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Racconti d’Appennino 12 / Il profumo buono dell’acqua

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Torniamo da Castelnovo ne' Monti che é mezzanotte sotto una stellata da paura. La notte é limpida e il caldo non ha smesso un minuto di farsi sentire. Loli, Gandhi e io non siamo soli all'ultimo appuntamento di piazza con Bottega diversa. Con noi Kiflé e Piera, nuovi compagni di viaggio. Dopo il primo appuntamento sulla finanza etica e il consumo critico, il secondo sulla terra e l'agricoltura naturale, stasera si parla di acqua. Acqua benedetta, acqua necessaria, acqua che deve sfuggire ai giochi della privatizzazione e del profitto. Acqua bene comune e la gente di queste montagne ci crede ora più che mai, come ci ha sempre creduto. Sono tosti, impegnati, non fanno niente che non comporti determinazione espressa in un fare concreto.

Nei luoghi più duri di questa terra dura, l'acqua é sempre stata amata, cercata, incanalata e rispettata. Divinità venerata fin dai tempi dei tempi, ha rappresentato la vita, il nutrimento essenziale della terra, il primo elemento d'armonia tra uomo e natura. Qualcuno illustra, stasera, i documenti e il cammino di lotta che hanno portato alla costruzione dell'acquedotto rurale che serpeggia per 9 km lungo i boschi della montagna reggiana. É nato dal duro lavoro delle sue genti, é un figlio adorato che ancora oggi costa molta fatica gestire ma non mollano, perché lo amano e ne sono orgogliosi. Tutti i giorni, da 50 e più anni, lo stesso uomo ne controlla lo stato e insieme a un comitato vigile e attento, lo manutiene con efficienza. Costruito, a "mani nude" dalla comunità intera nel 1952, col lavoro di alcuni e i soldi di altri, é patrimonio conquistato, bene comune trasversale, valore condiviso.

Le parole di chi racconta scorrono su immagini di gente stremata dalla dittatura e dalla guerra, che ancora impoverita e affamata si é rimboccata le maniche per ricostruirsi la vita attraverso il lavoro, la terra, i campi, l'acqua. Diritto di tutti, liquido amniotico vitale. La piazza é attenta a tratti commossa, brucia ancora la rabbia per il tentativo scandaloso del governo di sottrarci l'esito dell'ultimo referendum popolare sull'acqua pubblica, in nome del profitto e dello sfruttamento. L'abbiamo scampata, almeno per ora, e qui stasera gli sguardi sono duri e parlano chiaro:  "IL NOSTRO VOTO VA RISPETTATO", attenti, non ci provate, ci batteremo ancora. É un monito di obbedienza civile.

Torno a casa e non riesco a dormire. Dal letto vedo il cielo che é limpido e chiaro.  Nel silenzio, un rumore improvviso risuona dal fogliame del bosco...... non so come, non so da dove ma é acqua scrosciante che scende, é pioggia battente che rigenera e nutre, é acqua inattesa, fresca che profuma di buono, é acqua! é acqua! é acqua..... Acqua!

(Paola Savi)

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