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Gennaio è da record, ma febbraio non vuol esser da meno

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Come da previsione del 6 gennaio, a seguito dell’evento stratosferico di inizio mese la nostra penisola è stata interessata da una importante e prolungata fase perturbata fredda.

Tra l’11 e il 24 gennaio si è infatti affermata una forte anomalia barica negativa sull'Italia centro-settentrionale.
L’area depressionaria, costantemente alimentata da fredde correnti settentrionali, ha prodotto una lunga serie di nevicate anche a bassa quota.
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periodo 11-24 gennaio 2013ad una anomalia barica positiva sul Mar di Norvegia
si contrappone una anomalia di segno opposto centrata sull'Italia.

Nel periodo indicato il nostro Appennino ha ricevuto dagli 80 ai 115 cm di neve (rispettivamente a 500 e 900 metri di quota); 25 cm sono invece quello caduti in più riprese a Reggio Emilia.
Dal confronto con la serie storica di S.Giovanni di Querciola (518 mslm), il gennaio 2013 risulta essere abbondantemente il più nevoso degli ultimi 20 inverni (86 cm contro una media di 16.5 cm).

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Gennaio 2013, il più nevoso dall'inizio delle rilevazioni a S.Giovanni di Querciola (20 anni)

Ma come proseguirà l’inverno?

Si conferma quanto già affermato nella previsione citata ad inizio articolo: prevalere della fase negativa dell'Arctic Oscillation, pur con eventi anche di segno opposto, a partire dal 12/13 gennaio e per i successivi 60 giorni (secondo lo schema individuato da Baldwin-Dunkerton 2001).
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Passiamo ora a descrive, più nel dettaglio, ciò che prevediamo per i prossimi venti giorni.

Superata l’attuale parentesi di stabilità atmosferica e forte inversione termica (bel tempo e mite in Appennino, nebbie e basse temperature sulla pianura) si tornerà rapidamente a fare i conti con il maltempo.

Tra la tarda serata di venerdì 1 febbraio e le prime ore di domenica 3 l’espansione di un promontorio anticiclonico dalle Azzorre verso la Gran Bretagna favorirà la discesa di aria artica marittima verso la nostra penisola. Il suo ingresso sul bacino del Mediterraneo innescherà una depressione sul Golfo Ligure, in successivo spostamento verso meridione.

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domenica 3 febbraio, ore 01.00: l’anticiclone delle Azzorre esteso sino alla Gran Bretagna favorisce
la discesa di fredde correnti settentrionali che alimentano una depressione centrata sull'alto Tirreno

Sul reggiano nubi e precipitazioni in rapida diffusione dall'Appennino alla pianura. Quota neve in graduale calo con fiocchi che potrebbero lambire l’alta pianura nella notte tra sabato e domenica (da confermare – si consiglia a tal riguardo di seguire i prossimi aggiornamenti previsionali).

Qualche giorno di tregua, poi…

6-11 febbraio: ad un vasto anticiclone sull'Atlantico Settentrionale si contrapporrà una profonda saccatura estesa dalla Scandinavia al Mediterraneo --> fredde correnti settentrionali (aria artica marittima) investiranno la nostra penisola ove insisterà un'area depressionaria --> precipitazioni a prevalente carattere nevoso (ad oggi favorito il settore adriatico, da confermare).

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sabato 9 febbraio, ore 01.00: l'anticiclone delle Azzorre si espande verso l'Islanda favorendo la discesa di fredde correnti settentrionali che, giunte sul Mediterraneo, vanno ad alimentare una vasta circolazione depressionaria.

12-18 febbraio (tendenza a lunghissimo termine):  possibile formazione del ponte di Voejkov (l'anticiclone delle Azzorre e quello russo-siberiano si estendono in direzioni convergenti sino a toccarsi, formando così una lingua anticiclonica che a ovest blocca il flusso Atlantico) --> la depressione mediterranea sarà quindi alimentata da fredde correnti nord-orientali (aria artica continentale) --> intenso gelo con probabili nevicate (ad oggi favorito il settore adriatico, da confermare).

Per maggiori dettagli: Articolo completo
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