In merito al dibattito apertosi dopo la proposta avanzata dal consigliere regionale Marco Barbieri, per una legge che chiuda l’accesso dei mezzi motorizzati alla rete sentieristica-turistica ed alla risposta arrivata dal sindaco di Villa Minozzo Luigi Fiocchi, che ha sostenuto l’importanza per l’economia appenninica dei fruitori di tali sentieri, ivi compresi motociclisti e conducenti di quad, interviene l’assessore all’ambiente del Comune di Castelnovo ne' Monti, Nuccia Mola.
“Sicuramente su questo argomento specifico si assiste ad una scarsa regolamentazione, per cui ad oggi è molto complesso governare il conflitto, inevitabile, che viene a crearsi tra chi fruisce i sentieri a piedi, in bicicletta, a cavallo, e chi lo fa con mezzi motorizzati. Premesso che non ritengo si possa intervenire su questa necessità di regole più definite con scelte del tipo “tutti i sentieri chiusi per i mezzi motorizzati” o “tutti i sentieri accessibili ai mezzi motorizzati”, credo sia necessario discutere del tema tenendo focalizzata l’attenzione su quella che riteniamo essere la vocazione del nostro territorio, e su come vogliamo valorizzarlo in futuro.
Da anni stiamo cercando di puntare su una fruizione diretta, naturale, rispettosa dell’ambiente, lenta. E’ palese che questo mal si concilia con la presenza di mezzi motorizzati sui sentieri: chi frequenta l’Appennino con una idea di contatto con un ambiente rilassante ed incontaminato, e durante una escursione ha un incontro non previsto con moto o quad, ne trae ovviamente una impressione di violazione, di disturbo e molestia. Credo che la soluzione sarebbe l’individuazione di alcuni tratti di sentieristica precisi e ben delimitati, in cui la fruizione motorizzata sia consentita, comunque regolandola con norme precise che non li rendano piste da corsa nei boschi e nei campi (con numerosi agricoltori che hanno avanzato lamentele in merito).
Le manifestazioni come la motocavalcata di Febbio siano delle eccezioni, non la norma: tale evento è del resto allestito e seguito da una associazione attenta alla tutela dei sentieri e dei territori attraversati, che ogni anno si assume la responsabilità di organizzarla con cura. I problemi maggiori invece derivano dalla fruizione al di fuori di queste manifestazioni regolamentate, dall’uso divenuto purtroppo “ordinario” di sentieri e strade forestali da parte dei mezzi motorizzati. Io stessa ho assistito a numerosi passaggi di moto e quad in alcuni dei luoghi turistici più frequentati dell’Appennino, come la Pietra di Bismantova, nonostante l’ordinanza di divieto che da anni vige per questa zona. In tali situazioni diviene difficile persino capire a chi sia possibile rivolgersi per effettuare controlli su questi mezzi. Credo che la proposta avanzata dal consigliere Barbieri sia da cogliere per una discussione seria ed articolata. Discussione che potrà coinvolgere anche le associazioni motociclistiche, che tenga conto anche di coloro che lavorano e operano sul crinale per attività che necessitano autorizzazioni all’uso di mezzi a motore, e che possa arrivare a regolamentare nel dettaglio la situazione. La confusione attuale infatti non giova davvero a nessuno: nonostante si possa evidenziare oggi l’indotto turistico relativo che portano i motociclisti sui sentieri, penso che a lungo termine non intervenire sul tema risulterebbe un danno, poiché una convivenza “libera” tra mezzi a motore ed escursionisti “tradizionali”, purtroppo è destinata a fallire”.
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La dichiarazione di Marco Barbieri
Insieme ad alcuni colleghi abbiamo presentato nelle settimane scorse un progetto di legge sulla sentieristica e l’escursionismo in Emilia–Romagna. Far conoscere, rendere fruibile e migliorare il patrimonio esistente sono gli obiettivi principali che ci siamo posti.
La nostra idea è quella di mettere a valore e far fruire a più persone possibili questa rete; siamo anzi convinti che questa sia una modalità che trova nuove attenzioni - che vanno dalle attività legate al benessere, ai percorsi storico culturali, di fede, ai funghi, al trekking, alla mountain bike e al cavallo - ed anche nuove opportunità economiche per chi vive nelle aree interessate, spesso marginali.
Di questa prima stesura alcuni articoli sono stati interpretati come restrittivi rispetto alla fruizione del patrimonio esistente. Il provvedimento non è nato per vietare l’utilizzo dei mezzi a motore su tutta la sentieristica, interpretazione questa che ha generato qualche timore. Per questo sto e stiamo ascoltando molto e abbiamo intenzione di continuare questa attività senza alcuna fretta proprio per includere e non escludere.
Ovviamente ci sono questioni di compatibilità che vanno regolamentate – come del resto lo sono anche oggi - nel confronto con tutti i soggetti interessati per definire diritti, doveri e limiti di chi utilizza queste infrastrutture.
(Marco Barbieri, consigliere regionale Pd)
Altra nota di Marco Barbieri dopo l'udienza conoscitiva in Regione
Si è tenuta ieri l’udienza conoscitiva in merito al progetto di legge sulla senti eristica e l’escursionismo. In merito ho letto interpretazioni e posizioni diverse. Personalmente sono contento del risultato, non tanto perché gli interventi siano stati unanimi, ma soprattutto perché, insieme a tanti spunti interessanti, è emerso il concetto che, con le opportune modifiche e con spirito inclusivo, la legge possa diventare un’opportunità per tutti.
Ovviamente quando si sostengono le ragioni delle proprie passioni diventa naturale anche avere toni accesi; questo accade sia per l’escursionista ambientalista che per il motorizzato.
Definire in modo chiaro diritti e doveri di tutti i fruitori della rete, vuol dire eliminare uno stato di confusione che danneggia in primo luogo gli stessi utenti.
Reputo molto importante che, all’incontro di ieri, molti appassionati di escursionismo su due e quattro ruote si siano presentati con una proposta condivisa (merito da attribuire anche alla vezzanese enduroterapia), permettendoci così di confrontarci con un interlocutore che si faccia carico della miriade di esperienze diverse spesso sparpagliate sul territorio.
Continuo a credere fermamente che la legge sulla sentieristica possa e debba essere inclusiva per le diverse esperienze di fruizione.
In questo periodo di confronto ho incontrato tanti soggetti interessati alla sentieristica per motivazioni e tipologie diverse. Ognuno mi ha raccontato il suo modo di vivere la montagna, ha cercato giustamente di spiegarmi l’attaccamento che ha con il “suo” territorio. Vi assicuro che, per un motivo o per l’altro, mi sono riconosciuto in ogni racconto, in quanto sono anch’io un appassionato conoscitore del “nostro” territorio. Nei prossimi giorni riprenderemo il filo del dialogo con tutti i soggetti interessati – anche con i sindaci e gli amministratori che hanno voglia di costruire e non di fare polemica pre elettorale - per approdare ad una sintesi condivisa.
La nota di Paolo Bargiacchi, sindaco di Collagna, alla Regione
OGGETTO: OSSERVAZIONI IN MERITO AL PROGETTO L.R. "RETE ESCURSIONISTICA DELL' EMILIA-ROMAGNA E VALORIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ ESCURSIONISTICHE".
Premettiamo che le finalità del progetto di legge in oggetto sono assolutamente condivisibili e degne di considerazione e ribadiamo il fatto che è, senza alcun dubbio, necessaria una regolamentazione della rete sentieristica regionale e l'inserimento della stessa nel contesto della rete escursionistica nazionale con una conseguente valorizzazione e maggiore fruibilità' da parte dei cittadini, anche in veste di turisti.
Posto il fatto che la rete sentieristica e della viabilità minore è sempre stata alla base delle attività umane e purtroppo è stata progressivamente lasciata a se stessa in relazione al mutamento delle dinamiche lavorative, che hanno portato l'uomo a vivere principalmente attorno ai centri urbani abbandonando, di fatto, la realtà rurale in cui è tradizionalmente vissuto ed ha lavorato in passato; considerata, inoltre, la necessità di interventi di manutenzione costanti e puntuali che limitino ed impediscano un ulteriore degrado del territorio montano e rurale in genere, il Comune di Collagna accoglie con soddisfazione la proposta presentata e ritiene che sia finalmente necessaria una segnaletica adeguata, una costante manutenzione ed una razionalizzazione dei percorsi escursionistici.
La maggior parte delle idee contenute nella proposta di legge sono, pertanto, pienamente condivisibili e degne di considerazione da parte nostra.
Alcune osservazioni, tuttavia, devono essere necessariamente fatte ed a nostro giudizio devono essere apportate conseguenti correzioni al testo presentato.
In primo luogo, nell' art. 7, "Funzioni e competenze", si esaminano le funzioni che saranno di competenza regionale, quelle di competenza provinciale, tutte importanti e degne di considerazione, ma è assente ogni riferimento al ruolo dei Comuni, sul territorio dei quali si dirama il percorso della REER e che a nostro giudizio dovrebbero avere una funzione centrale e non marginale o addirittura assente, ad esempio, per quanto riguarda l'inserimento di nuovi sentieri, per quanto riguarda gli investimenti previsti sul territorio, la manutenzione ordinaria e straordinaria.
A questo fine non ci pare sia sufficiente l'istituzione, come previsto dall' art. 8 del1a Consulta Provinciale della REER, con soli rappresentanti delle Associazioni degli enti locali perché ogni Comune ha realtà e priorità diverse a seconda della vocazione economica, della morfologia del territorio, della collocazione geografica di cui bisogna tener conto.
Va prevista una divisa rappresentanza dei Comuni di volta in volta interessati, altrimenti si correrebbe il rischio di creare un nuovo strumento burocratico poco operativo in cui ognuno porterebbe avanti le proprie istanze senza tuttavia avere l'operatività che oggi si richiede agli enti pubblici moderni.
Neppure è pensabile che tutti i comuni interessati siano rappresentati solamente da pochi soggetti, per lo stesso motivo espresso in precedenza, che ogni Comune ha peculiarità sue proprie e diverse dagli altri. Sarebbe opportuno, comunque, coinvolgere i Comuni nella fase di definizione dei percorsi della REER.
Posto il fatto che la rete sentieristica in quanto tale dev'essere tutelata e dev'essere impedito l'accesso ai mezzi motorizzati, nel caso in cui la sede viaria sia riservata ad un utilizzo pedonale o ciclistico, perciò a bassissimo impatto.
Occorre fare una vera distinzione tra sentiero e strada interpoderale o carrareccia: il primo è percorso tradizionalmente a piedi, la seconda invece, tradizionalmente era percorsa con carretti trainati da animali e viene attualmente utilizzata dagli abitanti ciel luogo utilizzando mezzi motorizzati, siano essi cacciatori, cercatori di funghi, proprietari di fondi agricoli o aventi proprietà che sono raggiungibili esclusivamente attraverso la viabilità minore.
Si tenga presente che la manutenzione ed il mantenimento in funzione cii tali strade spesso è riconducibile all'intervento di coloro che le percorrono con mezzi motorizzati e che quasi tutti i Comuni dell'area montana hanno regolamenti atti a limitare l'accesso a tali tipologie di strade che prevedono permessi per potervi accedere e sanzioni per i trasgressori.
L'inserimento di tali strade nella REER, solamente perché coincidono in parte con la rete sentieristica e sono segnalate dal CAI, produrrebbe l'effetto di sovrapporre ulteriori vincoli a quelli già esistenti, mantenendo di fatto l'utenza turistica degli escursionisti, ma limitando, di fatto, il turismo di tutti coloro che escursionisti non sono.
L'importanza della presenza dei Comuni nella fase di definizione clelia REER deriva proprio dal fatto che gli Amministratori locali hanno una conoscenza puntuale del proprio territorio e delle esigenze di mobilità dello stesso, potendo in tal modo segnalare quali strade possono essere inserite a pieno titolo nella REER e quali, invece, devono essere tenute fuori oppure devono prevedere la necessaria convivenza tra escursionisti e mezzi motorizzati, purchè utilizzati con regole ben precise e nel rispetto delle prescrizioni.
Nel contempo i Comuni hanno una percezione immediata delle esigenze ordinarie e straordinarie della rete sentieristica, garantendo un'operatività sicuramente maggiore rispetto a quella che potrebbe garantire la Provincia, seppure attraverso la Consulta, oppure la Regione.
Tutto questo anche alla luce delle sanzioni previste nell' art. 12, in particolar modo al comma 2 lettere c. e d., che possono anelare bene per chi abusa della rete sentieristica in quanto tale utilizzando mezzi a motore ove proibito, come in zone boscate di particolare pregio, oppure perché si è danneggiato la segnaletica; nel contempo, però, ci paiono eccessive, se la REER fosse estesa all'intera rete viaria, per chi, ad esempio pulisce la sede viaria da un eccesso di vegetazione tagliando alcuni rami, oppure chiude una buca dovuta al dilavamento delle piogge, oppure esercita qualsiasi intervento manutentivo non autorizzato, perché deve passare con un trattore oppure perché è sempre stato abituato a tenere aperta una strada che è rimasta in funzione solo grazie al suo intervento.
Lo stesso dicasi, ad esempio, per chi si dimentica di chiedere un permesso straordinario per accedere alla propria proprietà raggiungibile esclusivamente attraverso il percorso di parte della REER, pur avendone pienamente diritto, che rischia una sanzione da 500 a 2500 euro.
Posto il fatto che una gran parte della rete viaria minore del nostro Comune ed in generale dei Comuni montani coincide con la rete sentieristica CAI, l'inserimento di tale rete nella REER, senza distinzione alcuna rischia di penalizzare anziché incentivare una parte del turismo e delle attività rurali della montagna. È, pertanto, auspicabile un confronto aperto e stringente tra Regione e Comuni per trovare una soluzione soddisfacente per tutti i soggetti interessati che tenga insieme valorizzazione, tutela e miglioramento della rete sentieristica esistente, nella salvaguardia delle esigenze della popolazione e dell' economia di ogni singola realtà locale.
La legge quadro, quindi REGIONALE, ripeto REGIONALE, cita testualmente: “Divieto di transito con veicoli a motore, nei terreni agrari, nei terreni pascolivi, nelle aree forestali, lungo le mulattiere ed sentieri vedasi P.F.M. ART. 82/1 L.R.ART. 63 lett. C 1/C”. Naturalmente questo divieto non si estende a coloro che pratichino operazioni silvo-pastorali. Ma si sa, siamo in Italia, dove ognuno può fare quello che vuole infischiandosene delle leggi. Un consiglio: provate a verificare come si riduce un sentiero al passaggio di mezzi motorizzati magari dopo un periodo di pioggia!!!!! Poi ne riparliamo!
(Il Grillo Parlante)
Le informazioni elargite dal Grillo Parlante purtroppo risultano incomplete e per questo motivo rischiano di creare disinformazione e sostenere ideologie fuorvianti filoambientaliste e fanatismi proibizionisti. La circolazione dei mezzi fuoristrada è regolamentata dagli artt. 81 e 82 delle prescrizioni di massima e polizia forestale a seguito degli aggiornamenti della L.R. 6/05, che non esclude il transito motorizzato. Inoltre, le stesse prescrizioni, che recepiscono: L.R. 4 settembre 1981, n. 30; R.D.L. 30 dicembre 1923, n. 3267; R.D.L. 16 maggio 1926, n. 1126; approvate con la deliberazione della Giunta Regionale n.182 in data 31.05.1995, all’art 28, esprimerebbero anche il dovere alla tutela dell’ambiente da parte di chi fruisce della raccolta dei prodotti del sottobosco.
Conseguentemente a ciò che si è detto, i danni all’ambiente possono essere arrecati anche da coloro che transitano a piedi. Vorrei precisare che i veicoli a motore “leggeri” (moto), generalmente, non sono causa di danno alle strade in periodi piovosi; sono i mezzi a motore “pesanti” (trattori) che possono sviluppare anomalie.
Il proibizionismo non ha mai portato frutto!
(Cristiano Dolci)
Sarà bene ricordare all’Assessore Sig.ra Nuccia Mola che ieri, lunedì 4 febbraio, a Bologna nella sede della Regione Emilia-Romagna vi è stata una seduta conoscitiva della V.a Commissione consiliare con i vari soggetti coinvolti nella proposta di legge sulla rete escursionistica regionale; la contestatissima legge che, se approvata così come è stata formulata, rappresenterebbe quasi un’inappellabile condanna alla fruizione del territorio con mezzi a motore. Non mi pare di avere identificato tra i pur numerosissimi presenti la Sig.ra Mola, a differenza del consigliere Barbieri, peraltro firmatario della proposta di legge, visto in aula.
Oggi la Gazzetta di Reggio a pagina 26 dà molto spazio a quanto accaduto ieri in via Aldo Moro a Bologna offrendone un resoconto sufficientemente esatto ed esaustivo della lunga mattinata di ieri trascorsa in regione.
Ad ogni buon conto, l’incontro, o la seduta “conoscitiva”, per dirla in termini tecnici, è stata davvero partecipatissima; sala piena in ogni ordine di posti e 47 iscritti a parlare poi ridottisi a 41 con intervento finale del vicepresidente nazionale FMI Fabio Larcieri che credo abbia ben delineato il quadro della situazione e cioè massima apertura e collaborazione della Federazione ad un progetto normativo, ma nell’equilibrio dei diritti e dei doveri di ciascuna componente coinvolta. Non si “tratta” con posizioni demagogiche e preconcette, ma ci si confronta nel rispetto delle proprie esigenze.
Che è poi quello emerso anche nella nostra locale “battaglia” contro il divieto impostoci dal Comune di Quattro Castella ed allo stato sospeso da TAR di Parma.
Credo che i relatori della proposta di legge non avessero messo nel conto una tale, nonchè quanto mai legittima e pienamente giustificata, levata di scudi; nei programmi originali si prevedeva un’approvazione tout court per gli inizi di questa primavera.
Si sono dovuti “arrendere” alla massiccia e compatta nostra reazione tanto da far esclamare al relatore della proposta di legge consigliere Piva che la Commissione “si prenderà ora tutto il tempo necessario per valutare le proposte e le relazioni arrivate, per poi arrivare alla discussione in aula non prima del prossimo Ottobre”.
Ed in effetti la mole di appunti, relazioni, proposte, deduzioni, presentate da associazioni, enti pubblici e privati alla V.a commissione è davvero notevolissima, peraltro a conferma della complessità e della delicatezza di tutta la materia tanto da compromettere, allo stato, la formulazione del progetto di legge così come è stato presentato.
Il discorso, comunque, va ben al di là del permettere o vietare una motocavalcata; il vero problema è la fruizione del territorio da parte di tutti, in un equilibrio, ovviamente e come ben ha affermato il vicepresidente della FMI Fabio Larcieri, dei diritti e dei doveri di ciascuna componente coinvolta.
In un contesto di QUOTIDIANITA’ e non di occasionalità, intendendo con ciò che il nocciolo del problema non sono solo o tanto le cosi dette motocavalcate, ma la possibilità di ogni cittadino di potere accedere, certamente con e nelle regole, ma quando lo ritiene opportuno, al pubblico territorio con il mezzo che ritiene più opportuno.
(Paolo Comastri, delegato provinciale FMI)
Trovo poco condivisibile la conclusione dell’intervento del sig. Comastri: “…In un contesto di QUOTIDIANITA’ e non di occasionalità, intendendo con ciò che il nocciolo del problema non sono solo o tanto le cosi dette motocavalcate, ma la possibilità di ogni cittadino di potere accedere, certamente con e nelle regole, ma quando lo ritiene opportuno, al pubblico territorio con il mezzo che ritiene più opportuno”.
Quindi ogni cittadino deve potere accedere a qualsiasi parte del territorio con il mezzo che gli pare e in qualsiasi momento. E’ la stessa logica per cui compriamo SUV e fuoristrada per parcheggiare sui marciapiedi?
Mah.
(SC)
Il grillo parlante non ha mai visto come riducono un sentiero i cavalli, probabilmente non sa che pesano molto di più di una moto. E non hanno gomme dedicate come le moto enduro, ma rozze ferrature come non sa o non vuol sapere che molti sentieri sono stati riaperti dai motociclisti. Probabilmente lui quando si reca in paesi lontani usa canoe o zattere, sono stanco di pagare tasse sui bolli sulle polizze e poi dovere leggere certe cose, non sono i motociclisti che lasciano borse di rifiuti scendendo da Febbio 2000 (le moto non ci vanno). Queste continue persecuzioni da parte di pseudo-ambientalisti porteranno prima o poi a pesanti forme di protesta.
Chi fomenta continuamente queste campagne di chiusura se ne assumerà la responsabilità politica e sociale, ci vogliono regole certamente, ma vanno discusse con pari diritti tra le parti. Abito in collina e posso assicurare a tutti che le moto provocano molti meno danni di cinghiali, caprioli, lupi, cervi, ecc. lasciati crescere e prolificare incontrollati. Chiedete ai contadini e allevatori per conferma. La pista di motocross poco distante da casa mia è piena di selvaggina, come mai??? Forse loro più che il grillo parlante hanno capito che il motociclista non ha alcun interesse a danneggiare l’ambiente. Una volta tra noi motociclisti girava la frase… la strada sotto la moto e il cielo sopra di me, non chiedo altro..
Saluti.
(Ribelle)
Il lupo dà noia, la caccia dà noia, la pesca dà noia, delle moto e dei quad poi non se ne parla, danno un enorme fastidio. Tra poco anche il montanaro residente darà fastidio e verrà prontamente regolato!!!! Io essendo un orso ma orso di montagna mi sono un po’ rotto di tutto questo. Se il modo di fare turismo è la restrizione condivido chi viola le norme e vive la montagna in tutte le sue forme. Saluti.
(Beccari Simone)
Aggiungo: i gessi Triassici, le nutrie, ecc. La tutela degli animali o della natura sono doverosi e importanti. Appunto che vocazione si vuol dare al territorio? Solo animali e natura? Come vogliono le associazioni ambientaliste, ripudiando qualsiasi interferenza dell’uomo. Oppure la simbiosi fra l’uomo con le sue tradizioni passate, presenti, future, e il territorio montano? Nella seconda domanda a mio avviso vedo un contesto naturale degradato e selvaggio, dove rischi di incendi boschivi e idrogeologici la fanno da padrone; se questa è la vocazione, solo “l’uomo primitivo” può abitare i tali condizioni. Il paradosso è che solo l’uomo primitivo può abitare questo contesto.
E per chi ben ricorda quel tipo di essere vivente era a tutti gli effetti (cacciatore-raccoglitore). Ai politici e responsabili che decideranno in materia, fateci sapere il tipo d’uomo che dovrà vivere in montagna e il turismo ideale per tutto ciò.
(Libero pensante)
A questo punto forza CAPRE del VENTASSO che scorrazzano per i monti del crinale in barba alla legge, senza dimenticare però il loro scopo, vedi la mulatrial del settembre ’12 che ha portato sui nostri bellissimi monti gente da ogni parte d’Italia, far conoscere il crinale per quello che è…. Dimenticavo, i ragazzi hanno preparato il percorso, pulito strade, sentieri ormai battuti solamente da cinghiali e caprioli ed ora sono utilizzabili da tutti senza che nessuno glielo chiedesse e senza ricevere neanche un grazie, perchè non basta scrivere sui manifesti “con la collaborazione del comune tal dei tale” per dire che l’amministrazione ha fatto e organizzato qualcosa… Quindi direi FORZA CAPRE, continuate cosi!
(Mauro)
P.S. – Non faccio parte delle capre del Ventasso, patteggio solo per chi ha a cuore la nostra montagna.
Prendo atto di quanto emerso dopo la giornata di lunedì in Regione ed attendo sviluppi. Mi permetto, da endurista ed organizzatore di manifestazioni sportive, di porre sul tavolo una considerazione che mi piacerebbe venisse discussa e valutata anche dall’Assessore Mola. Premetto che tutto è subordinato al completamento dell’iter della REER, ovviamente. Da cittadino che vive e lavora in montagna (Bobbio), mi chiedo se farebbe proprio schifo a negozianti, albergatori, ristoratori, avere nei periodi “morti” (da definire) un flusso continuo di praticanti motociclisti che vengono in zona, vengono portati in giro, magari pagano anche una tassa (un tesserino?) ed ovviamente usufruiscono dei servizi in loco. Ci sarebbe prima di tutto un controllo delle presenze, poi un ritorno economico ed infine, perchè no, anche la possibilità di creare posti di lavoro (guide). Tutto questo deve però comprendere un definizione di “zone” utilizzabili magari collegate tra vari comuni, la disponibilità delle amministrazioni, degli operatori turistici e degli appassionati in zona. La sinergia che ne deve scaturire potrebbe portare ordine ed un po’ di benessere economico. Si potrebbero anche convenzionare operatori turistici specializzati nel settore. Ricordo che ad oggi la gente viene lo stesso, perchè non gestirla?
Grazie per i vostri commenti.
(Fabio Larceri)
Sono d’accordo con quanto scrive Fabio Larceri almeno fino a quando non esce lo spirito del funzionario. Infatti viene tirata fuori la solita italica soluzione di un altro ennesimo tesserino per finanziare la creazione di altre ennesime forme di funzionariato… guide-responsabili dei percorsi-periodici tavoli di lavoro (ora vanno tanto di moda). Stiamo attraversando una crisi economica senza precedenti, dovuta in larga parte al malgoverno che ha operato generalmente negli anni imponendo sempre nuove tasse. La imposizione di tesserini sarà probabilmente evasa dai motociclisti che mi auguro rifiutino in massa queste soluzioni. Non basta l’esempio del tesserino per i prodotti del sottobosco i cui introiti non vanno ai proprietari dei terreni, ma servono in massima parte a pagare lauti stipendi a reggimenti di funzionari. Che generalmente sono parenti o segnalati da questo o quel politico. Il rispetto per i luoghi si ottiene con il rispetto tra chi ne usufruisce e non con sempre nuove forme di vigilanti o rambo dell’ambiente, che spesso operano con metodi arroganti e armati fino ai denti. Non se ne può più di questi paramilitari: guardie forestali-guardie provinciali-guardie ecologiche-guardie venatorie-ecc. ecc. ma chi li controlla??? E sopratutto cosa ci costano????? Certo con qualche nuovo tesserino………
(Ribelle)
BASTA con questo stillicidio di demonizzazione! Siamo normalissimi cittadini CON TUTTI I DIRITTI come gli escursionisti, non banditi criminali.
BASTA con le accuse di rovinare i sentieri. L’erosione, i trattori e l’abbandono fanno molti più danni di noi.
BASTA con i dubbi di pericolosità. Non esistono casi di incidenti fra motociclisti e pedoni (pensate piuttosto alle moto sulla statale 63 d’estate…).
BASTA con le accuse di andare forte e non rispettare gli altri. Solo una minoranza è maleducata, la maggior parte rallenta in presenza di pedoni e vanno a meno di 20 km/ora di media.
BASTA considerarci non turisti. Anche noi ci fermiamo nei bar e nei ristoranti delle nostre colline, provate a chiedere ai gestori se non ci vogliono…
BASTA equiparare i sentieri di segnalati dal CAI in alta montagna da tutte le altre carraie. Sulle carraie che frequentiamo abitualmente non si incontrano quasi mai escursionisti, i giri che facciamo noi a piedi non li fa nessuno..
CONCLUDENDO: è come considerare tutti gli appassionati di calcio come ultras violenti, non si può generalizzare; anche noi non amiamo i maleducati ma non è giusto che tutti paghino per il loro comportamento.
(Luca Bassi)
Una sinergia, per legiferare qualcosa di buono, credo che si possa creare anche fra motorizzati, ciclisti e amanti del trekking a piedi o a cavallo. Basta volerlo! Sarebbe bello che, proprio la nostra Regione, divenisse un modello (in positivo) da seguire in tutta Italia. Io lo spero davvero!
Per il “Ribelle”: tranquillo! Se andrà in porto un progetto di legge condiviso legifereremo anche sul tesserino, senza spedire i quattrini a Roma o in Regione ma investendo, in modo trasparente e veloce il “poco” che si raccoglie (assieme ad eventuali fondi statali) in strutture o in manutenzione sul sentiero stesso, tratto per tratto, ognuno gestito da qualche associazione sportiva del posto e dai suoi VOLONTARI (senza alti funzionari statali) che non servono a nulla, se non a far andare in rosso i bilanci. Ci sono già le guardie forestali, bastano quelle. E multe salate a chi trasgredisce la legge. Lasciamo la priorità di amare e custodire il territorio a coloro che su quel territorio ci abitano. Poi ben vengano tutti gli altri.
(Sandro Beretti – Presidente Quadando Carpineti ASD)
Wow, che bellissime riflessioni! che bello leggere che si sia verificata tanta opposizione a un ennesima legge che in realtà vuole togliere, separare ancora una volta gli umani che usano altri mezzi dai loro piedi e l’ambiente. Non per niente la proposta è stata formulata da uno che in montagna non ci abita. Personalmente ho spesso riscontrato una discreta “tirchieria” nella fruizione di servizi offerti da esercizi di ristorazione, turistici, ecc. da parte degli escursionisti a piedi… I duri e puri… che arrivano in montagna con lo zaino e i viveri acquistati in città… Chissà, forse appartengono a categorie sociali disagiate… Chissà.
(Caterina Cagni)
Caro Sandro Beretti, di questo passo occorrerà tesserarsi a qualche ente anche per uscire di casa. Poi sul fatto che i soldi raccolti (io li chiamo estorti) vengano ben spesi perchè non inviati a Roma o in Regione….. lasciamo perdere…. Basta vedere come dilapidano i soldi enti, comuni e province. Le multe salate a cui fa riferimento non vanno ai proprietari dei terreni ma sempre e solo agli enti o altre organizzazioni, sul fatto che siano pochi i fondi raccolti.. Provi a chiederlo a qualche disoccupato… Sono oramai più le guardie che la selvaggina e voi volete imporne delle altre… Ovviamente come dice sempre “volontarie”…. salvo qualche rimborso – qualche divisa – qualche bel fuoristrada, ecc. ecc. ecc. Non ha fatto caso che i politici locali notoriamente molto aggressivi con chi non condivide le loro direttive…. si tengono alla larga da questo forum visto il periodo elettorale. La legge sarà approvata quando nel dopo elezioni (a prescindere dal risultato) il partito egemone in Emilia deciderà di farlo con i contentini da lei e da altri così invocati.. tesserini guardiani, ecc.
Bel risultato!!!!!!!!
Saluti.
(Ribelle)
Da che esiste la montagna sono sempre esistiti i montanari, anche se ormai è una razza in via di estinzione, purtroppo, mai come ora siamo stati gestiti e regolati da gente capace di salire in montagna a luglio o agosto e pretendono di venire a insegnare ai gatti ad arrampicarsi, ossia ai montanari a vivere e salvaguardare il proprio habitat, imponendo cose da far ridere i sassi. Penso che interessi di più a noi cercare di salvaguardare l’ambiente nel quale viviamo e siamo cresciuti fin dalla prima infanzia. Con tutte le vostre leggi e regolamenti guardate un po’ come avete ridotta la nostra povera montagna, ormai popolata solo di cinghiali, caprioli, lupi e cervi. Dimenticavo però le zecche, mai state cosi abbondanti nei nostri terreni, quindi grazie anche per quelle, vi auguro almeno di ritornare a casa belli carichi, quando venite su in montagna, come per fare una passeggiata, capita a noi quando siamo costretti ad andare per boschi a portarci a casa quel poco di legna per scaldarci in inverno, almeno fino a quando non ci vieterete di tagliare anche quella.
(Un montanaro che da oltre settantacinque anni vive in montagna ed è fiero di essere un montanaro)