Riceviamo e pubblichiamo
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Con il crescere del prezzo dei combustibili e il costante lievitare del costo della vita, cresce dalle nostre parti il numero delle famiglie che già ricorrono alla stufa a legna per integrare le fonti di riscaldamento della propria abitazione, o si accingono a farlo, e che comunque vi stanno pensando anche in previsione di eventuali ulteriori ristrettezze economiche. E quando a Vetto si discute dell’argomento non manca quasi mai chi ricorda come nel passato fossero in parecchi a recarsi sul vicino greto dell’Enza, nella stagione estiva ed autunnale, per ricavar legna dai tronchi e dai rami d’albero ivi trascinati dalle ricorrenti piene del fiume, mentre oggi questa usanza non sarebbe praticabile, pena l’essere multati.
Va premesso che a differenza del crinale appenninico - dove gli abitanti di molte frazioni potevano esercitare il “legnatico”, ossia la raccolta gratuita di legna, per via di antichi diritti e concessioni, come gli “usi civici” e le “comunaglie” - nelle zone più basse, anche quelle di alta collina com’è il caso di Vetto, quel tipo di agevolazione non esisteva, e il greto del fiume rappresentava quindi una preziosa riserva di legna, specie per la famiglie più povere ed bisognose (la legna di fiume non sarà della migliore qualità ma svolgeva comunque un ottimo servizio).
Ma al di là delle ragioni più strettamente economiche, vigeva allora l’encomiabile principio che nulla dovesse andare sprecato e disperso, di ciò che poteva tornare in qualche modo utile ad una comunità, ben conscia di dipendere dalla terra e dai suoi prodotti, mentre oggi ci comportiamo spesso, e insensatamente, come se vivessimo in un mondo artificiale e autosufficiente.
Noi tutti dobbiamo augurarci che non abbiano mai più a tornare epoche di penuria e di indigenza, ma dobbiamo purtuttavia chiederci se sia giusto che tanto materiale legnoso resti inutilizzato, e vada semmai a danneggiare ponti e altre strutture della regimazione idraulica, una volta che, spinto dalla forza delle acque, avesse a riprendere il suo cammino verso valle (l’allegata immagine fotografica dei giorni scorsi, può dare l’idea della dimensione dei tronchi giacenti sul greto dell’Enza in località Cantoniera di Vetto).
Il fatto è che attualmente - da quanto ci risulta, e se non sono di recente cambiate le disposizioni in materia - Il far legna sui greti dei fiumi e torrenti non è più un’attività “libera” come un tempo, bensì assoggettata a pratiche autorizzative che normalmente scoraggiano coloro che vorrebbero esercitarla. Noi non siamo affatto contrari alle regole, ma riteniamo che vadano semplificate e rese agibili quanto più possibile, cosa che spesso non è difficile da fare per chi si rende conto dei problemi e punta a risolverli. Abbiamo ad esempio notizia che anche in aree protette, sottoposte a vincoli ambientali, vengono adottati Regolamenti che consentono la raccolta stagionale della legna nell’alveo di fiumi e torrenti, a determinate condizioni, e senza il bisogno di domande individuali.
Proprio allo scopo di trovare la più giusta risposta al riguardo, nel gennaio 2007, durante il nostro mandato amministrativo, sottoponemmo la questione alla Comunità Montana e al Sindaco di Vetto; non sappiamo se e quale soluzione sia stata nel frattempo adottata, ma se qualcosa di interessante ed utile vi fosse oggi da conoscere in merito, dovrebbe essere reso pubblico da parte degli Enti preposti, attraverso gli organi di informazione e di stampa.
(Giovanni Ferrari - coordinatore PdL di Vetto e già capogruppo di minoranza consiliare)
Il responsabile del Servizio Tecnico dei Bacini degli Affluenti del Po, Dott Gianfranco Larini a cui compete la gestione delle aree del demanio idrico, contrariamente a quanto segnalato dal Sig.Giovanni Ferrari in merito al prelievo di legname sui greti dei fiumi e torrenti, precisa quanto segue.
La sola raccolta di legna secca e fluitata all’interno dei corsi d’acqua è attività non assoggettata a nessuna autorizzazione purché non venga alterato con mezzi meccanici l’assetto del corso d’acqua; pertanto è consentita liberamente. A tale riguardo si precisa che tutti gli utenti che si sono rivolti a questo Servizio (molti anche relativamente al fiume Enza) per la raccolta di legna secca e fluitata hanno avuto la corretta informazione della possibilità di esercitare tale attività. Diversa è la richiesta di taglio di legname in piedi (anche se secco o in cattive condizioni vegetative) in aree demaniale, per la quale occorre ottenere apposita autorizzazione. A tale riguardo si precisa che la procedura per avere l’autorizzazione al taglio di legna su area demaniale è assolutamente semplice e veloce: basta prendere contatti con questo Servizio, il funzionario incaricato è la Dott.ssa Simonetta Notari (0522 40.77.31)
(Dott. Gianfranco Larini – Responsabile del Servizio)
Non posso che ringraziare il Dott. Gianfranco Larini per la sollecita e chiara risposta fornita sul problema da noi posto. Il fatto che, come par di capire dalle parole dello stesso dott. Larini, non pochi utenti si siano rivolti direttamente al Sevizio Tecnico dei Bacini Affluenti Po per avere delucidazioni in materia, sta verosimilmente ad indicare che qualche dubbio-interrogativo serpeggia o serpeggiava ancora tra le persone interessate a raccogliere la legna giacente sul letto dei fiumi e torrenti. C’è pertanto da auspicare che questa opportuna informazione del dott. Larini possa venir divulgata anche attraverso la stampa, così da farla conoscere pure a coloro che leggono i giornali tradizionali, non quelli on-line come RedAcon (stiamo ovviamente parlando di chi, per ragioni varie,non ha dimestichezza con mezzi informatici).
(Giovanni Ferrari)
Anch’io mi sono sempre chiesta:”ma i legni che si trovano sul greto del fiume chi li toglie? Chi fa pulizia? Perchè se non fatta non va a intasare l’alveo del fiume e a lungo andare creare le alluvioni?”. Sono ignorante in materia essendo di Milano ed in città i problemi sono differenti ma ormai abitando da quasi nove anni a Vetto avrei molto da dire sulla gestione del Paese Vetto.
Cordiali saluti a tutti.
(Ornella Bertè)
Tante cose, oltre la raccolta di legna, in questo Paese hanno smesso di essere libere. Qualcuno dice che ci vorrebbe poco ad eliminare queste burocrazie, dimenticando che sulle cartacce e le complicazioni inutili ci sono parassiti che vivono sulla nostra pelle inventando, trafficando, archiviando, emettendo regolamenti, approvando, negando, bollando, dirigendo null’altro che la propria scrivania.
(Luca Rossi)