Riceviamo e pubblichiamo.
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Buongiorno,
sottopongo alla vostra attenzione una disavventura che mi è capitata sulla SS 63. Sono madre di una bimba di pochi mesi e mi sono trovata con il cellulare scarico in una località vicino a Castelnovo ne' Monti. La mia bimba allattata al seno piangeva disperata da oltre mezz'ora e, dopo essermi fermata varie volte per allattarla, dovevo contattare mio marito per farmi raggiungere e accompagnare a casa conscia che da sola non sarei riuscita.
Sono entrata nel bar nella località sopracitata e ho chiesto alla titolare se aveva un telefono pubblico, ma non lo aveva; e allora ho chiesto la cortesia di farmi telefonare a mio marito, ma lei si è rifiutata in modo sgarbato, per usare un eufemismo, e mi ha invitato a lasciare il locale.
Ovviamente le ho detto che le avrei pagato la telefonata ma niente.
La situazione si è risolta grazie al buon cuore di un cliente del bar che mi ha prestato il cellulare per contattare mio marito.
Con questa storia vorrei in primo luogo far riflettere sulla disumanità che ormai si è diffusa ovunque per paura che dietro ogni richiesta ci sia un secondo fine. Vorrei anche ringraziare quel signore che nella fretta del momento non ho ringraziato a dovere. Spero che vogliate rendere pubblica questa storia per far riflettere la gente. E ovviamente la signora in questione alla quale auguro di non incontrare mai una persona come lei nel momento del bisogno.
(Francesca Balestrazzi di Reggio Emilia)
Sventurata Francesca, mi scuso io che sono montanara di Castelnovo ne’ Monti, per questo mio compaesano maleducato e diffidente. Mi piacerebbe tanto conoscere il locale, ma capisco che non bisogna identificare il malessere con la faccia delle persone ma come situazione globale di malsano costume. Però voglio credere che per ogni persona poco gentile ce ne sia una ancora intelligente e disponibile, come infatti la fine della tua storia ha dimostrato… Cara mamma Francesca, questo è il messaggio che spero saprai trasmettere al tuo bambino che sarà il nostro futuro… Che l’umanità è fatta di molti modi diversi di essere, scegliamo sempre di essere il lato migliore… Buona fortuna.
(Simona Sentieri)
Grazie di cuore a tutti i lettori di Redacon che mi hanno espresso solidarietà per l’accaduto. Conosco bene la gente di montagna e so per certo che hanno il cuore grande e generoso, la signora è solo l’espressione più brutta che ogni comunità ha in sè. La gentile redazione preferisce non rendere pubblico il nome del locale per ovvie ragioni di privacy ma siamo qui ad aspettare una risposta della titolare anche se dubito possa avere dimestichezza con i mezzi informatici vista l’età avanzata. Concordo con Simona sull’insegnamento da trasmettere ai nostri figli in modo da far crescere una generazione sana e nobile d’animo. Grazie ancora.
(Francesca Balestrazzi)
Infatti la signora Francesca aveva segnalato anche il locale, ma come testata riteniamo, non avendo sentito entrambe le voci, riportare il fatto accaduto in sé. Questo per stimolare nella comunità una riflessione che prenda spunto dall’episodio spiacevole per la signora. Grazie per averci scritto. Dalle risposte si osserva un coro di persone solidali.
(red)
Non voglio fare il difensore del diavolo ma, visto che la signora Francesca parla di età avanzata riferendosi alla signora del locale, mi viene di pensare alla diffidenza degli anziani impauriti da tutti gli imbrogli e i furti di cui sentono notizia. I malviventi utilizzano stratagemmi di tutti i tipi per raggirare e derubare e gli anziani si sentono più disarmati. Non riesco a pensare che una signora non abbia voluto aiutare una mamma per cattiveria. Purtroppo quello che accade ci fa essere tutti molto diffidenti, gli anziani ancora di più. Così si rischia di non essere disponibili nemmeno con chi onestamente ha bisogno di un aiuto. Voglio sperare che la motivazione si nasconda dietro la paura. Non è bello lo stesso, ma è più giustificabile.
(AnnaMaria Gualandri)
Voglio esprimere la mia solidarietà alla signora Francesca; purtroppo la maleducazione ed il menefreghismo ormai la fanno da padroni. E’ la piaga della nostra società, che causa tanti guai. Anche se, come dimostra il gesto del signore che l’ha aiutata, non si deve perdere la speranza in un cambiamento.
(Paolo Romei)
Se non il nome della “signora” che le ha negato una telefonata, faccia almeno il nome del bar. D’altra parte è legittimo scegliere dove non prendere il caffè. Voto: 1 alla barista che evidentemente non ha mai avuto il piacere e l’onere di allattare o se l’ha avuto si trattava certamente del suo cellulare!
(Sincero Bresciani)
Vergognoso! Oltre al sostantivo disumanità, che ha usato Francesca, aggiungerei ignoranza, maleducazione, inciviltà….. Chi vuole aggiungere altro?
(Chiara, una mamma)
A questo punto sarebbe bello sapere di che locale si tratta, in modo che i miei soldi non finiscano in tasca a gente del genere.
(Luca)
Un doveroso apprezzamento per la pubblicazione dell’increscioso fatto, che tuttavia avrebbe dovuto essere più circostanziato. Basta coprire dietro l’anonimato questi pesanti episodi: è bene sapere chi ha sbagliato e non ci si può più limitare ad una anonima condanna morale.
(Marino Alberi)
Se si riscontrasse che le cose sono effettivamente andate come la signora ha raccontato, bisognerebbe sapere il nome del bar e spargere la voce.
(Andrea)
Sono mamma di una bambina di 7 mesi (che allatto tutt’ora ovunque mi trovi, bar, ristoranti, negozi, piazze…) e posso capire quello che hai provato. Si spera sempre che ci sia umanità almeno verso degli esseri indifesi come sono i neonati, ma a quanto pare non è cosi. Che brutte persone! Dovresti dire il nome del locale.. Così magari da fargli perdere un po’ di clienti. Certa gente merita solo questo!
(Monica Lisanti)
Da montanaro chiedo scusa alla signora!!! Mi creda, non siamo tutti così.
(Roberto Malvolti)
Tutta la mia comprensione alla mamma in questione, ho sei figli e li ho allattati quando avevano fame senza pormi nessun problema. Ho anche gestito un bar gelateria e ho allattato tranquillamente anche lì e ho sempre scaldato il biberon a chi me lo ha chiesto e mai negato una telefonata a chi ha avuto bisogno… Vede, è tutta una questione di scelte e io ho fatto le mie, orgogliosamente diverse dalla barista in questione. Non siamo tutti uguali per fortuna! Auguri a lei e alla sua bambina.
(Monja)
Cara Francesca, purtroppo alcuni atteggiamenti deprecabili sono figli di questi nostri tempi e alcuni valori sono stati dimenticati, ma solo da alcune persone. Di questo sono ancora convinto. Leggo i commenti di molte persone che dimostrano il fatto che la gentilezza e l’educazione abitano ancora, mediamente, tra di noi. Chiedo scusa anche io, ma non è giusto. Dovrebbe scusarsi chi ha la responsabilità di questo sgarbo. A casa mia chi sbaglia se ne assume la responsabilità. Un augurio sincero, per lei e la sua bimba. Spero che in occasione della sua prossima visita dalle nostre parti lei possa incontrare uno dei tanti e non uno dei pochi.
(Maurizio Cascella)
Da barista, da montanara e soprattutto da donna chiedo davvero scusa alla signora e, come sopra scritto in altri commenti, fortunatamente non siamo tutti cosi… nè i montanari nè tantomento i baristi…
(Piera, barista presso Bar H Gatta)
Anche se la signora ha poca dimestichezza con i mezzi informatici, può trovare qualcuno che, sotto dettatura, scriva per lei le sue scuse e anche le motivazioni di questo suo comportamento. Poi ci sta anche che siamo diventati tutti più diffidenti rispetto al passato.
(Claudia Cotti)
Purtroppo i maleducati ci sono e anche quelle persone senza umanità. D’estate vado in bicicletta, presso la località di Carpineti ho chiesto un poco di acqua in una casa privata lungo la strada, circa davanti alla fontana pubblica, la fontana è chiusa. Era estate la signora era in giardino, non ho chiesto di entrare in casa, ho solo allungato la bottiglietta dei ciclisti vuota. L’acqua mi è stata negata con maleducazione, eppure Cristo ha detto: date da bere agli assetati. Non è più questione di paura verso gli sconosciuti, questa è solo… non ci sono parole!
(Annamaria)
Fatto vergognoso, che dimostra che anche noi “montanari” stiamo diventando egoisti, maleducati e insensibili, anche di fronte al pianto di un neonato. VERGOGNA e ancora VERGOGNA…….
(Miki)
Cara Francesca, purtroppo il mondo è vario e molte persone probabilmente intraprendono mestieri non adatti a loro. Io sono stata più fortunata: lo scorso dicembre la mia auto si ferma in una rotonda durante l’ora di punta. Non riuscendo più a farla partire e rendendomi conto di avere già creato un certo disagio scendo x cercare il triangolo. Si ferma il genio di turno che mi dà della str… per avere fermato l’auto in quel punto (testuali parole) e riparte. Cerco allora il cellulare x chiamare un mezzo di soccorso ma non riesco a trovarlo. Pensando di averlo dimenticato a casa decido di entrare in un’autoscuola che si trova proprio lì davanti e chiedere di poter chiamare. Trovo due ragazze gentilissime che addirittura mi prestano il loro telefonino (col quale chiamo mio marito x chiedere aiuto). Ringrazio, esco e mentre mi avvicino nuovamente alla macchina escono due istruttori che mi fanno salire e poi spingono la macchina fino ad una vicina piazzola. Sono ancora grata a quelle persone per avermi tolto dai guai e per averlo fatto con un sorriso.
(Carlalberta Scalabrini)
Mi vergogno di appartenere al genere umano. Vogliamo ricordare come le leonesse si prendono carico dei cuccioli non a loro appartenenti?! E meno male che era una donna quella che non ha soccorso la signora. Non ammetto mai il comportamento sgradevole perchè tutti abbiamo problemi e siamo preoccupati per qualcosa. Un personaggio così dovrebbe fare altro che avere un locale pubblico!
(Ornella Bertè)
Leggo solo ora. Effettivamente sarebbe bello che pubblicaste il nome del bar. Sono un nonno felice e mia figlia ha allattato per oltre 2 anni i suoi due bambini e ha dato loro delle difese che li proteggeranno per tutta la vita. A parte questo un bel gesto di calda, semplice umanità non avrebbe di certo guastato. Un caro saluto alla signora Francesca e una carezza alla sua bambina.
(Nonno Mario)