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Ma non chiamatelo “Cervello in fuga”

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Il biologo Andrea Romagnani

E’ una esperienza da ricercatore importante, con prospettive di assoluto interesse, quella che Andrea Romagnani, giovane biologo castelnovese, sta portando avanti in Svizzera, a Bellinzona.

Una esperienza che purtroppo segnala anche le difficoltà per i giovani italiani che intendano effettuare un percorso di ricerca scientifica, di riuscire a farlo in patria. Ma Andrea non può essere definito “un cervello in fuga”, perché con l’Appennino mantiene un rapporto stretto, solido, che non vuole interrompere.

Gli abbiamo parlato da Bellinzona, importante cittadina del Canton Ticino, dove vive e lavora attualmente, per una chiacchierata sul suo percorso di vita e di formazione, iniziato ovviamente a Castelnovo. “Certo, il mio cammino di studi è partito lì –racconta-, prima con le scuole dell’obbligo, poi con la scelta di Ragioneria alle scuole superiori, al Cattaneo – Dall’Aglio.

Finite queste, devo dire che ho cambiato completamente percorso, iscrivendomi all’Università al corso di Biologia, a Parma, dove come molti altri castelnovesi ho condiviso un appartamento con altri studenti. In seguito ho scelto la specializzazione in Biologia Molecolare, laureandomi con una tesi sulle patologie del metabolismo cellulare”. Dopo la laurea Andrea resta ancora un anno all’Università di Parma, come ricercatore di laboratorio, e nel frattempo fa domanda per una borsa di studio ad un laboratorio in Svizzera. Domanda che viene accolta.

“Si tratta di un istituto specializzato in ricerca sul sistema immunitario, l’Institute for research in Biomedicine. Il lavoro di ricerca è suddiviso in diversi gruppi che si occupano dei diversi aspetti della risposta immunitaria. E’ situato appunto a Bellinzona”. Subito ad Andrea salta all'occhio la differenza tra il sostegno dato ai giovani ricercatori in questo nuovo contesto rispetto all'Italia  “Qui le borse di studio per il dottorato sono ottime, ed anche se la vita in Svizzera è più cara che in Italia, ti permettono di dedicarti con tranquillità al tuo lavoro.

Una situazione che purtroppo da noi oggi è impensabile. Oggi per un ricercatore condurre una esperienza all'estero è importante non solo per ampliare i propri contatti e le proprie competenze, ma proprio perché i fondi per la ricerca sono molto maggiori, ed è anche molto più semplice e rapido pubblicare ricerche sulle riviste scientifiche. L’ambiente accademico italiano invece al momento ha pochissime prospettive.

Qui si collabora con molti istituti di ricerca a livello  internazionale e con diverse importanti case farmaceutiche”.  Per questo motivo Andrea punta a rimanere in Svizzera anche nei prossimi anni: “Restare per un post dottorato è possibile: si presenta richiesta, e se viene accolta, allora ci si può costruire un proprio progetto di ricerca, si cerca di pubblicare più materiale possibile, poi c’è un eventuale step successivo, che permette di essere indicato come “Group Leader”, ovvero ricercatore che ha a disposizione anche alcuni dottorandi alle sue “dipendenze”.

Mi piacerebbe restare qui e puntare un domani, se riuscirò, ad accedere a questo ruolo per continuare ricerche in questo ambito, oppure ci sarà la possibilità di lavorare direttamente per le aziende farmaceutiche, che se vogliamo è un tipo di ricerca meno “pura”, indirizzata alla fine alla produzione di nuovi farmaci, ma comunque di grande interesse”. Una permanenza che comunque secondo Andrea non interromperà quel legame speciale che resta con l’Appennino: “Da Bellinzona a Castelnovo ci sono poco più di 3 ore di auto, per cui una volta al mese sono a Castelnovo, e spesso familiari o amici salgono a trovarmi. In realtà è vero che sono all'estero  ma è davvero una distanza relativa.

Ed è un altro aspetto che di questa esperienza mi piace molto, perché a Castelnovo, a casa, torno sempre molto volentieri”.

Intervista di Luca Tondelli

5 COMMENTS

  1. Complimenti Andrea, stai raccogliendo i frutti del tuo lavoro fatto di impegno serietà. Come te ci sono tanti altri giovani che si stanno impegnando per un futuro migliore. Ed triste vedere che non riusciamo a valorizzarvi come meritate. Nel nostro Paese hanno successo spesso “i nani e le ballerine”, però non mollateci aiutateci a cercare un futuro migliore, che non si basi sul successo di persone che comprano lauree e diplomi, che poi li usano per fare politica. Meritiamo un paese diverso.

    (Enrico Bini)

    • Firma - EnricoBini.
  2. anch io padre di un ricercatore della nostra montagna non posso che essere d accordo col sign.bini.mio figlio per cogliere una opportunita di sviluppo professionale ha dovuto recarsi anch egli in svizzera e precisamente a Losanna. Eravamo una nazione che poteva vantare di possedere le menti piu illuminate siamo diventati i possessori……e qui mi fermo perché verrei censurato.
    (S.V)

    • Firma - S.V
  3. Il futuro per una Nazione e metto la maiuscola apposta, sono i giovani ma i nostri politici in qualsiasi parte siedano alla Camera ed al Senato non l’hanno mai capito ed infatti siamo la nazione e metto la minuscola apposta, con tasso di natalità più basso e con nessun vero incentivo per i giovani, gli adolescenti e naturalmente le famiglie. In bocca al lupo e complimenti Andrea. Non so se mi ricordi sono la vicina di casa di Rossel (Vetto).

    (Ornella Bertè)

    • Firma - OrnellaBertè