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Obiettivo rivitalizzare i borghi montani

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Riceviamo e pubblichiamo.

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E' un progetto sul turismo di comunità nell'Appennino reggiano promosso dal Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano e dalla Camera di commercio, il cui scopo ultimo è quello di promuovere e rivitalizzare i nostri borghi dando loro la possibilità di creaare occupazione e dare nuova linfa alle attività già presenti sul territorio. Siamo infatti consapevoli della bellezza e della ricchezza culturale e sociale dei nostri territori e dei nostri paesi, e ci proponiamo con tenacia e determinazione, attraverso lo strumento della cooperazione, di creare un circolo virtuoso positivo che porti un numero consistente di turisti a visitarli. Con l'importante supporto di Confcooperative e Lega Cooperative abbiamo perciò avviato un processo che porterà nell'arco di poche settimane i primi tra noi alla produzione e messa in circolazione di pacchetti turistici completi e assai stimolanti.

Un'altra considerazione indispensabile al fine di capire la novità del progetto è quella legata al significato del turismo di comunità: una tipologia di turismo che bene si adatta alle caratteristiche dei nostri borghi e territori e che si propone di instaurare meccanismi turistici nella più completa sostenibilità e nell'ambito di un'interazione umana e culturale che punta ad arricchire non solo il turista ma anche le singole comunità.

Le prime ad essere coinvolte sono state alcune cooperative paese particolarmente attive nel loro territorio, le quali si propongono di fungere da "guida" per altre attività che vorranno entrare nella rete di interazione e collaborazione del progetto, arricchendolo e dotandolo di nuovi luoghi e nuovi spunti per crescere. La Cooperativa "I Briganti di Cerreto" di Cerreto Alpi, in quanto realtà già apprezzata a livello nazionale per iniziative e attività profondamente legate alla valorizzazione del territorio e della cultura locali, la "Cooperativa Vivere Sologno", di cui faccio parte, come ente gestore dell'Ostello La Scuola di Sologno e la "Cooperativa Terra delle Valli" di Cecciola fungono quindi da coordinatori del progettoe mettono la loro esperienza al servizio degli altri, per il comune scopo di valorizzazione di un territorio che abbiamo virtualmente immaginato diviso in tre grandi aree di interesse turistico: l'Alta Valle del Secchia, con al centro "I Briganti", la "Valle dei Gessi" per Sologno e la "Valle dei Cavalieri" per Cecciola. Già varie altre realtà, dalla Valle dell'Ozola a Carpineti, passando per i territori più strettamente legati alla Pietra di Bismantova si sono offerte con entusiasmo di partecipare a questo innovativo progetto, dando vita ai primi incontri locali per aree il cui scopo è quello di iniziare ad intessere legami con le attività più particolari e significative della zona, potenziali punti di interesse turistico e collaboratori nella progettazione dei futuri pacchetti.

Il 26 ottobre scorso si è inaugurato questo circolo di positive "consultazioni" a Cerreto Alpi, per proseguire a Sologno qualche giorno fa, il 9 novembre. Ci prepariamo per il 30 novembre, data del terzo incontro, a Cecciola, per esplorare le potenzialità anche di quella zona. Il progetto è, a mio avviso, dotato di una certa lungimiranza, in quanto si propone, tra l'altro, di incoraggiare la creazione di nuovi "consorzi": organismi in cui tutte queste realtà economiche possano trovare rappresentazione e sentirsi unite dal comune impegno a favore dell'Appennino.

(Valentina Sassi, Coop. Vivere Sologno)

 

1 COMMENT

  1. Non è mia abitudine fare un processo alle intenzioni; credo sempre alla buona fede di chi scrive certe cose e li ringrazio; ma in tutta onestà queste iniziative le considero “pillole antidolore” per i malati terminali. Il dissesto, l’abbandono e lo spopolamento del nostro Appennino è una realtà ben visibile a tutti e non sono certo queste “iniezioni” che possono ridare vita a questo territorio, abbandonato dall’uomo, dalle istituzioni e temo anche dal Padre Eterno. Da anni il Comitato pro Diga di Vetto fa presente che solo un’opera infrastrutturale che crei un piccolo lago navigabile e balneabile può portare migliaia di turisti sull’Appennino Reggiano; creare di posti di lavoro, salvare l’agricoltura, mettere in sicurezza l’intera Valle dell’Enza da pericoli alluvionali e produrre energia elettrica pulita più di tutte le centrali idroelettriche Reggiane messe insieme. Da anni il Comitato chiede il sostegno a tutti, ma ha risposte da pochi; lo stesso governo Monti ha già scritto due lettere al Comitato facendo presente che riconosce i benefici ambientali, economici e lavorativi della diga di Vetto e che l’opera può essere inserita nelle prossime finanziarie; ma non potrà mai essere realizzata se le amministrazioni Provinciali/Regionali non la inseriscono nei loro Piani irrigui. Da parte nostra crederemo a coloro che sostengono di voler aiutare i paesi dell’Appennino Reggiano/Parmense solo quando sosterranno la Diga di Vetto, l’unica vera opera in grado di salvarlo veramente e di fare cessare lo spreco delle acque montane

    (Lino Franzini – Presidente del Comitato pro Diga di Vetto)

    • Firma - LinoFranzini