Riceviamo e pubblichiamo.
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La Uil di zona esprime preoccupazione per la grave situazione della viabilità in montagna, dove la manutenzione ordinaria è completamente abbandonata. Ci riferiamo in particolare alla situazione della pista Gatta–Pianello. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a quanto (imprenditori, commercianti, lavoratori e pensionati) tutti i giorni devono allungare il tragitto di minimo 20 minuti a causa della chiusura della pista.
Chiediamo a tutti gli amministratori dei comuni del crinale, in particolare al sindaco di Ligonchio Giorgio Pregreffi e al sindaco di Villa Minozzo Luigi Fiocchi, di intervenire presso gli enti competenti (Regione, Provincia e Genio civile) perché diano l’autorizzazione per la pulizia del letto del fiume Secchia per risolvere in modo definitivo la grave situazione della pista Gatta–Pianello diventata di vitale importanza per la tenuta del territorio dell’intera vallata dei comuni di Ligonchio e Villa Minozzo.
(Uil zona montana)
Premesso che è giustissimo richiedere la pulizia del letto del Secchia (varrebbe la pena chiederlo per tutti i corsi d’acqua del crinale…) da rami, fanghi se non da interi isolotti con tanto di alberi, ma dire “risolvere in modo definitivo la grave situazione della pista Gatta–Pianello” con questo tipo di interventi denota una scarsa conoscenza della questione gatta-pianello… Non basta far portare via qualche camion di ghiaia dal frantoio e rimuovere qualche ramo secco, per avere la certezza di mantenere efficiente la suddetta pista, che ricordo, si trova in pieno alveo del fiume. I casi sono due o si accetta il concetto (discutibile o meno) di fare largo uso di cemento per arginare il fiume, compreso anche l’uso di ponti su piloni per alzare la pista, oppure si accetta di aver fatto un opera dove non andava fatta e se ne accettano le conseguenze nel periodo invernale quando il livello del fiume sale… Ogni anno si spendono un sacco di soldoni pubblici (qualche centinaio di migliaia di euro anche l’anno scorso se non sbaglio..), con improbabili soluzioni (gabbiature, terra riportata per alzare la sede stradale, spostamento della sede stessa ecc ecc), poi alle prime piogge ecco la pista deve essere chiusa, forse urge qualche approfondimento in più…
(PE)
Non sono mai riuscito a capire per quale motivo il fiume Secchia, specie lungo la pista o meglio dire la strada, non debba essere tenuto in mezzo all’alveo. Non sono un tecnico ma mi verrebbe da pensare che potrebbe essere una soluzione, come del resto la pulizia del suddetto alveo da piante e isolotti che non hanno ragione di esserci. Mi auguro in una risoluzione in tempi molto brevi del problema, considerata l’importanza della percorribilità di quel tratto stradale da parte di chi abita nei nostri comuni come Ligonchio e Villa e che fa il pendolare pista Gatta-Pianello, pochi chilometri diventati molto importanti per i montanari.
(Elio Casali)
…incuriosito, sono andato in Google Maps e mi sono divertito con la funzione – da qui a qui-. Ho trovato che, a spanne, la pista, dal ponte del Pianello a Gatta, misura 5 km e 500 metri. Fatta una media di 150 mt, sulla larghezza del Secchia in quel tratto e fresando di 1 mt il letto del fiume, non se ne accorgerebbe nessuno (in termini di impatto, naturalmente), si potrebbe ottenere un volume di ghiaia di 825.000 mc. Un volume che, trasformato in gabbioni di contenimento, permetterebbe di alzare la quota della livelletta attuale della pista di 1 metro e cinquanta e che, sommata alla fresatura del letto, porterebbe a una differenza di quota, tra il nuovo piano di scorrimento del fiume e la nuova livelletta della strada, di 2 metri e 50. Non solo si sarebbero dati 2 metri e cinquanta di sicurezza in più rispetto allo stato reale attuale, ma si avrebbe, senza volerlo, creato una cassa di espansione, realizzata in verticale, ma che bravi. Niente cemento, niente manufatti che irrigidirebbero il paesaggio, niente cantieri invasivi. Il costo, poi, sarebbe davvero accessibile se paragonato ai costi delle “varianti” che lievitano ad ogni “inaugurazione”.
(mv)
L’ipotesi del sig. mv pur essendo condivisibile “tecnicamente” (anche se mi chiedo su cosa si basi quando dice che fresare un’area di 825000mq. non sia impattante e che non “se ne accorgerebbe nessuno”) ma il limite di tale proposta è proprio economico, al contrario di quanto pensa il sig mv. Davvero crede che scavare un’area di 825mila metri quadrati, trasformare il materiale prelevato in modo che possa essere utilizzato all’interno di “gabbioni”, posarlo e riasfaltare il tutto abbia un costo sostenibile, specie in questo momento? Tagliano i trasferimenti agli enti locali, tagliano nelle scuole, tagliano negli ospedali e lei pensa che si possa investire qualche milione di euro pubblico per una pista utilizzata da qualche decina di utenti nel periodo invernale (basta andare sul posto qualche ora per verificare che i numeri sono quelli…)? Io credo proprio di no… Se tutti i soldi “buttati” negli anni nella Gatta-Pianello (e parliamo di decine di milioni di euro) fossero stati investiti nelle due provinciali (sp59 e sp108) rendendole più scorrevoli, moderne e sicure, la tanto tribolata pista non sarebbe più così fondamentale… Detto questo ribadisco che la sua idea in se è buona ma irrealizzabile.
(Commento firmato)
La fresatura di 1 mt del letto del Secchia, non in fase di esecuzione, ma a lavori ultimati, sebbene realizzata su una superficie così vasta, credo che non risulterebbe “apprezzata” (nell’accezione tecnica del termine), nella panoramica del luogo (ma parliamo di punti di vista). Veniamo ai costi. Lei dice: “Se tutti i soldi ‘buttati’ negli anni nella Gatta-Pianello (e parliamo di decine di milioni di euro)…” (questo io non lo sapevo), allora sono proprio “tutti quei soldi buttati” a rendere ragionevole “investire qualche milione di euro pubblico” non più su una pista, almeno non più considerata tale, ma sul tratto di una arteria che potremmo “ipotizzare” raggiungere, sempre sul Secchia, il comune di Collagna. Un tracciato che avvicinerebbe, almeno dal mio punto di vista, i territori dell’alto crinale, in tempi più brevi dei tempi necessari per una manutenzione straordinaria della SS 63, e con ben altri costi. Mi ha fatto piacere, in chiusura di commento, “condividere” una idea tecnica.
(mv)
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum mi pare dicesse Sant’Agostino… Il fatto che in passato si siano spesi molti soldi pubblici per la pista Gatta-Pianello non giustifica il continuare a spenderne, specie se non si ha la certezza che il risultato sarà definitivo e non mi pare che innalzare di qualche metro la sede stradale lo garantisca, visto che già attualmente ci sono alcuni tratti che sono alcuni metri sopra il livello del fiume (con tanto di gabbiature ormai distrutte) ma questo non ha evitato al fiume di “mangiarsi” la strada. Lì serve o un intervento importante (ma costoso e impattante come è stato fatto nel tratto Ponte Secchia-Lugo, poi ben venga se arriva fino a Collagna, il che almeno giustificherebbe l’investimento) oppure bisogna rivedere il tutto, magari chiedendosi perchè un tempo si costruissero le strade a mezza costa e non nei più comodi e pianeggianti greti dei fiumi…. Quello che mi chiedo è come mai ovunque si legge (anche tra le pagine di questo sito) indignazione (giustissima, sia chiaro) per gli sprechi, ci si indigna per i tagli alla sanità, tagli all’efficienza delle scuole, tagli agli enti locali che faticano a mantenere i servizi minimi e poi invece quando si parla di Gatta-Pianello sembra che sia una sorta di porto franco dove sia legittimo continuare a spendere all’infinito… Io non sono ambientalista quindi non ne faccio questioni di principio, ma valuto la cosa nell’aspetto economico e francamente da pendolare fatico comunque a comprendere perchè tanto accanimento, a meno che non ci siano interessi nascosti dei quali non sono a conoscenza….
(PE)
Nostra, qui sumus cives interest: neminem offendit, neminem nocet, nullìus commoda laedit. Non lo ha detto Sant’Agostino, è solo un mio pensiero.
…da che mondo è mondo, le strade si costruiscono dove le strade possono passare: per questo ci sono le strade di cresta, di mezzacosta, di fondovalle. Nessuno, nemmeno i Romani, che hanno insegnato al mondo a costruire strade, sceglierebbe in quella zona un tracciato di mezzacosta, perchè “in quota” (si dice così) il tracciato taglierebbe la frana di Sologno, dove c’è una montagna che sta collassando. Non c’è bisogno di “chiedersi”…. quando si conoscono le risposte. L’unico “interesse”, da un punto di vista del tutto personale, è rendere “praticabile” il Nostro Appennino, quando non si è convinti che possano essere le “orbite” degli Orizzonti Circolari o i “contributi” di enti preposti a far da volano ad un territorio che dal punto di vista stradale, appunto, è fermo ormai da un secolo. La realtà che si vive, la conosciamo tutti, e tutti ne siamo preoccupati, ma questo non ci può impedire di continuare a pensare. Anzi.
(mv)
Sig. mv, sia chiaro che quando mi chiedo se ci sono degli interessi non mi riferivo a lei in particolare ma ad un quadro generale.. Il suo è un parere rispettabile esattamente quanto quello di chi sulla Gatta-Pianello non ci vede chiaro, semplicemente mi chiedevo come mai li si può spendere in eterno ed in altri ambiti no, tutto qui… Detto questo ribadisco che non era rivolto a lei o a suoi possibili interessi personali. Ben venga invece il confronto anche tra posizioni contrapposte ma spinte dall’amore nei confronti di questo nostro territorio.
Saluti.
(Commento firmato)