Riceviamo e pubblichiamo.
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Come già avevamo anticipato alla stampa la decisione della scelta di ambito territoriale del Comune di Canossa è stata presa senza che i cittadini ne fossero informati e potessero esprimere un loro parere in merito. Il nostro ordine del giorno che chiedeva informazione per i cittadini sul tema e dati concreti su costi e benefici delle scelte da farsi è stato respinto dai consiglieri del Pd e affini che hanno detto no alla chiarezza e trasparenza nei confronti dei cittadini.
In Consiglio comunale nessun componente della maggioranza ha voluto o potuto fornire cifre concrete per motivare la scelta di aderire all’Unione dei comuni della Val d’Enza ed è stata finalmente smentita l’affermazione divulgata per creare allarmismo che i cittadini di Canossa avrebbero dovuto rivolgersi all’ospedale di Castelnovo ne' Monti per ogni evenienza anziché a Montecchio.
Alcuni comuni dell’ex Comunità montana, come ad esempio Toano e Villa Minozzo, hanno avuto il coraggio di chiedere alla Regione un loro ambito territoriale più omogeneo sfruttando la possibilità delle deroghe che la legge rende possibili. A Canossa è mancato il coraggio di interrogarsi su una scelta autonoma e ragionata: si potevano trovare molte altre soluzioni. Chiedere ai comuni di Ramiseto, Vetto e S. Polo (come proposto da un gruppo di imprenditori della montagna) di realizzare una unione più omogenea gravitante verso il casello di Campegine, pensare un’unione con il Comune di S. Polo che è il più affine per territorio ed economia.
Si è preferito invece entrare in una aggregazione già esistente che unisce comuni come Sant’Ilario, Cavriago e Montecchio che non hanno alcuna affinità con Canossa ed hanno un peso che Canossa potrà difficilmente compensare e, ci chiediamo, con quale maggiorazione di costi.
Ma d’altra parte il capogruppo Pd Ciarlini alle nostre richieste di un coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni in una scelta che impegnerà il futuro di questo territorio ci ha replicato che i cittadini vanno chiamati al momento del voto in cui danno la delega ad altri di decidere tutto per loro, senza alcun successivo controllo. Tra poco andremo appunto a votare e sarebbe bene ricordarsi queste parole.
Noi del gruppo “Da Canossa per Canossa” invece continueremo a informare i cittadini e chiediamo loro con forza di partecipare ai consigli comunali per rendersi conto di persona della democrazia di certi amministratori e delle scelte “ponderate” che vengono prese sulle loro vite.
(I consiglieri del gruppo “Da Canossa per Canossa” Angela Chiapponi, Maurizio Ferrari, Gianni Pera e Antonio Veraldi)
Un articolo molto interessante.
Le Unioni più funzionali “per vali” e per affinità terrioriali, culturali ed economiche, come erano concepite all’origine dalla stessa Regione, anche secondo me conservano una maggiore validità.
Credo anch’io che una forma di consultazione popolare, non solo consiliare, in materia sarebbe stata più indicata.
Poi è chiaro che rimarrebbero i problemi di disponibilità di un adeguato distretto sanitario e scolastico superiore… ma l’ostacolo maggiore da rimuovere in questa prospettazione è che Vetto d’Enza aborrisce il termine “Enza”….e si sente più periferia di Castelnuovo.
(Marco)