gli stessi amministratori presenti là ce li ritroviamo poi nei nostri comuni montani. Sì, ci sono tutti, tutti presenti al capezzale di una montagna che muore.
(Antonio Manini)
Concordiamo con il Sig. Antonio Manini su tutto quello che ha espresso. In particolare vogliamo ringraziare i nostri Amministratori, perchè così facendo, oltre a creare costi ed inefficienze, sicuramente hanno tolto ai nostri Operai/dipendenti una speranza di lavoro in più!!!
(gruppoimprenditoridellamontagna)