Questa è una brutta foto. Ma, prima ancora, è una foto storta. Storta come è storta la visione di chi qui si era affacciato. E’ il palco del campo di Zeppelin, a Norimberga, dove si svolsero i raduni del partito nazista dal 1933 al 1938 e del quale rimangono testimonianze filmiche purtroppo degne di opere dell’orrore. Qui, l’architetto Albert Speer pensò ad apparati di bandiere e stendardi giganteschi, che ancora oggi suono lugubri più che mai, e progettò un sistema di potenti fasci di luce verticali dietro i palchi degli oratori e delle autorità che davano l’impressione di un colonnato, le cosiddette “cattedrali di luce”, o di morte? L’architettura opulenta e vagamente imperiale, nell’intento dell’architetto del Reich voleva testimoniare la supremazia del popolo germanico. I blocchi di granito – che solo in parte sostengono l’opera - furono lavorati dai prigionieri e trasportati dal campo di concentramento di Flossenbürg. Peccato che a pochi mesi dalla sua edificazione questo complesso monumentale mostrava già vistosi segni di instabilità e, a differenza delle architetture romane di due millenni fa, a soli ottant’anni è gravemente compromesso, da parere irrecuperabile.
A questo palco, che continuo a vedere storto, si affacciò Adolf Hitler per propagandare le sue teorie totalmente insane.
Il giorno di questo scatto alle mie spalle c’era un lavoratore di origini straniere, intento a godersi il riposo e a sorseggiare la sua Coca Cola light. Poco più in là due ragazzi in atteggiamenti affettuosi e curiosi di scambiarsi foto proprio da lì da dove il führer parlava. Più sotto una gara d’auto tra giovani. Tutt’attorno un incessante senso di decadenza di questi massi (in parte fasulli, di cemento) che nemmeno il benestante comune di Norimberga riesce (o vuole?) fermare.
A memoria del mio silenzioso passaggio in questo luogo della storia lascio questa foto, storta, come più storta non può essere la verità di chi non riconosce gli uomini fratelli gli uni con gli altri.
Il caso di Norimberga è molto interessante: è stato recuperato il luogo delle adunate facendone un Museo all’aperto, é stato recuperato il Reichsparteigelände e la Nürnberg Kongresshalle dove il nazismo organizzava le sue adunate. Grande attenzione ai luoghi di memoria con centri di documentazione attivi e redditizi (la cultura rende…). I luoghi ci parlano, ma bisogna interrogarli.
(Massimo Storchi)