Home Cronaca La ritirata di Russia. 70 anni di ricordi e ricerche

La ritirata di Russia. 70 anni di ricordi e ricerche

44
3
Andrea Romei con Pasquale Corti

La notte tra il 16 e 17 gennaio ricorre il settantesimo anniversario dell’inizio della pagina più tragica della IIª guerra mondiale, la ritirata di Russia, che costò all’Armata italiana in Russia (ARMIR) infinite perdite. Il gen. Reverberi di Cavriago al famoso grido di Tridentina Avanti! riuscì a riportare a casa poco più della metà dei soldati che erano partiti.

L’assessorato alla cultura di Casina ricorda questi avvenimenti e le loro vittime il pomeriggio di domenica 13 gennaio alle 16 nella Sala dei Principi della CRI in via Matteotti attraverso il Diario di un Alpino di Andrea Romei, letto da Benedetto Valdesalici con l’introduzione di Angela Pietranera. Seguirà l’incontro con Gianni Periz, dell’ANA di Vicenza, da anni in collegamento con ricercatori russi per dare un come, un dove e un quando al destino dei tanti dispersi italiani.

Andrea Romei di Cervarezza è mutilato di guerra proprio per il congelamento patito in Russia. Classe 1922, una giovinezza tra terra e turaccioli prima di partir soldato il 28 gennaio 1942 nel 6° Reggimento Alpini, poi in poche settimane ottiene il patentino di “Buon Radiotelegrafista” ed è aggregato al Battaglione Valchiese con il quale parte per la Russia il 29 luglio 1942. Cosa gli tocca vivere, dalla prima battaglia alla ritirata al ricovero all’ospedale di Bologna dove sua madre non riconobbe in quei 43 chili di pelle e ossa l’immagine del figlio, lo racconta egli stesso nelle quartine del suo Diario alpino. Qui aggiungiamo solo il dopo: le molte esperienze di lavoro, da aiuto istruttore nella Bonifica Tresinaro Secchia per la costruzione della strada Cervarezza - S. Lucia a coadiutore dell’ufficio postale di Cervarezza a impiegato della Sa.Mi.Cer;  il matrimonio con Maria Galassi e la nascita dei figli Leonardo e Pieralba; l’elezione nel 1965 nel Consiglio Comunale di Busana.

Maggerino provetto, nell’estate del 1954 al termine di una rappresentazione dal pubblico d’onore uno spettatore s’alzò a complimentarsi e stringergli la mano: era il generale Reverberi.

Il suo Diario alpino vede la fine a 88 anni suonati, “quasi a liberarsi di tutti i fantasmi che il suo poema evoca ed affrontare in pace la propria fine, lasciando in eredità ai posteri questa memoria ritmata da versi, come da gioghi i buoi, che scava senza scampo il solco della coscienza del lettore e iscrive l'alpino radiotelegrafista del Battaglione Valchiese nell' Olimpo dei poeti montanari del primo 900, tra i Veggeti, i Raffaelli, i Leoncelli. i Monti....

I versi a tutte le mamme posposti al lungo poema a mo' di chiusura dicono della sensibilità, finezza d'animo e intelligenza del cuore dell'uomo Andrea Romei” ha scritto nel luglio scorso Benedetto Valdesalici su Tuttomontagna e la prof. Angela Pietranera aggiungeva: “La storia di un uomo oggi novantenne, che è riuscito a raccontare di sé e della propria vicenda avendo sempre come sostegno l’amicizia dei compagni, come riferimento costante nei momenti di sconforto la fede, la famiglia, i luoghi cari. Quest’uomo ha attraversato l’inferno e ce lo ha riportato in un’opera che non ha soltanto valore storico. Lui, maggerino di Cervarezza, abituato a cantare le rime e le assonanze delle guerre tra Cristiani e Saraceni, parla di un’altra guerra non più figurata, “il folle tenzone” che non si combatte fra i castagneti con armi di cartone, ma nelle plaghe sconfinate della Russia, con armi micidiali”.

3 COMMENTS

  1. Un grazie all’assessore alla cultura di Casina e all’Alpino Andrea Romei per questa presentazione.
    E’ una grande fortuna avere ancora delle testimonianza dirette di quanto accaduto in quelle terre gelide; abbiamo bisogno di sapere come tanti Alpini, e non solo Alpini, si sono trovati in questa tragedia, una tragedia nella tragedia della guerra.
    Abbiamo bisogno di verità, anche se questa è più dolorosa della nostra immaginazione; abbiamo bisogno di capire perchè la nostra Madre Patria ha abbandonato al loro triste destino tanti giovani Italiani.
    Alpino Lino Franzini – Capogruppo Alpini di Ramiseto
    (FranziniLino)

    • Firma - FranziniLino
  2. Il mio cuore è con voi perchè idealmente è a fianco di mio padre Salvatore, classe 1921, che ha conosciuto quel calvario dato che era nella divisione Ravenna, schierata a difesa dell’ultimo baluardo sul Don.

    (Andrea Ramogida)

    • Firma - andrea ramogida