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Rimanere a piedi in quel di Vetto

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Riceviamo e pubblichiamo

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Semiasse

Accade di fare le stesse strade per tanti anni, sopra pensiero, attraversando i paesi dell'Appennino reggiano distrattamente, uno sguardo al cartello tanto per sapere più o meno a che punto si è prima di arrivare.

Poi accade un giorno in cui devi affrontare una prova importante, un appuntamento inderogabile. E' inverno inoltrato, nebbia e pioggia. Un pensiero la sera prima: "Parto per tempo, si sa mai che fori." Mai forato in trent'anni di patente, ma non si sa mai. Porto mia figlia a scuola e mi avvio verso Parma.

Da Castelnovo la via più comoda è fare la strada che costeggia il fiume Enza.

Appena superata la località "Casino" mi balla il manubrio. Scendo e per fortuna constato che non ho forato, nonostante la funesta profezia del giorno prima. Mi riavvio. Arrivo al Sole, ma proseguo con la ruota traballante verso il comune, se devo chiedere aiuto là troverò quel che mi serve. Dopo un disastroso percorso giungo in quel di Vetto, felice di essere in un paese "che fa comune".

La mia prima speranza è il benzinaio.

Mi avvicino al distributore e chiedo se c'è il benzinaio. Il signore che avrà avuto 80 anni circa mi risponde usando un termine in inglese dicendo che  lì c'è solo Self.  Allora mi dirigo verso la piazza, perché una piazza è una piazza. E la piazza del paese sarà senz'altro il cuore pulsante della comunità. Entro in un bar dove spiego il mio dramma: entro un 'ora e un quarto devo essere a Parma per un impegno davvero importante. Chiedo loro del meccanico, mi dicono che il meccanico abita al Sole, il paese appena passato. E che non lavora più. Altri non ce ne sono. I gestori del Bar capiscono il mio problema e si danno da fare, carinissimi.

E io intanto telefono.

Ma come? Un paese di 2000 anime? Un tempo ogni paese aveva un benzinaio, un meccanico e gli anziani non sapevano dire Self. 

Inizio a telefonare in modo forsennato, allibita.

Intanto al Bar si forma un capannello di volenterosi che iniziano a discutere sul da farsi. Pare ci sia un certo signor Tal dei Tali che faceva il meccanico, era bravo adesso non lavora più. Eccolo che arriva come per miracolo a far colazione. Un signore magrino, di altri tempi. Mi chiede la macchina e sparisce per provarla.

E io intanto telefono.

Torna dicendo che forse c'era un bastone, il famoso bastone tra le ruote? penso io, ma che la macchina è a posto. Gli pago la colazione, è il minimo, ma a lui non sembra molto importare, è più preoccupato di risolvere il problema. Tira fuori un attrezzo stringe e svita bulloni. Intanto sempre più signori di una certa età si radunano intorno alla mia auto.

Chiedo al barista come mai non c'è un meccanico e lui mi dice che non si sono più un sacco di cose.

E' proprio vero. Di certe cose non ti accorgi finché non ti fermi e osservi.

Di gente gentile ce n'è ancora tanta.

Servizi?

Nel frattempo giungono rinforzi, e io posso proseguire il mio viaggio verso il mio appuntamento cruciale.

 

Lettera firmata

 

17 COMMENTS

  1. Purtroppo “IL PROGRESSO?” ci ha portato alla vera miseria,pensa che a Cola che è una piccola frazione del comune in questione,quando io ero un bambino,negli anni 60,c’erano 2 bar,tre botteghe di alimentari,un distributore di benzina”senza self”,l’ufficio postale le scuole elementari ed un caseificio. Adesso c’è rimasto un bar e nient’altro.
    Quando vedo ora come sono ridotti i nostri paesini,per me che li conosciuti in quegli anni,mi fa male al cuore,passo per Buvolo e Compiano che negli anni 70 erano paesini pieni di giovani e di vita,adesso sono una desolazione,campi non più lavorati e a volte vedi un solitario anziano che accudisce qualche pianta di pomodori o un extracomunitario che con un furgone arrugginito esce da un garage.
    Già il progresso!!!
    (lucibill)

    • Firma - lucibill
  2. E già, Vetto sta diventando un paese fantasma…..
    Una volta il meccanico c’era e c’era pure il gommista e il carrozziere. I benzinai erano due, così come gli alberghi. C’erano addirittura cinque negozi di alimentari (se non ne dimentico qualcuno), tre negozi di scarpe e c’era pure prima la discoteca e poi il cinema. Per non parlare poi di come si moltiplicava la popolazione in estate: tutto esaurito negli alberghi, i parchi giochi pieni di bambini ed i giovani si ritrovavano in ogni angolo del paese.
    Ora tutto questo non c’è più, non c’è più nemmeno un parroco!
    Rimane solo un senso di tristezza…
    Cosa rimarrà di Vetto tra qualche anno?
    (commento firmato)

    • Firma - (commentofirmato)
  3. Questa vicenda deve fare riflettere…
    Sicuramente l’accaduto non è causa di una mancanza di “servizi” che,in quanto tali,sono garantiti dalle amministrazioni pubbliche,ma da una mancanza di “attività commerciali”…
    Sul motivo per cui,nel nostro Appennino,vengono sempre più a mancare attività commerciali si potrebbe parlare per giorni…sicuramente la vicenda della lettrice fà pensare a quanto servano i negozi,gli artigiani e i piccoli commercianti anche nelle nostre realtà.Forse per far sì che continuino ad esserci noi tutti cittdini “montanari” potremmo nel nostro piccolo spendere i nostri soldi nei nostri paesi…
    Cordialmente

    (Massimiliano Zannini)

    • Firma - MassimilianoZannini
    • Ha ragione, sig. Massimiliano, ma purtroppo i soldi sono pochi e in certi posti i negozianti se ne approfittano alzando i prezzi e, se non stai attento, rifilandoti roba scaduta, mica per niente sono quelli che stanno meglio a discapito degli onesti perciò la gente che ha poco in tasca va dove risparmia.

      (Antonella)

      • Firma - antonella
      • Sig.ra Antonella mi dispiace veramente che Lei abbia avuto brutte esperienze in esercizi commerciali locali,ma fare di tutta l’erba un fascio affermando che i commercianti della montagna sono i “truffaldini arricchiti alle spalle” dei consumatori finali onesti costretti così ad “emigrare” per spendere i propri soldi mi sembra eccessivo…
        Sono comunque un fermo sostenitore,come lei,del libero mercato e della libertà di scegliere dove spendere i propri risparmi, ma poi non lamentiamoci se per anche le piccole cose dobbiamo fare chilometri di strada…
        Sempre cordialmente e senza spirito polemico

        (Massimiliano Zannini)

        • Firma - MassimilianoZannini
  4. Vorrei spendere due parole in merito a questa lettera…. con tutti i commercianti del piccolo paese, il Sig./ra malcapitato ha trovato aiuto nel nuovo bar della piazza (gestito da gentilissime persone della pianura) che purtroppo non sanno che il meccanico di Sole (officina Grazioli Vanni) è attivo!!!!! Mi spiace ulteriormente che la gente intervenuta in aiuto non abbia suggerito chi chiamare.

    (Sara Nobili)

    • Firma - SaraNobili
    • Gentile lettrice grazie della precisazione. Ad onor del vero tutti sapevano del meccanico del Sole, compreso i baristi che hanno subito cercato il numero. Ma era un’emergenza e i tempi stringevano. Ho optato per un’altra soluzione. Resta il fatto che un paese che fa comune, con gente davvero gentile, stupisce che non abbia un meccanico.

      (la malcapitata)

  5. Purtroppo ormai non è più possibile fare interventi di fortuna sulle auto attuali, ai tempi della 500 con un cacciavite ed un “filone” si rimediava sempre, certo il problema della fine delle piccole attività nei paesi di montagna è un vero problema, ma non è più concesso dai nostri politicanti fare l’artigiano e guadagnare poco, il grande evasore deve essere punito! La pubblicità del grande evasore insegna! Peccato che in grosse banche e ambienti finanziari non si vedono persone dimesse e con la barba lunga come nella pubblicità………

    (Commento firmato)

    P.S. – Dai dire che ti balla il manubrio mi fa sentire un riparatore di biciclette…..

    • Firma - commentofirmato
  6. Sole è una frazione di Vetto e dista solo 1 km dal centro (vale a dire 2 minuti di macchina) e fa parte del comune di Vetto!!!… Ovviamente non è in piazza L’officina!!!.. Consiglieremo al nostro meccanico di aprire in piazza a Vetto…

    (Sara Nobili)

    • Firma - SaraNobili
  7. Perchè nessuno si sofferma sulle cause di questa situazione? Perchè i cittadini di Vetto, che fu il paese più importante dell’alta Valle dell’Enza, accettano con rassegnazione questo stato di fatto e non pensano che Vetto potrebbe essere la “motrice” dell’economia di tutti i comuni montani? Se oggi a Vetto si lavorasse per la realizzazione della diga quante migliaia di persone sarebbero coinvolte in quest’opera e quante attività commerciali, artigianali e imprenditoriali farebbero da indotto a quest’opera? Parliamo di un’opera perfettamente realizzabile sotto ogni aspetto, un’opera che farebbe cessare lo spreco delle acque montane, che salverebbe l’agricoltura di Reggio Emilia e Parma, che produrrebbe tantissima energia pulita, che risolleverebbe le falde, ridurrebbe i pericoli di subsidenza e garantirebbe il minimo deflusso vitale, non solo all’Enza ma anche al Crostolo e ad altri torrenti; un’opera che migliorerebbe il clima, che ridarrebbe una speranza ai paesi montani, a Vetto in particolare; portando migliaia di posti di lavoro e garantendo di vivere bene a Vetto non solo ora ma anche domani. Ma tutto questo a Vetto sembra non interessare, dei sei comuni montani Vetto è l’unico che ha detto no al progetto esecutivo di un’opera già avviata. Per il Comitato, che fuori da ogni ideologia partitica lotta da quattro anni per far comprendere a tutti l’utilità di quest’opera è un vero dramma, è semplicemente la fine dei nostri paesi montani.
    Grazie a chi vorrà ascoltare la voce del Comitato.

    (Lino Franzini, presidente del Comitato pro diga di Vetto e fondovalle Val d’Enza)

    • Firma - LinoFranzini
  8. Finchè lo Stato fa pagare le tasse ai negozi dei piccoli comuni come ai negozi delle città è impensabile che un’attività riesca a stare aperta, bisogna incentivare e sgravare di tasse chi opera in centri sotto i 2.000 abitanti, perchè per chi passa è davvero strano vedere un paese fantasma, ma per chi ci vive è veramante un disagio. Preciso 2.000 abitanti nel comune, non a Vetto. Sembra che ci sia il disegno di far morire Vetto e rilanciare un altro comune limitrofo, soliti giri politici. Peccato.

    (Bice)

    • Firma - bice