"Appreso, da indiscrezioni, notizie sui giornali e qualche comunicazione verbale che Poste italiane ha deciso di chiudere l'ufficio del paese, i cittadini di Civago si sono riuniti in assemblea (ieri l'altro, 21 novembre) ed hanno deciso di intraprendere le possibili azioni nei confronti dell'azienda postale per impedire che ciò avvenga. Il servizio postale è prima di tutto servizio pubblico e le logiche meramente privatistiche non possono danneggiare l'interesse collettivo. A Civago vi è la compresenza di popolazione anziana, che utilizza molto le poste e sarebbe penalizzata in quanto per ogni operazione sarebbe necessario spostarsi per chilometri, e di presenza turistica semiresidenziale in vari periodi dell'anno. Senza dimenticare che il paese è uno dei punti più importanti per il Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano. E' contraddittorio cercare di incentivare l'economia turistica e togliere i servizi presenti".
Così comincia una nota diffusa ieri firmata "Cittadini di Civago per l'ufficio postale".
"Una prima forma di sensibilizzazione decisa è quella di disdire ogni rapporto basato sugli strumenti finanziari di Poste italiane. A questo proposito si stanno raccogliendo i preavvisi di disdetta dei singoli clienti da trasmettere alla direzione provinciale delle Poste. Inoltre, avendo appreso, sempre per via informale, che sabato 24 novembre ci sarà inopinatamente, come in una sorta di blitz, l'effettiva chiusura, in quell'occasione molti cittadini si recheranno allo sportello per chiudere i conti corretti ed i libretti postali".
Ancora: "Si richiede infine un incontro con il direttore provinciale delle Poste per il necessario confronto e per conoscere le motivazioni di questa repentina chiusura, anche perché il volume di traffico dell'ufficio non pare aver subito, negli ultimi anni, un più o meno drastico calo, anche per l'impegno dei cittadini che vedono ora frustrati tutti i propri sforzi. Auspichiamo che l'azione comune dei cittadini, quasi fosse una class-action, serva per fare tornare Poste italiane sulla decisione presa e quindi mantenere il funzionamento del servizio".
E l’amministrazione comunale non dice nulla? Ricordo che almeno per la chiusura dell’ufficio postale di Minozzo si era mossa anche se questo era servito a poco. In quel caso però di parlava di un ufficio a tre chilometri di distanza dal capoluogo qui il caso è ben più grave visto quanto Civago sia distante. Urge secondo me un forte e deciso intervento del sindaco, che magari c’è stato ma di cui non siamo a conoscenza…. Gli uffici postali sono l’ultimo “presidio” presente sui territori più disagiati e vanno difesi con le unghie e con i denti…
(Commento firmato)
Spiace leggere queste notizie, tenetele però sempre in mente quando indorano la pillola delle privatizzazioni… promettendo maggior produttività e servizi migliori.. Ecco a cosa porta la privatizzazione… ne avete un esempio qua sopra..
(Commento firmato)
Sembra assurdo che un ufficio postale come quello di Civago, dal quale vengono pagate 150 pensioni al mese, e che lavora riscuotendo le imposte soprattutto di anziani (che sono il 70% della popolazione totale del paese) e che durante la stagione estiva lavora molto di più che durante la stagione invernale anche grazie al forte turismo venga chiuso. Ma la cosa ancora più assurda è che l’adiacente ufficio postale di Gazzano (frazione a 5 Km da Civago) rimanga aperto; dobbiamo poi precisare che l’ufficio postale di Gazzano lavora molto meno rispetto a quello di Civago dato il minor numero di residenti e il minor afflusso di turisti durante la stagione estiva. Sarà una questione politica che uno chiuda e l’altro rimanga aperto?
A mio avviso “c’è qualcosa sotto”.
(Pensieri personali di una ventenne)
Ancora una volta si aggiunge disagio alla popolazione della montagna chiudendo un altro importante servizio. Ma quello che è ancora più strano è che per il momento nessun amministratore ha preso tramite organi di stampa una posizione contraria. Perchè nessuno si fa sentire? E a tagliare dei nastri arrivano tutti.
(Pendolare montanaro)
L’Amministrazione comunale ha a cuore tutti gli uffici postali che sono sul territorio del Comune di Villa Minozzo, in particolare quelli della parte alta, compreso Civago, perchè conosce perfettamente il servizio che svolgono e l’importanza che hanno per la popolazione residente e per gli anziani. Infatti dopo la chiusura dell’ufficio di Minozzo e i campanelli d’allarme per Gazzano e Civago abbiamo ripetutamente incontrato il direttore provinciale di Poste italiane (ultimo incontro sabato 10/11/2012), abbiamo fatto incontri con la Provincia e con alcuni parlamentari reggiani (che ci hanno garantito il loro appoggio), con i quali siamo ancora in contatto. Inoltre da diversi mesi comunichiamo regolarmente con alcuni abitanti della frazione di Civago per renderli partecipi del nostro impegno; abbiamo anche dato la nostra disponibilità ad un incontro con gli abitanti di Civago per parlare assieme e vedere se è possibile fare qualcosa. Naturalmente riproponiamo la nostra disponibilità ad un incontro pubblico perchè le cose da dire sono tante e non si possono espletare in questo commento; purtroppo all’incontro tenuto tra gli abitanti di Civago l’Amministrazione non è stata invitata. Purtroppo gli uffici postali vengono chiusi non solo nel nostro comune e sono molti i sindaci interessati a questo problema. L’interessamento dei nostri parlamentari per parlare a livello nazionale con Poste italiane speriamo porti a qualche risultato e che l’improvvisa chiusura di questo ufficio possa essere rivista.
Cordiali saluti.
(Assessore Alberto Castellini)
Visto e considerato che nel bene e nel male esiste ancora una Comunità montana e che questo è uno dei posti in cui si trova e dovrebbe essere rappresentata politicamente la montagna intera, chiedo ai cittadini di Civago di chiederne l’intervento. Personalmente, da “povero” consigliere di minoranza, appoggerò qualsiasi iniziativa volta a risolvere il problema perchè sono convinto che solo se tutta la montagna si muove si potrà ottenere qualcosa. Vorrei ricordare a tutti i nostri amministratori che siamo tutti sulla stessa barca e che sta facendo acqua, che lo stupido campanilismo che ci mette gli uni contro gli altri è controproducente e deve essere superato…. Per una volta vorrei vedere condivisi da tutti i problemi dei montanari perchè oggi tocca a Civago… ma domani toccherà qualcun altro…. e potremmo benissimo essere noi…
(Antonio Manini)
Si tratta di una “improvvisa chiusura” che conferma da un lato il prevalente interesse utilitaristico di Poste Italiane e dall’altro la tendenza alla progressiva privazione di servizi nelle aree periferiche e montane. Ora tocca a Civago che perde in questo modo l’ultimo presidio di collegamento formale e concreto con il resto del Comune, della Provincia e dello Stato. Non sarebbe un disastro se altre forme di connessione – dai trasporti alle linee infrastrutturali – funzionassero, ma purtroppo non è così (per un guasto alla linea telefonica ho dovuto attendere quasi un mese l’intervento del tecnico Telecom, una linea adsl non è attivabile per “assenza di copertura”, per non parlare del trasporto pubblico inattivo la domenica… ). Mi sembra difficile immaginare forme di incentivazione turistica in queste condizioni, ma soprattutto non mi pare che il tema sia solo questo: sarebbe assai più interessante provare ad immaginare forme di decentramento del lavoro e della residenza che contrastino il decremento demografico delle aree montane…
– Forse, per indurre l’Amministrazione di Poste Italiane a rivedere la decisione presa, potrebbe essere utile rivolgere un invito a tutti coloro frequentano Civago (i turisti “residenziali”, i residenti “affettivi”, etc.) ad aprire conti correnti nel locale ufficio postale incrementandone il volume di movimentazioni…
– Forse si potrebbe suggerire – e questo è un consiglio agli amministratori che intendano attivarsi – al Direttore provinciale di Poste Italiane di immaginare l’allestimento di un ufficio postale Mobile che garantisca una presenza preordinata nei luoghi più remoti, senza creare tensioni tra piccoli campanili limitrofi…
– O forse è tempo di cominciare ad organizzarsi per fare a meno di tutto ciò ritornando ad una autarchia di comunità che, in condizioni certamente diverse, ha funzionato per decenni, e che ora le condizioni generali di crisi potrebbero rendere una opportunità.
Resta di sicuro l’amarezza e la sensazione di abbandono, ma credo che in qualche modo si debba agire.
Grazie per l’attenzione e buona fortuna.
(Luigi M.)