Il Comune di Castelnovo ne’ Monti intitolerà, sabato 1 dicembre p.v., la propria biblioteca, attualmente denominata "Dottor Alcide Campanini", a Raffaele Crovi, poeta, narratore, saggista, giornalista, direttore editoriale ed editore, produttore e conduttore di programmi radiofonici e televisivi con origini familiari nel nostro Appennino.
Il programma della mattinata prevede due momenti: alle ore 10, presso il Teatro Bismantova, saluti e relazioni da parte di autorità e scrittori (Bianca Pitzorno, Loriano Macchiavelli, Giovanni Lindo Ferretti, Clementina Santi); alle 12, davanti al Centro culturale polivalente “C. Monzani”, scoprimento di una targa.
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Aggiornamento
Ci scrive Luigi Bizzarri, consigliere comunale castelnovese.
Così la Giunta Marconi, composta a quanto pare almeno per metà da sostenitori di Matteo Renzi, si è messa subito all’opera senza aspettare l’esito del voto. Si rottama la figura del dott. Alcide Campanini, medico ed intellettuale antifascista castelnovese, alla cui morte gli eredi, rispettando i voleri dello stesso, donarono al comune di Castelnovo una parte significativa del suo patrimonio di libri. Nei primi anni ‘60 dello scorso secolo questo gesto fu lo spunto per costruire in un piccolo paese di montagna una pionieristica biblioteca che poi nel corso degli anni, per l’avveduta saggezza degli amministratori che si sono succeduti, è divenuta quello che è adesso. Dovrebbero sapere, i “nostri", che quando si compiono scelte di questo tipo inevitabilmente si procede a giudizi di merito e di valore sulle persone e sulle storie che le accompagnano. Intendiamoci, nessuno vuole mettere in discussione il valore ed i meriti della figura di Raffaele Crovi, la cui rilevanza e notorietà travalicano in ogni caso gli angusti confini di un paese di montagna.
Però. Però se in questi anni qualcuno si fosse chiesto chi mai potesse essere il dott. Campanini e se qualcuno avesse dato risposta, sarebbe emersa una narrazione, un capitolo di vita e di emancipazione della nostra storia sociale. Emancipazione dall’ignoranza e dalla subalternità. Perché le biblioteche pubbliche questo merito hanno avuto, ad esempio già nella Milano degli inizi del novecento. Voci raccolte parlano di una piccola consolazione: l’intitolazione del dimenticato cortile interno del Centro culturale polivalente, valorizzato in questi anni pressoché solo dal Coro Bismantova. Una pezza peggiore del buco, un declassamento palese. A volte gli atti che si compiono, anche quelli che a prima vista possono apparire meno significanti, assumono valenze importanti. Così non si rende negletto solo il dott. Campanini ma una piccola storia di riscatto sociale. Esempi che in questa Italia di oggi, sommersa da una spazzatura culturale di cospicuo spessore, andrebbero gelosamente messi al riparo dall’oblio.
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Aggiornamento 23 novembre 2012
Il sindaco Marconi risponde.
Rispondo con grande pacatezza e simpatia al Consigliere Bizzarri. Credo che anche lui comprenda pienamente che l’intitolazione a Raffaele Crovi lega la nostra Biblioteca comunale ad un assoluto protagonista della letteratura e più in generale della cultura italiana del secondo ’900. E lo dico con il massimo rispetto per la figura di Alcide Campanini, collega medico che alla sua morte, nel 1970, lasciò alla allora piccola biblioteca comunale, comunque già esistente da molti anni, alcune centinaia di volumi a tema medico scientifico. A Campanini sarà comunque intitolata la corte del Centro polivalente ed in un prossimo futuro anche una sala della biblioteca. Non è dunque in atto alcuna “rottamazione”, anche perchè la Giunta non parteggia per alcun candidato alle primarie del Pd: che poi ciascuno di noi, come privato cittadino, possa avere le proprie simpatie ed antipatie dentro e fuori dal Pd mi sembra una cosa lecita, come del resto le ha Bizzarri per partiti o movimenti. Non credo che sia elegante in questa situazione creare polemiche, sulla scelta della famiglia di Raffaele Crovi di arricchire la nostra biblioteca con una donazione di più di 5000 volumi, di attualità, collane narrative e di saggistica, opere di consultazione enciclopedica, che saranno sicuramente molto utili non solo alla popolazione ma anche a tutte le scuole della montagna. Tra l’altro in questi giorni io personalmente, ma anche la biblioteca ed i familiari di Crovi, abbiamo ricevuto decine e decine di attestazioni ed apprezzamenti per questa scelta da tutto il mondo letterario e culturale italiano, da scrittori, giornalisti e curatori editoriali di livello nazionale, che hanno inviato dediche e ricordi personali di Crovi, ma non solo. Hanno inviato anche altrettanti volumi, donati alla biblioteca, come segnale di affetto per questo scrittore che ha tanto amato e valorizzato nelle sue opere il nostro territorio. Tra i tanti ricevuti, cito solo un messaggio in cui si complimenta della scelta dell’intitolazione inviatomi dal Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, Cardinal Gianfranco Ravasi.
A scanso di informazioni errate ed imprecise, voglio divulgare anche una breve bibliografia del collega Alcide Campanini, visto che mi pare di capire che la sua storia sia poco conosciuta tra i castelnovesi: figlio di Archimede ed Eterelde Soncini, nasce a Fossoli di Carpi nel maggio 1888. Emigrata una prima volta a Novellara nel 1890, la famiglia si trasferisce poi a Rolo nel 1910, poi a Cadelbosco Sopra nel 1917 ed a Reggio Emilia nel 1922. Nel frattempo, nel 1914 Alcide si sposa con Delfina Nasi, originaria di Rolo, che però scompare dopo pochi anni nel 1917 in un sanatorio a Sondrio, probabilmente per tisi. Dalla coppia era nata nel 1915 a Rolo Alessandra. Laureato in medicina a Bologna nel maggio 1915, esercitò già a Rolo la professione di medico. Dal dicembre del 1920 è medico condotto a Castelnovo Monti. Nel 1924 si risposa con Beatrice Burani. A Castelnovo nel 1949 fu membro della commissione di vigilanza della scuola media e nel 1959 consigliere comunale. Si spegne nel nostro paese nel 1970 e lascia alla biblioteca un patrimonio costituito da alcune centinaia di libri a carattere medico-scientifico. Dalle ricerche anagrafiche effettuate anche in queste settimane non sono emersi discendenti ancora in vita.
(Gian Luca Marconi, sindaco)
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Francamente non sapevo perchè la nostra biblioteca fosse intitolata al dott. Campanini. Chiedendo un po’ di qui e di là ai più anziani mi è stato detto che grazie ad una donazione testamentaria di libri del dott. Alcide Campanini fu possibile nel dopoguerra aprire una piccola biblioteca che ora è diventata negli anni una bella biblioteca. Valeva la pena cambiargli nome? Che cosa ne guadagna la biblioteca? C’è un nuovo lascito in arrivo?
(G.M)
Neppure io sapevo il motivo della intitolazione della biblioteca a Campanini. Però io sono stato lontano da casa più di mezzo secolo. La manovra a me puzza. Perché non dedicargli la biblioteca di Vetto, comune di origine della famiglia? Perché si dice solo “con origini familiari nel nostro Appennino”? Ci si vergogna di dire che i genitori erano di Cola, ove Crovi viveva quando rientrava da Milano? O ancora una volta qualcuno avrà la possibilità di fare la cresta a contributi piovuti dall’alto?
(R.S.)
A Vetto non credo ci sia una biblioteca…
(Commento firmato)
Personalmente mi risultava che la biblioteca pubblica a Castelnovo fosse presente già da prima della guerra, istituita in quello stesso arco di anni (negli anni ’10 o ’20 direi) in cui attraverso una sottoscrizione popolare si aprì anche il primo teatro, nella stessa sede dove oggi sorge il Bismantova…. Poi se bisogna ricollegare qualsiasi cosa di buono fatto in paese al periodo della Resistenza, il discorso è diverso…
(Commento firmato)
Alla luce della “spazzatura culturale” odierna sarà forse da rimpiangere il minculpop togliattiano di qualche decennio fa?
(Francesco Tondelli)
A me pare si voglia mettere la “politica” nel suo senso deteriore in ogni decisione. Capirei se il nuovo nome fosse stato, che so, quello di un intellettuale fascista, ma qui si parla di un personaggio del quale, al netto delle simpatie o meno che si possano provare verso di lui vivo, mi pare non si possa proprio criticare la “carriera culturale” – e anche il posizionamento politico, se questo serve a tranquillizzare qualcuno, avendo aderito a suo tempo al Partito Popolare di Martinazzoli. Quella dell’intitolazione a suo tempo a Campanini – e la biblioteca di Castelnovo ne’ Monti non è certo nata con lui – era figlia di una fase storica. Altre biblioteche portano denominazioni di benefattori, non di rado medici per comprensibili motivi.
(Alessandro)
Non ero a conoscenza che la biblioteca fosse intitolata al dr. Campanini. A prescindere dai miei gusti letterari a me pare un’operazione di cattivo gusto cambiarne il nome a favore di Crovi. Chissà se in futuro rifaremo il maquillage a tutte le vie Garibaldi, Mazzini e, perchè no, anche alla mia piazza della Resistenza….
(Alina)