La fine del 2012 ha portato a Marina Coli un importante riconoscimento a livello nazionale. Il 31 dicembre infatti, un articolo del Corriere della Sera dedicato a “Le donne del teatro”la inserisce tra le maggiori protagoniste della produzione teatrale contemporanea, in particolare nel campo del teatro civile. La giornalista Laura Zangarini, dopo una breve biografia dell’attrice nata a Bolzano e residente a Marmoreto, cita in particolare i lavori dedicati alla Resistenza –Voci di Vento, la voce delle donne nella Resistenza-, alla violenza sulle donne –Ricevetti dei fiori oggi-, alla lotta all’omertà mafiosa con “Cosa vostra-le donne che sconfiggono la mafia” evidenziando in questi lavori “un omaggio alle donne che hanno trovato il coraggio di ribellarsi alla criminalità organizzata, di non chiudersi nel lutto, capovolgendo la propria vita, fino, in alcuni casi, a perderla”.
.
Marina Coli è attiva da anni con il teatro Bismantova e la sua scuola. Attualmente, in collaborazione con l’associazione “I sentieri del sollievo” e il patrocinio dello stesso teatro Bismantova sta curando una nuova produzione dedicata ai temi dell’accudimento e del morire: “Un intenso lavoro sul difficile rapporto vita/morte su cui oggi grava il peso dei poteri economici che controllano la nostra salute e le nostre vite” sottolinea Marina Coli raggiunta a Marmoreto di ritorno dalla natia Bolzano per mettere in scena al Teatro Bismantova “Intervista alle Befane” con le ragazze della compagnia del teatro stesso. Ovviamente domenica 6 gennaio alle 17.
complimenti grande Marina
(kella)
chi conosce marina e la sua grande professionalità non si stupisce di questo riconoscimento, grande marina.
(carla )
riconoscimento strameritato!
(alessandrogovi)
brava !!!!!
(zap)
Felicitazioni a Marina Coli. Però, non esageriamo coi sensazionalismi… Da come viene riportato l’articolo del “Corriere”, sembra che sia stata elevata alla stregua di un’artista guida del teatro di oggi, neanche si trattasse di Emma Dante o Chiara Guidi o Claudia Castellucci o Ermanna Montanari (per citare solo quattro artiste italiane note anche sulle scene internazionali). …Coli “tra le maggiori protagoniste della produzione teatrale contemporanea”?… Dai!, su… Il pezzo del “Corriere” (cfr. http://archiviostorico.corriere.it/2012/dicembre/31/donne_del_teatro_co_0_20121231_fc268ae4-5313-11e2-a259-25e4e5485fba.shtml) prende spunto da alcune teatranti che ultimamente sono salite alla ribalta di una terna di premi di massimo rango (il Duse, gli Ubu e gli Hystrio) per tracciare poi un breve e sommario excursus “al femminile” di alcune produzioni recenti di teatro civile o diversamente impegnato che cerca di radicare meglio il trascorrere di una memoria storica e umana affondando con saldezza nel terreno della biografia.
Piuttosto, non so quanti lettori di “Redacon” sappiano della vittoria di un Premio Ubu Speciale 2012 (gli Ubu sono gli “Oscar del teatro italiano” per intenderci… questo sì un botto!) da parte di una teatrante di Baiso per il suo lavoro articolato con lo Spazio DOM – La Cupola del Pilastro a Bologna. Mi riferisco a Bruna Gambarelli, fondatrice e anima della Compagnia Laminarie (cfr. http://www.laminarie.it/ oltre a – tra gli altri – http://www.dramma.it/index.php?option=com_content&view=article&id=7825:intervista-a-bruna-gambarelli&catid=40:articoli&Itemid=12).
Detto tutto ciò, vive congratulazioni a Marina Coli …e a Bruna.
(Damiano Pignedoli)
Egr. Sig. Pignedoli : le opinioni sono come le p…e e ognuno ha le sue.
(zap)
Be’ allora, Egr. Sig. Zap, non mi resta che augurarle di godersi le sue “p…e” in questo novello 2013, visto che oggigiorno si è persa l’abitudine o, semplicemente, non si ha voglia di argomentare le opinioni perché tanto ognuno ha le sue e dunque “i gusti sono gusti”, “la tua opinione vale quanto la mia” e compagnia bella… Per cui il discernimento, la conoscenza, i distinguo e le differenze vadano pure a farsi … . Tanto oggi siamo in pieno conformismo e l’omologazione domina, no? Già, ha ragione: perché cercare di dare un poco di spessore e di respiro alle cosiddette opinioni con un po’ di scavo critico e soprattutto conoscitivo in più? Perché? Non ci bastano le p…e? Non ci bastano forse i Giletti? e le D’Urso? i TG? No, dai, cerchiamo di essere qualunquisti che andiamo forte così! e si vede, del resto: numeri 1 in Europa. Avanti tutta!
Mica ce l’ho con la Coli (alla quale ho fatto i complimenti, auguro il meglio e sono lieto abbia avuto visibilità), se lei rilegge bene il mio intervento non è questione di opinioni: è questione di un articolo, quello del “Corriere”, che ha dei contenuti di un tipo ben preciso e non altri di tono sensazionalistico, mentre ho reputato giusto riequilibrare il tutto ricordando altresì l’esempio misconosciuto della “montanara” Gambarelli quale recente vincitrice effettiva di uno storico riconoscimento, documentato su ben più di una testata nazionale e non. E siccome – guarda te! – mi occupo professionalmente di Teatro e Spettacolo da anni (lavorando con artisti e intellettuali anche di livello internazionale, con pure 6 edizioni alle spalle di quei Premi Ubu di cui sopra e mi fermo qui) e ho il brutto difetto (non so lei) di non amare granché le mistificazioni o le iperboli a cui questo Belpaese è assuefatto, so bene dove gravitano e su chi le maggiori produzioni teatrali contemporanee: e non è perciò questione di “opinioni” (parola da bandire oramai: siamo invasi dagli opinionisti…) e/o di un singolo articolo di un singolo giornale di una singola giornalista, bensì di mercato e circuiti, di attenzione costante di operatori e mediatori culturali (ovvero critici, studiosi e uffici stampa), di direttori artistici, festival e premi vari, oltreché di tendenze in atto del pubblico, di maggiore o minore capacità artistica e di altre cose che è inutile stia qui a spiegare visto che – a quanto pare – ognuno ha le sue p…e. E quindi perché confrontarsi? perché parlare? perché scrivere? perché pensare? Perché? …E sì, alla fine ha proprio ragione lei… Per cui, buon anno Egr. Sig. Zap.
(Damiano Pignedoli)
Ciao “Fatina Buona” mi voglio complimentare con te per la tua tenacia, i tuoi sforzi l’impegno e la professionalità dimostrata. Da quando ci conosciamo non hai mai smesso di lavorare…………….. ti voglio bene. Che questo sia solo l’inizio del raccolto a te destinato.
(erostamburini)
Egr. sig. Pignedoli, mi sembra che siano solo stati fatti dei complimenti a una persona conosciuta che fa teatro, cosi’ come si fanno i complimenti a un noto sciatore della zona quando si piazza bene in qualche gara, personalmente se conoscessi artisticamente la sig.ra Gambarelli e cio’ che fa mi piacesse e mi trasmettesse delle sensazioni farei i complimenti anche a lei.
Mi permetto di farle una domanda : se sul Corriere si fosse parlato anche della sig. ra Gambarelli avrebbe scritto le stesse cose ? Avrebbe cercato di rieqiuilibrare le cose ?
Per quanto riguarda i Giletti, le D’Urso ecc. ( credo che siano personaggi televisivi quindi ne deduco che lei guarda le televisione ) vedo che ne sa piu’ di me, io per scelta non ho la televisione per cui non so di cosa parla.
(zappaterraroberto)
Concordo con Damiano Pignedoli, chi vuole andare oltre è spesso criticato, perchè non si omologa al pensiero dei più. Ho capito benissimo il suo intervento e le sono grata per avere parlato di Marina Coli e di Bruna Gambarelli , che non conoscevo.
(MC)
Volevo complimentarmi con Damiano Pignedoli (che non conosco) per la capacità “critica”, le argomentazioni , l’assenza di ipocrisia e la completezza
del giudizio .
(Commento firmato)
Ringrazio MC e “Commento firmato” e rispondo – finendola qui – a Roberto Zappaterra, il quale può chiaramente fare i complimenti a chi desidera: non è questo il punto. La Gambarelli ha vinto un premio importante, conosciuto anche all’estero (dove, cioè, il teatro è un’attività sentita e importante, va con ampio spazio sui giornali e perfino in TV in prima serata, il pubblico è informato e inoltre paga molto meno che in Italia per vederlo); un riconoscimento vinto in passato – nelle rispettive categorie – da gente come Strehler, Vittorio Gassman, Fo, Carmelo Bene, Filippo Timi, Ascanio Celestini, Gae Aulenti, Luca Ronconi, Arnaldo Pomodoro, Alessandro Bergonzoni, Margaret Mazzantini (quando ancora faceva l’attrice) oltre al quartetto di donne da me succitate, e potrei continuare per un bel po’ con nomi di rango limitandomi solo a quelli italiani, mica ha vinto una manciata di righe sul “Corriere” da parte dell’ultimo arrivo (perché così è) nella redazione spettacoli del pur noto quotidiano. S’è colta solo l’occasione della notizia riportata – giacché si parlava di arte teatrale – per ricordare un’altra donna, del nostro appennino, meritevole di altrettanta menzione (vista la sua conquista) su una testata come “Redacon” che si occupa di esso e delle sue persone. In questo caso, la notizia era sfuggita e non sto a colpevolizzare per ciò il giornale online, fatto con impegno e passione e lodevole spirito volontaristico. Però, s’è colto il destro altresì per ridimensionare – riequilibrando le cose – un certo sensazionalismo giornalistico esagerato e sommario, un po’ troppo diffuso oggigiorno (mica ce l’ho, quindi, con chi ha fatto i complimenti, per essere chiari…), a fronte di chi invece non aveva ricevuto neanche una riga e l’avrebbe nondimeno meritata. Punto.
Poi, un distinguo (benché lei preferisca le opinioni…) per giungere a completare la risposta: la Gambarelli e la sua compagnia Laminarie è stata premiata per il lavoro organizzativo e sociale – ricco di contenuti creativi, multidisciplinari e interpersonali – che fa sul territorio attraverso uno grosso spazio in disuso, recuperato dallo scempio in maniera polivalente e che è collocato in una zona difficile della grassa Bologna. Zona che reca ancora addosso i segni della criminalità (lì, tra gli altri, operava la banda della Uno bianca) e di conflittuali processi di assestamento delle varie ondate di immigrati che vi si sono insediati. Ma siccome qui si sta discettando di “produzione teatrale contemporanea” – ergo, realizzazione di spettacoli – certamente non avrei ascritto la suddetta Bruna tra le “maggiori protagoniste” di tale categoria perché in effetti non vi rientra, anche se il lavoro della sua compagnia è andato in tournée in Giappone, Francia, Cuba, Svizzera, nell’est europeo ed è già stato parzialmente storicizzato – per esempio – tramite alcuni libri e pubblicazioni di riferimento per chi si occupa di Teatro Contemporaneo (e cerca quindi di capire su che versanti significativi o meno si sta muovendo oggi tale arte) quali “Nuova Scena Italiana” di Chinzari-Ruffini e “Il Patalogo – annuario dello spettacolo”. Quindi Storia, non cronaca, non giornalismo. Compris? Aggiungo perdipiù che l’ultimo spettacolo che ho visto della compagnia Laminarie – pur ben fatto, curato, pulito e interessante – non mi ha emozionato granché. Infatti, la compagnia è stata premiata per altro, non per l’inventiva o l’importanza della sua produzione teatrale scenica che, ora come ora, compete maggiormente ad altri protagonisti. Auguro alle nostre due artiste di montagna di essere un giorno tra questi. Stop.
Infine, a lei piace ironizzare e anch’io amo assai l’ironia, però lei deduce male, molto male: poiché anch’io non ho la televisione e la boicotto da un bel pezzo (oggi v’è pluralità di ‘media’ intorno a cui attingere). Tuttavia, mi capita di guardarla, sì!, o quando scendo da Milano per trascorrere un po’ di tempo coi miei anziani genitori che – bontà loro! – la seguono a parecchie ore del giorno o altrimenti quando sono a casa della mia morosa che è una Filosofa laureata, lettrice di Montaigne e Sartre, e tuttavia le garba guardarla con occhio ironico, divertito e ferocemente critico, in quanto trattasi di uno dei tanti specchi della nostra derelitta Italietta su cui interrogarsi invece che stordirsi sguaiatamente a suon di slogan e opinionismi. Del resto, mi scusi eh?, mica è automatico che chi si mette davanti a uno schermo televisivo spenga il cervello, i pensieri e i sentimenti. Il problema è certo chi la guarda: ma chi la guarda con superficialità e senza volere approfondire o andare dentro le pieghe del Reale e delle questioni. Ulteriore problema inoltre è chi la fa la TV. Un tempo ci andavano e pure la facevano – guardi un po’ – proprio i Gassman, i Fo, i Carmelo Bene, gli Strehler summenzionati e poi i Pasolini, gli Ungaretti, i Gaber, le Mina, le Valeri, i Noschese, i Chiari, eccetera e non è che non facessero audience: solo non c’erano ancora lo share, parametri discutibili come l’auditel e nemmeno così tanti apparecchi video. Le ho fatto i nomi di Premi Nobel, di personaggi di chiara fama riconosciuta e tradotta all’estero, acclamata nel mondo e non solo nel nostro provincialissimo Belpaese, artisti indenni dalle ingiurie del tempo e della memoria. Oggi c’è “L’invasione degli Ultracorpi”: figuri senza arte e però con una chiarissima parte (quella del Potere e degli apparati di controllo) che invadono il piccolo schermo alienando e soffocando anche quel poco di buono che c’è e/o quel tanto che ci potrebbe essere, “provocando autentici cancri culturali” per citare Bergonzoni. Mi rallegro che lei non la guardi, ma non è che possiamo dirci fuori: la profezia di Bradbury s’è avverata, oramai nella televisione ci viviamo dentro. Allora ci vuole discernimento, conoscenza, capacità critica e di approfondimento in luogo di facile opinionismo e ipertrofia comunicativa: per liberare la Realtà dal continuo Irreality Show in cui da più parti la si vuole immergere allo scopo di abbassarne le potenzialità d’intervento diretto da parte delle persone – al di là di politicanti, mercenari, raccomandati e opinionisti senza scrupoli ed etica.
Finito, e una volta per tutte.
Grazie e saluti.
(Damiano Pignedoli)
Egregio signor Pignedoli, non credo che possa decidere lei se la discussione debba finire qui ma forse è meglio così. Lei dall’alto della sua esperienza in materia, e si capisce da ciò che scrive, ha espresso un’opinione, io, dall’alto della mia ignoranza in materia ho espresso la mia, tutto qui. Saluti.
(Roberto Zappaterra)
Innanzitutto i miei complimenti a Marina Coli per l’attività che svolge e i successi che ottiene. Poi una considerazione che esula dall’argomento dell’articolo ma che nasce dalle cose che ho letto. Succede come con le chiacchiere che passando di bocca in bocca vengono travisate e questo è un grosso problema della ridondanza informativa dei nostri tempi. Le notizie passano fra i vari media, riportate più e più volte, modificandosi lungo il percorso. Sul Corriere c’è scritto: “Le donne del teatro. Registe e attrici, nuovi talenti sul palco”. Nell’articolo soprascritto si dice: “un articolo del Corriere della Sera dedicato a “Le donne del teatro” la inserisce tra le maggiori protagoniste della produzione teatrale contemporanea”. Credo che sia chiara a tutti la differenza di significato. Dire “nuovi talenti” non è sinonimo di “maggiori protagoniste”. Questo non toglie nulla ai meriti che giustamente vanno a Marina Coli ma bene ha fatto il Sig. Pignedoli a far notare l’inesattezza, vista la sua competenza in materia. Non è una questione di opinioni ma di verità informativa. Sarebbe auspicabile che tutti fossimo più attenti ad approfondire la verità informativa evitando di considerare “opinione” ciò che è un travisamento della realtà. E’ una mia opinione che Marina Coli possa piacermi o no, non è una mia opinione che “nuovi talenti” significhi “maggiori protagonisti”. Se lo penso è un mio errore.
In conclusione i complimenti li faccio al Sig. Damiano Pignedoli per le informazioni che ci ha dato e per le considerazioni che ha fatto che condivido in pieno.
(Anna Maria Gualandri)
E’ da qualche giorno che seguo questa diatriba e devo dire che sono basita. Se mi permette, Signor Pignedoli, si possono correggere inesattezze editoriali e portare all’attenzione dei lettori altri artisti ancor più meritevoli senza per questo dare le netta impressione di voler sminuire il lavoro della Signora Coli. A meno che proprio questo non fosse l’obiettivo. E se mi permette, Signor Zappaterra, le opinioni sono cosa diversa dal giudizio competente di chi è del mestiere, se pur espresso con tono che può essere fastidioso. Possibile che non si riesca mai a instaurare una discussione serena evitando supponenza e contrapposizioni da derby, anche se in calce a una buona notizia? Mah, complimenti a Marina Coli e anche a Bruna Gambarelli, che forse da questo giornale non era conosciuta visto che a quanto si legge nei link riportati dal Signor Pignedoli vive e lavora a Bologna.
(commento firmato)
Egregio signor “commento firmato”, anche se sono competente di una cosa in particolare non mi permetterei mai di dare un giudizio, questo perchè ci sarà sempre qualcuno più competente di me, da cui magari imparare qualcosa in più, e questa è una opinione.
(Roberto Zappaterra)
Nonostante gli interventi del sig. Pignedoli siano mirati, precisi ed esaurienti ho avuto anch’io l’impressione che il risultato di Marina Coli venga sminuito. Resta il fatto che Marina Coli sia bravissima e meriti solo applausi. Non sono del mestiere come il Sig. Pignedoli però il primo intervento me lo sarei aspettato più tecnico e forse si poteva tralasciare i paragoni che sono sempre sgradevoli. Comunque per non creare nuovi dissapori ritengo corrette le precisazione di un professionista e ringrazio perché ho appreso qualcosa di nuovo sul mondo a me sconosciuto del teatro. Grazie.
(Roberto)
Leggo solo ora i commenti riportati. Resta solo il fatto ineludibile che Marina è una donna preparata impegnata che recita canta scrive per il teatro e sopratutto riesce a stimolare l’interesse di tante persone della nostra montagna. Brava Marina!
(Giunchiglia)
Penso che il sig. Pignedoli nel suo intervento volesse solo fare riflettere sul “registro” utilizzato nell’articolo, invitando chi scrive di teatro, come di qualunque altra cosa, a parlare evitando botti, trionfalismi, ed altro ancora… Colgo l’occasione per salutare Marina Coli e Bruna Gambarelli.
(A. Saielli)