Home Cronaca A Novellara si ricorda don Candido Bizzarri, originario di Rosano di Vetto,...

A Novellara si ricorda don Candido Bizzarri, originario di Rosano di Vetto, a tre mesi dalla prematura scomparsa

22
0
Don Candido Bizzarri

“Sognando notti piene di stelle in compagnia di un amico”: questo il tema della serata di preghiere, testimonianze, canti e immagini per ricordare don Candido Bizzarri a tre mesi dalla morte, avvenuta il 21 settembre scorso. Sarà la chiesa collegiata di Novellara, che lo ha avuto come parroco dal 1999, ad ospitare sabato prossimo, 22 dicembre alle ore 21 l’iniziativa.

La serata non vuole esser un incontro commemorativo o evocativo, ma un dialogo con una amico che è presente e vivo nel cuore di tantissimi, anche se una malattia inesorabile lo ha strappato fisicamente al contatto degli amici e dei parrocchiani.

L’iniziativa parte dal Gruppo Rwanda padre Tiziano e dal gruppo Missionario della parrocchia di Novellara, ma idealmente abbraccia i tanti ambiti in cui don Candido ha generosamente speso la sua esistenza svolgendo un prezioso ministero: dall’Azione Cattolica, alla parrocchia di Santo Stefano, alla parrocchia di San Bartolomeo, alla scuola.

Sarà la Paroladi Dio, con la lettura di brani del Vangelo inerenti la figura e l’opera di don Bizzarri, il filo conduttore della serata nel corso della quale amici e collaboratori daranno voce al rapporto di amicizia e di collaborazione avuto con il sacerdote. Ne sarà illustrato l’impegno generoso in terra reggiano-guastallese, ma anche in Rwanda e da ultimo in Perù, contraddistinto da uno stile inconfondibile fatto di capacità di ascolto, di tessere amicizie, di coinvolgere. La “missionarietà”, il sorriso, la bontà, l’affabilità, l’attenzione al prossimo senza distinzione alcuna, sono state alcune delle peculiarità di don Candido.

Sabato sera verrà anche presentato e distribuito il volumetto “The Worl and Rosano.Il mondo e Rosano”, un’autobiografia circoscritta agli anni dell’infanzia, scritta dallo stesso don Candido, originario di Rosano, negli ultimi mesi di vita quando era ospite della Casa della Carità di Novellara.