Con riferimento all’articolo “Fa il giro d’Italia la foto del Re dei cervi ucciso” riceviamo e pubblichiamo l’intervento del signor Marco Picciati. In calce la nostra replica.
* * *
Ho preso conoscenza dell’articolo apparso sul Vostro giornale informatico il giorno 5 gennaio 2013 che si riferisce oltre che ad Altri, altresì alla mia persona.
Articolo non firmato, che pubblica la fotografia di un cervo abbattuto destinata all’archivio del Centro di Raccolta (ove deve obbligatoriamente provvedersi a misurazione ed a controllo biologico degli ungulati prelevati anche a mezzo di esercizio di lecita attività venatoria). L’animale in questione non è mai stato esposto in alcun luogo pubblico.
Stupisce anche la faziosità del messaggio che, pretendendo di censurare un’arrogante e macabra ostentazione di un trofeo, è evidentemente solo funzionale ad alimentare l’avversione all’esercizio venatorio e ad influire in tal senso sull’opinione pubblica attraverso la diffusione oltretutto di dati incompleti, non veritieri, e senza tenere in alcun conto o nella più profonda ignoranza di elementi fondamentali a rappresentare quella che invece è la realtà. Gli stessi commenti dei lettori pubblicati paiono opinioni da voi indotte grazie alla Vostra disinformazione, mentre dei commenti a favore della caccia viene omessa o ritardata la pubblicazione. Sarebbe interessante capire quale deriva, a questo punto, politica, prende il vostro giornale che dovrebbe essere oltre che on-line anche indipendente, mentre emerge una chiara impostazione editoriale estremista di estrazione animalista che mira a screditare qualsiasi cosa abbia a che fare con la caccia.
L’articolo è ingiustificatamente ingiurioso, genera gravissimo discredito nei confronti del sottoscritto e di altre persone, e tenta di mostrare come criminale un lecito prelievo di cervo.
Altro che voce dell’Appennino, pare proprio abbiate dato voce a tutt’altro, nel bel mezzo di aziende agricole di alta collina e di montagna in sempre maggior difficoltà, ed a gente che si sporca le mani (ed i piedi) e che si prodiga, utilizzando le proprie conoscenze scientifiche e tecniche per provvedere alla conservazione delle specie selvatiche e per creare reddito sostenibile in montagna nell’interesse dell’intera Collettività.
Ciò che è stato diffuso ha una portata e conseguenze grandemente negative per chi lavora correttamente, con passione, con amore per il genere animale, con il garbo, l’etica, il rigore, il rispetto per il prossimo dovuti anche in quella stessa montagna della quale avete preteso di essere portavoce.
Vanno conseguentemente doverosamente informati i lettori dei fatti che si riaffermano e che ancora seguono.
La foto pubblicata da Redacon, destinata all’archivio del Centro di Raccolta e non per fare bella mostra sull’home page del Vostro giornale senza le adeguate autorizzazioni e specificazioni di chi ne è titolare, è stata illegittimamente da Voi utilizzata e tratta dalla rivista Armi e Tiro.
Dell’articolo pubblicato su “Armi e Tiro”sono state riportate dal Vostro giornale la sola foto e stralci di testo di contorno, tralasciando così i contenuti importanti quali ad esempio i grafici che indicano la crescita numerica del cervo in Provincia di Reggio Emilia e in particolare il trend in forte crescita della misura dei risarcimenti dei danni erogati in montagna e causati dal popolamento di cervi.
Il cervo prelevato, oltre a non essere un rè, ma un anomalo, rientra in un piano di prelievo di circa 200 esemplari da cacciare in provincia di Reggio Emilia. E trattasi di un prelievo conservativo della specie, ossia che non comporta riduzione della popolazione locale (si tratta, infatti, del primo anno di caccia a cui seguiranno, si spera, interventi di prevenzione e prelievi maggiormente mirati alla riduzione dei danni agricoli).
La caccia al cervo a Reggio Emilia è frutto di un più grande progetto di gestione conservativa della specie che interessa Regione Toscana ed Emilia Romagna(ACATER), avvallato dalla maggior parte delle associazioni agricole, ambientali e venatorie, nonché da ISPRA (Istituto Nazionale Per la Ricerca Ambientale), ed ecco perché la presenza del Dott Silvano Toso, uno dei massimi esperti del settore a livello nazionale. Tentare di far passare questi per un “cacciatore sbruffone”, quando è notorio che ha invece dedicato la propria professione e tutta una vita alla conservazione ed alla ricostituzione del patrimonio di fauna selvatica nel nostro Paese, significa essere in malafede o totalmente ignoranti in materia di management della natura e dell’ambiente.
Si deve in definitiva intravedere nel Vostro scritto la volontà non di informare sulle reali motivazioni che portano alla caccia al cervo, che, al contrario di quello che Redacon ha voluto far credere, è un grande traguardo per garantire oltre che la conservazione della specie anche la convivenza tra montanari e cervo e che poche Province (dove le regole ci sono e vengono ben applicate come a Reggio Emilia) si possono permettere.
Viene pure il dubbio che qualcuno utilizzi in modo non consono il mezzo di comunicazione di massa Redacon per scopi di propaganda e personali sperando, al pari di quanto è accaduto con la prima caccia di selezione al capriolo, di ottenere i medesimi risultati. Cioè bloccare e poi ridimensionare per anni l’attività di “caccia a bambi”, agevolando così l’esplosione demografica del capriolo costata migliaia d’incidenti stradali (i montanari ne sanno qualcosa) e danni agricoli e forestali, con il rischio di dar corso ad attività di prelievo illecito e fuori controllo.
Credo però che questa volta la battaglia sia più difficile perché i montanari come lo scrivente, che vivono in mezzo ai cervi (oltre che agli altri animali selvatici), sono sempre più consapevoli che è necessario raggiungere un equilibrio. Da un lato occorre assolutamente salvaguardare i popolamenti degli animali, patrimonio anche di coloro che a caccia non vanno e connaturale elemento della bellezza di un territorio, contemperando d’altro canto le esigenze degli animali stessi con quelle dei cittadini residenti e delle legittime attività di essi, spesso fatte di agricoltura e silvicoltura. Trattasi insomma di gestire la fauna selvatica, il che implica fatti concreti, non fare della filosofia fine a sé stessa, magari pronta a tacere fatti veri ed a strumentalizzare fatti non veri.
In definitiva l’articolo in questione appare sgradevole e scorretto e confido di vedere pubblicata questa mia lettera in segno di civile replica con la medesima evidenza, riservati naturalmente, allo stato, ogni diritto ed azione anche senza altro avviso.
(Marco Picciati)
* * *
RISPONDE LA REDAZIONE: Gentilissimo singor Picciati, nessun problema nel pubblicare la sua replica (con quale evidenza, però, lo decidiamo noi). Alcune precisazioni:
- La nostra pubblicazione di una foto “destinata all’archivio del Centro di Raccolta (…)” non è stata presa dal medesimo centro ma bensì da una rivista pubblica, per altro citata, reperibile on-line: cosa c’è di illegittimo? Non equivale, per altro, questa a una esposizione al pubblico? Chi ha consegnato a una rivista questa foto per la pubblica diffusione ce lo dica lei che, per altro, ne ha firmato l’articolo a corredo.
- Gradiremmo sapere quali sono i dati non veritieri da noi citati che lei accenna, ma non menziona.
- I lettori commentano quanto meglio credono e naturalmente leggerà di commenti pro e contro la sua foto. Non pubblichiamo – glielo ricordiamo nel caso in cui le fosse sfuggito – anonimi o ingiuriosi. Come lei possa sapere di commenti inviati e pubblicati in ritardo – non abbiamo ricevuto alcun suo commento in merito - rispetto ad altri è un mistero ignoto a noi stessi che, invece, i commenti li vagliamo e inseriamo secondo le predette modalità.
- Gli estremismi li lasciamo ad altri: personalmente la nostra testata non ha foto delle quali compiacersi o far pubblicare.
- L’articolo, lei ci scrive, è ingiurioso: le chiediamo dove, dato che i virgolettati sono tutti attribuibili a fonte precisa cui, da che mondo è mondo, si può tranquillamente replicare.
- Una domanda: la foto che è facilmente reperibile su internet ha mai pensato se possa urtare (se non anche ingiuriare) sensibilità diverse dalla sua?
- La caccia di selezione ha una sua utilità e, giustamente, l’articolo che lei cita lo si può leggere nella versione integrale qui (ci dispiace non avere colto, nella notizia, quanto a lei caro).
- Lei si assume la responsabilità della frase “sul Dott Silvano Toso (…) “cacciatore sbruffone” che, naturalmente, nell’articolo da lei contestato non trova riscontro. Non ultimo un lapsus di Picciati: Ispra sta per Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale; manca la parola ‘protezione’.
- Lei parla ripetutamente di “conservazione della specie”: non trova buffo immettere questi animali dove prima non c’erano per poi doverli ammazzare a schioppettate? Oppure immetterli ogni anno – leggasi fagiani – per poi ammazzarli disseminando cartucce nell’ambiente? A prescindere da questo, sul necessario equilibrio concordiamo con lei o lei con noi.
Questa lettera o altre missive giunte in queste ore non fermeranno in maniera alcuna il doveroso senso di cronaca che, come potrà facilmente leggere sul nostro sito, parla altresì di diverse attività venatorie, come le giornate ecologiche promosse dalle associazioni dei cacciatori o le repliche degli stessi a notizie pubblicate.
Cordialità
Insomma. Qui si vuole contestate la tradizione della caccia. Io concordo con Malvolti: la foto che si vede è bella, parola di cacciatore. Ma, concordo con un altro Roberto, NON si capisce come mai è finita su Redacon: doveva rimanere segreta sulle nostre riviste di settore, se no poi ci la gente ci rompe le scatole. Occhio non vede, cuore non duole, animale muore (aggiungo io).
Vado alle giornate di pulisci l’ambiente e poi mi si vuole impedire di ammazzare le bestie di troppo? Ma suvvià: siamo noi cacciatori che difendiamo i vostri orti!
Bravo Picciati colpisce al cuore la faziosità di questa redazione che NON deve informare sulle nostre attività di selezione, se non come lo diciamo noi. La caccia è cosa nostra.
(FlP)
Penso che il signor FIP dovrebbe smettere di scrivere. Crea quasi più danni alla sua categoria con la penna che ai poveri animali…”anomali”… del Sig. Picciati. Le sue sono frasi imbarazzanti: bestiacce, animale muore (lieve miglioramento ), me ne frego, la caccia è cosa nostra, ecc, ecc. Ma deve solo vergognarsi ha perfino fatto credere di aver letto Stern quando l’unica cosa che avrà letto forse è la rivista di Caccia. Ma difenda il suo di orto che è meglio probabilmente è proprio nel suo orto che c’è la bestia di troppo.
(Lup)
Una sola domanda al sig. Picciati: “Ma cosa c’entrano il sig. Picciati e il sig. Toso allegri e ridenti nella foto dietro alla carcassa del cervo se la foto doveva avere scopi scientifici?”
(Peter)
Definire una foto “segreta” seppur pubblicata su “riviste di settore” mi sembra un tantino contraddittorio, non trova sig. FLIP? O vi ritenete per caso una setta massonica che non accetta contraddittori? Se non gradite le critiche cambiate pure sport. Colgo quindi l’occasione per spezzare una lancia a favore dell’operato della redazione di Redacon: non sono a conoscenza di ritardi od omissioni di commenti pro cacciatori, ma posso garantire che nelle ultime occasioni almeno la metà dei miei non è stata pubblicata, probabilmente poichè riconosco che alcuni potevano risultare un po’ ingiuriosi. Pertanto non si può certo definire quella di Redacon una redazione faziosa o di parte su questi argomenti dibattuti.
(Jarno Dall’Asta)
Più che FLIP… direi FLOP!
(Sincero Bresciani)
Collaboro con Armi e Tiro e posso dirti che tutto il materiale pubblicato sulla rivista ( compresi i miei testi e le mie foto) sono coperte da copyright. Non posso pubblicare miei scritti o foto già pubblicati da A&T in nessun altro mezzo di informazione. Quindi se la foto è stata scannerizzata dalla rivista si tratta di violazione del copyright, punito dalle norme civili e penali attualmente in vigore.
(Pivi)
Sig. Picciati semplicemente patetico il suo intervento! Come mai una foto destinata all’archivio del Centro di Raccolta è stata pubblicata su una rivista di “settore”? Che differenza c’è tra la rivista “autorizzata!?” e Redacon? Una è informazione e l’altra disinformazione? Legittima la replica, resta comunque un’immagine con un animale morto e sanguinante e due persone che ridono orgogliose di mostrare il loro trofeo “fregandosene” del fatto di poter urtare la sensibilità di chi non la pensa come loro. Si commenta da solo invece il commento del sig. FIP: è sufficiente leggere “doveva rimanere segreta sulle nostre riviste di settore”. Poche idee ma molto confuse: mi sfugge il concetto che una rivista pubblica e reperibile on-line sia … segreta … ma? Sig. FIP si è forse un po’ … “incartato”? Coraggio, un altro commento e può farcela
Cordiali saluti
(Sergio)
Caro Lup, io credo invece che FIP debba continuare a scrivere: un po’ per allietare le mie grigie e tristi giornate in laboratorio, regalandomi momenti di puro e gratuito divertimento; un po’ perchè commentando su Redacon non fa altro che affossare la categoria a cui appartiene. “Chi è causa del suo mal pianga se stesso” .
Egr. Sig. Picciati in Italia c’è libertà di stampa per cui credo che Redacon abbia il sacrosanto DIRITTO di pubblicare ciò che ritiene più opportuno, e peraltro non ravviso tutta la faziosità che lei denuncia. Se non le piace la linea editoriale… non si connetta a Redacon. Per inciso: non la ritengo un senza cuore, semplicemente non condivido il “feticismo sgangherato” di alcuni cacciatori che si fanno immortalare con la salma di turno, e neanche ritengo che la caccia, come sostiene lei (e non solo), possa creare credito in montagna… per cortesia. Condivido infine le osservazioni della Redazione, e concludo rimaneggiando (ma non mi chieda i diritti d’autore per l’amor del cielo!!!) la sua frase: “In definitiva l’articolo in questione appare gradevole e corretto”.
Cordialità.
(Sincero Bresciani)
Non amo la caccia, ma neppure la condanno, ho letto online tramite il link l’articolo incriminato, io personalmente non condivido il fatto di vedere due bei cervi e per “sport” ucciderne uno definito anomalo, ma giustamente ognuno ha il proprio pensiero. Di tutti i commenti che ho letto di questa serie è interessante notare i vari punti di vista di cacciatori e non, molti dei quali equilibrati e rispettosi, l’unico che veramente mostra esaltazione, maleducazione, mancanza di rispetto per la natura e di conseguenza dei suoi simili è FIP, spero che qualche suo collega lo abbia riconosciuto e prenda le distanze da lui, in tutti i sensi, in quanto è un danno per tutta la categoria alla quale afferma di appartenere e per la società in generale . Per quanto riguarda Redacon è normale che alcuni commenti vengano pubblicati oltre le aspettative, in quanto devono essere vagliati, proprio per evitare commenti offensivi, questo mi pare serietà. Saluti.
(Ettore)
Ma solo a me “FlP” sembra quello che, nel linguaggio di internet, viene abitualmente definito un “troll”, ovvero un disturbatore dell’utenza che non ha interesse nell’apporto costruttivo alle discussioni? Mi sbaglierò, ma ritengo più probabile che si tratti di un individuo contrario alla caccia che si spaccia per cacciatore per gettare ulteriore discredito sulla categoria piuttosto che un personaggio realmente convinto di quello che scrive. O forse voglio soltanto sperarlo. Per il resto, è dura esprimere pareri obiettivi su questioni così complesse e dai punti di vista così inconciliabili. Dispiace solo notare che, nella lotta senza fine tra ambientalisti e cacciatori, chi continui a rimetterci (e tanto) sono i contadini: non idealisti che pontificano contro la caccia perché “pare brutta”, non cacciatori che praticano un hobby costoso dai risvolti dannosi, ma gente che con la terra vorrebbe campare e che, comunque andrà, continuerà a prendere sonore legnate.
(Giuliano)
Finalmente qualcuno lo ha capito! Questo personaggio è un evidente provocatore… non dategli neanche la soddisfazione di una risposta.
Inoltre chiederei alla redazione un minimo di malizia in più per individuare questi provocatori. Capisco che il rischio di censurare il commento corretto c’è, ma questo caso è ecclatante.
Grazie.
(ldp)
Da figlio di cacciatore comprendo la passione, pur non condividendola, della caccia; mangio carne, compresa la selvaggina… ma la difesa addotta mi pare piena di ipocrisia, altra cosa che non sopporto. Se si pensa in un certo modo poi è altamente ipocrita dire che “La foto pubblicata da Redacon, destinata all’archivio del Centro di Raccolta” se poi i soggetti non sono le prede ma i predatori.. o al centro raccolta c’è un archivio per vedere i soggetti cacciatori anomali per poi eliminarli? Oppure utilizzare termini quali “attività di prelievo” per definire la caccia al capriolo o al cervo… è caccia punto e a capo. Sono cresciuto con i racconti dei grandi (spesso anziani) delle battute alla lepre e ne rimanevo incantato dalla ricchezza dei particolari con cui descrivevano l’azione e tutta la natura che circondava le loro battute, ma mai li ho sentiti essere ne ipocriti sulle loro azioni o nascondersi dietro a giustificazioni di “prelievo”.
(Corrado Parisoli)
Signor Picciati Le premetto che non amo la caccia in ogni sua forma, ma vorrei che lei capisse una cosa: la gente che la pensa come me vedendo queste foto prova sdegno e pena vedendo un bellissimo animale come quello disteso a terra sanguinante in mezzo a due persone che senza il minimo rispetto se la ridono fieri e pieni di sè. Vede, Picciati, lei non avrà commesso niente di illegale e questo è sicuro, ma cerchi di capire che abbattere un animale indifeso nascosto dietro una siepe con un “CANNONE” che ucciderebbe un elefante a 1 km o 2 non è poi un motivo così valido per potersi vantare e farsi fotografare così orgoglioso. Atteggiamenti così spavaldi sono comprensibili per ambiti di tipo sportivo, ovvero quando atleti si battono ad armi pari e solo la preparazione e anche la fortuna decidono chi tra i contendenti deve avere la meglio. Direi che non è proprio il caso in questione, in quanto solo uno dei due voleva assolutamente partecipare alla gara mentre all’altro non interessava parteciparvi, neanche e sopratutto come bersaglio. Buona giornata!
(Mario)
https://www.youtube.com/watch?v=RKDz5tNC-IE
Occhio non vede, cuore non duole (ma il palato spesso gode) la questione è maledettamente complessa, troppo semplice risoverla con un commento che lava coscienza. Credo che gli unici a poter esprimere giudizi definitivi siano i vegani, per gli altri, almeno quelli che mostrano sensibilità per certe immagini urge cambiamento di stile di vita (i commenti non bastano anzi sono deleteri perchè mostrano incoerenza a go go).
(ellebi)
Qui si tratta di valutare opportuno, o meno, certi atteggiamenti da parte dei cacciatori. Nessuno esprime giudizi definitivi, ma punti di vista leciti. Oltretutto, come ben dimostra il video, la caccia non sopperisce alla mancanza di proteine animali. Cordialità.
(Sincero Bresciani)
Scene crude ma reali, non si uccide un animale accarezzandolo sicuramente… e queste scene più o meno le ho viste tutte fin da piccolo, visto che abito in campagna e se non vuoi comprare la carne nei negozi ti devi tenere le galline, i conigli, i maiali, le mucche… e prima o poi se vuoi mettere qualcosa sotto i denti… si deve uccidere l’animale che tanto hai curato… Lo ridico, sono 30 anni che abito qua e ho sempre visto, pochi caprioli o cinghiali, e mai cervi o lupi, mentre negli ultimi 2 anni questo succede. Sicuramente ci sono stati portati nelle nostre zone, ma per colpa di chi?, per chi naturalista vuole vedere questi animali?, o per i cacciatori che poi possono sparargli? Penso non la seconda opzione visto che per fare una selezione devo pagare fior di quattrini per uccidere un animale. Se invece così è si vede che poi tanta crisi come si dice… non c’è. Di certo so che due macchina in famiglia sono state incidentate per colpa di 2 caprioli e nessuno mi paga i danni e se dovesse piombarmi in mezzo alla strada un cervo come quello della foto?
(GP)
Gli animalisti sono la rovina dell’ecosistema, peggio ancora dei bracconieri. Serve equilibrio e sicuramente qui da noi meno ungulati.
(Samuele)
le regole del buon senso che ognuno dovrebbe possedere ci dicono che prima di parlare bisognerebbe conoscere in maniera approfondita gli argomenti in questione e poi, se ne è ancora il caso, esprimere un parere.
Purtroppo noto che molte persone attaccano il cacciatore in questione per aver privato della vita quel cervo e pubblicato quella foto .
Faccio presente a chi ha tanta sensibilità che le questioni scientifiche che portano come CONSEGUENZA la caccia di selezione sono molteplici e alquanto complesse e non alla conoscenza di tutti Ripeto quindi di informarsi in modo completo e SCIENTIFICO (la scienza non è pro o anti), e forse molti si accorgeranno che la natura e meravigliosa anche se è infinitamente più crudele dello stereotipo che ci ha insultato in testa Walt Disney,che quella foto non ha nulla di così orribile che la natura stessa non possa proporre nel suo svolgimento naturale, e se è tanto il vostro turbamento da negare che la natura stessa possa fare di peggio vi consiglio di rinchiudervi nelle vostre fumose città comparse di perbenismo e ideologie da cartone animato per bambini, la realtà non è adatta a voi.
(Ale B.)
credo che la nostra Costituzione, nel garantire la libertà di pensiero e di stampa, abbia riconosciuto un diritto fondamentale del vivere civile…tuttavia libertà di pensiero non significa libertà di insultare le altrui sensibilità…la tolleranza è uno degli insegnamenti migliori che i filosofi hanno saputo regalare ai loro simili
(rossella ognibene)