Mons. Lorenzo Ghizzoni, fino ad ora "vice" di mons. Adriano Caprioli nelle funzioni di direzione della nostra diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, è stato nominato nuovo arcivescovo metropolita (le sedi vescovili dette suffraganee di Ravenna sono 4: Cesena-Sarsina, Forlì-Bertinoro, Rimini, S. Marino-Montefeltro) di Ravenna-Cervia. La notizia è stata data un paio d'ore fa a Reggio. Pubblichiamo l'annuncio dato dall'attuale presule reggiano-guastallese.
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Siamo in attesa dell’ordinazione episcopale del nuovo Vescovo Massimo Camisasca e all’inizio di una nuova stagione del ministero apostolico per la nostra Chiesa di Reggio Emilia-Guastalla. La nostra Chiesa, che ha appena avviato l’Anno della fede, mettendosi in cammino sui passi della figura di Abramo viene ancora una volta chiamata a fare dono di un suo figlio ad un’altra Chiesa sorella.
Era il 17 febbraio 2006 quando ho annunciato l’elezione di Mons. Lorenzo Ghizzoni a nostro Vescovo ausiliare, venendo così incontro alle crescenti esigenze che il ministero episcopale chiedeva per la crescita armonica del gregge a me affidato, in particolare coordinando le strutture e funzioni centrali diocesane, in concreto la Curia e gli uffici pastorali, grazie alla sua esperienza formativa come docente, educatore e rettore del nostro seminario diocesano e competenza canonistica assai preziosa in tempi di cambiamenti di relazioni e strutture pastorali tuttora in corso. Come persona di casa, Mons. Lorenzo non ha bisogno di presentazione.
Ora però la sollecitudine e il compito di provvedere alle necessità di tutte le Chiese ha mosso il Santo Padre Benedetto XVI, a seguito della rinuncia di Mons. Giuseppe Verucchi, a dare un nuovo Pastore, eleggendo Mons. Lorenzo Ghizzoni alla sede di Ravenna-Cervia come arcivescovo metropolita.
Questo annuncio per Mons. Ghizzoni e per noi avviene ad anno pastorale già avviato e nel bel mezzo dell’arrivo del nuovo Vescovo in Diocesi con il cammino di preparazione e di introduzione alla Diocesi del nuovo Vescovo che questo comporta. Non per questo ci è impedita già sin d’ora la gioia di questo evento che tocca la nostra Chiesa: gioia che si traduce subito nel ringraziamento al Santo Padre per avercelo prima dato come Vescovo ausiliare.
Questa nomina è per noi dunque motivo di gioia ma insieme sacrificio, per il dono che facciamo di un prete e di un ausiliare che in tutti questi anni ha dato tanto alla Diocesi sia dal punto di vista pastorale come di quello spirituale. La nostra Diocesi, per popolazione chiede molto al Vescovo e la sua presenza su di un territorio vasto e diversificato è un corroborante per promuovere l’unità tra il clero sia nelle visite pastorali alle parrocchie, sia nell’avvio delle zone e unità pastorali, sia nelle missioni in sei paesi a sostegno della vigorosa scelta missionaria. Sono queste alcune tappe del cammino che Mons. Lorenzo ha condiviso con me e per cui ringraziarlo.
Un “grazie” tutto particolare va anzitutto ai genitori di Mons. Lorenzo, che gli hanno trasmesso la vita, hanno chiesto per lui il Battesimo, hanno assecondato la sua scelta vocazionale. Un grazie grande ai familiari e in particolare a mamma Luisa, che ancora una volta sono chiamati ad offrire Mons. Lorenzo al servizio di quella famiglia più grande che è la Chiesa. È questo un grazie, caro Mons. Lorenzo, che coinvolge le comunità di Cognento e Campagnola che ti hanno educato alla fede, e risuona anche in cielo, dove papà Romeo vive nell’eternità di Dio ciò che ancora si svolge nel tempo.
Mons. Lorenzo, pur lasciando l’Emilia per la Romagna, continua a far parte della conferenza dei vescovi della Regione e resta con noi il tempo necessario per accompagnare il nuovo Vescovo Mons. Massimo Camisasca, che ha voluto così rivolgersi al nuovo Arcivescovo:
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Eccellenza Reverendissima, mi unisco alle Sue parole di augurio a Mons. Lorenzo.
Ghizzoni. Esse nascono da una vicinanza e da una consuetudine di lavoro di molti anni. Le mie sono invece il frutto di una conoscenza ravvicinata, eppure già piena di speranza di averlo come aiuto nella mia introduzione alla Diocesi.
Nel breve periodo della nostra collaborazione, avvenuta da lontano, ho ammirato la benevolenza, la concretezza, la decisione e prudenza di monsignor Ghizzoni.
Speravo di averlo più a lungo al mio fianco. Così non è stato. Obbediamo volentieri alla volontà di Dio che si esprime attraverso il Santo Padre.
Eccellenza, esprima perciò, a mio nome, al nuovo arcivescovo di Ravenna – una sede gloriosa e ricca di storia e di arte – il mio augurio più vivo, la mia preghiera e la mia comunione sincera.
Suo dev.mo,
+ Massimo Camisasca, Vescovo eletto di Reggio Emilia – Guastalla
Roma, 17 novembre 2012
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Prosegue Caprioli:
L’invito ora è a pregare e invocare il dono dello Spirito a favore del suo nuovo mandato. Quando ad un vescovo viene affidata una porzione di Chiesa da guidare, nel medesimo tempo è il vescovo stesso che viene affidato alla comunità perché lo sostenga con la preghiera, la fiducia e la collaborazione.
Chiedo perciò alle comunità parrocchiali e realtà ecclesiali, ai monasteri e alle comunità di vita consacrata, alle case della carità e alla comunità del seminario, speciali preghiere per Mons. Lorenzo, in comunione con la Chiesa di Ravenna Cervia, da oggi ancora più… sorella.
Proprio perché si tratta di una Chiesa che ti viene affidata dal Signore, caro Mons. Lorenzo, essa chiede di essere accolta: con il suo clero, le sue famiglie religiose, le sue attese e anche i suoi problemi, che alle volte mettono in croce, come insegna il tuo motto episcopale: “In sapientia crucis pax”.
Maria, Madre della Chiesa, venerata a Reggio come Madonna della Ghiara, nella cui festa Mons. Ghizzoni ha ricevuto l’Ordinazione episcopale, e a Ravenna come la Madonna Greca, che la tradizione considera come la più antica icona della Vergine madre proveniente dall’Oriente e approdata sulla costa adriatica, il Patrono di Ravenna Sant’Apollinare, primo evangelizzatore della nostra Regione, il Patrono di Cervia, San Paterniano, intercedano per l’Arcivescovo eletto e per noi presso Gesù Buon Pastore.
+ Adriano Caprioli, amministratore apostolico di Reggio Emilia-Guastalla
Reggio Emilia,17 novembre 2012, vigilia della dedicazione della Cattedrale
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Chi è Lorenzo Ghizzoni
S.E. Mons. Lorenzo Ghizzoni è nato a Cognento, diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e nel Comune di Campagnola (RE), il 3 aprile 1955. Entrato in Seminario da ragazzo, ha frequentato gli studi classici al liceo pubblico cittadino. Dopo l’esame di maturità ha studiato Teologia nello Studio Teologico Interdiocesano, conseguendo il Baccellierato. È stato ordinato presbitero il 14 settembre 1979 ed incardinato nella diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. Dal 1979 al 1984 ha frequentato la Pontificia Università Gregoriana conseguendo la Licenza in Diritto canonico e in Psicologia. È iscritto all’Albo degli Psicologi dell’Emilia-Romagna. Dal 1984 ha svolto l’incarico di Docente di Diritto canonico nel Seminario diocesano di Reggio Emilia e di Psicologia nell’Istituto di scienze religiose; dal 1984 al 1994 è stato Vice Cancelliere della Curia diocesana; dal 1986 al 1996 è stato Direttore del Servizio diocesano Vocazioni; dal 1987 è Perito psicologo e Difensore del vincolo per le questioni matrimoniali e nelle cause matrimoniali del Tribunale Ecclesiastico e Docente all’Istituto Superiore per Formatori sponsorizzato dalla Pontificia Università Gregoriana; dal 1992 al 2006 è stato Vice Direttore del Centro Nazionale Vocazioni; dal 1994 al 2006 è stato Rettore del Seminario vescovile di Reggio Emilia; dal 1998 al 2006 Assistente diocesano dei Giuristi Cattolici; Responsabile della conduzione e pubblicazione del Seminario di formazione sulla Direzione Spirituale a servizio dell’orientamento vocazionale; ideatore e conduttore dei convegni nazionali del Centro Nazionale Vocazioni e membro del Gruppo Redazionale della Rivista del medesimo centro. Il 17 febbraio 2006 è stato nominato Vescovo titolare di Ottana e ausiliare di Reggio Emilia-Guastalla. Ha ricevuto la consacrazione episcopale il 29 aprile 2006. Durante il suo servizio di ausiliare è stato al tempo stesso vicario generale della medesima diocesi. Ha pubblicato molti articoli su varie riviste e contributi in opere di autori vari, soprattutto di argomento vocazionale e psicologico. A livello della regione è vescovo delegato per la Federazione italiana degli esercizi spirituali e per il coordinamento degli esorcisti. A livello di Conferenza episcopale italiana, mons. Ghizzoni dal 2010 fa parte del Consiglio per gli affari giuridici, presieduto da S.E. Mons. Carlo Roberto M. Redaelli (da poche settimane diventato arcivescovo metropolita di Gorizia) e del Consiglio per gli affari economici, presieduto dal Card. Angelo Bagnasco.
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Le parole di mons. Ghizzoni
La chiamata a questo nuovo compito nella Chiesa di Dio che vive in Ravenna–Cervia all’inizio non mi ha spaventato come successe per la nomina a vescovo ausiliare, perché in parte me lo aspettavo. Forse non così presto. Poi ripensandoci e valutando meglio le responsabilità che mi attendono, ho avuto un certo timore, anche se non conosco ancora la diocesi, il clero, i fedeli e tutto quello che caratterizza la vita pastorale.
So che è il Signore che custodisce la città, altrimenti noi lavoreremmo e veglieremmo invano, ma sappiamo anche che proprio di noi egli si serve per portare la Parola di vita a tutti, per far conoscere attraverso la nostra carità quello che vuole operare.
Faccio molto conto sullo Spirito di Dio, che è la vera forza della Chiesa, conto sui suoi doni alla Chiesa di Ravenna– Cervia, soprattutto sulle persone: sul suo presbiterio, sui diaconi, sugli altri ministeri, sui catechisti, gli educatori, i responsabili e gli animatori delle associazioni e dei movimenti ecclesiali, sulle coppie e le famiglie impegnate nei cammini ecclesiali con responsabilità.
So di inserirmi nella storia di una Chiesa locale che risale agli inizi del cristianesimo, con sant’Apollinare primo evangelizzatore e Vescovo di quelle terre. Vorrei ricevere e trasmettere, insieme alla mia nuova Chiesa, questo patrimonio di fede e di civiltà, ai ragazzi e ai giovani che si affacciano alla vita, a quelli che si sono sposati nel Signore o che vivono situazioni coniugali difficili, a quelli che si sentono a casa nelle nostre comunità o si sono allontanati dalla fede, ai nuovi arrivati nelle nostre terre e anche a chi ha scelto di vivere come se Dio non ci fosse. Tutti hanno diritto al Vangelo, tutti sono chiamati a sedere al banchetto del Regno, tutti possono ricevere il Dono di Dio che è il suo amore che salva. E questo dovrà essere anche il mio servizio episcopale.
Non avevo nessuna fretta di lasciare la mia terra, la mia Chiesa diocesana, con i suoi preti, i diaconi, i consacrati, con i carismi e le scelte pastorali che hanno fatto la sua storia e dato forma alla sua identità spirituale ed ecclesiale. Mi porterò dietro una reggianità che credo sia un talento, per molti versi, che ho intenzione di spendere a favore di una Chiesa romagnola non così diversa dalla nostra, pur con le sue particolarità, come è giusto che sia tra Chiese sorelle.
Spero e conto sulla preghiera di molti sia qui che là, perché il ministero affidatomi sia fruttuoso, costruisca unità, favorisca lo spirito missionario, diffonda il senso delle Chiesa, pur con tutti i limiti che mi riconosco, fidandomi della logica del chicco di frumento che se muore porta frutto.
Invoco la protezione di Maria e quella dei patroni S. Apollinare, S. Paterniano, S. Pietro Crisologo e anche di S. Guido Maria Conforti, che hanno vissuto nella santità il loro servizio come vescovi di questa Chiesa antica e sempre viva.
Il messaggio di mons. Ghizzoni alla Chiesa di Ravenna-Cervia
Carissimi fedeli della Chiesa di Dio che è a Ravenna–Cervia,
con le parole di San Paolo, mi rivolgo a voi che siete stati “santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!” (cfr. 1Cor 1,1ss)
Anch’io sono stato chiamato, a essere Vescovo “di Cristo Gesù per volontà di Dio” in mezzo a voi, per camminare insieme nella comunione e per crescere uniti nel desiderio della missione, affinché il mistero dell’amore di Dio che vuole tutti salvi, sia annunziato a ciascun uomo e donna della terra ravennate e cervese. Ho risposto positivamente, ma con timore alla chiamata della Chiesa, a causa della responsabilità che intravedo e della coscienza che ho delle mie capacità e limiti.
Rendo però lode a Dio a motivo della grazia che è stata data in Cristo Gesù ai nostri padri con sant’Apollinare fin dai primissimi passi del cristianesimo, che ci impegna a trasmettere questo patrimonio di fede e di civiltà ai ragazzi e ai giovani che si affacciano alla vita, a quelli che si sono sposati nel Signore o vivono situazioni coniugali difficili, a quelli che si sono allontanati dalla fede, ai nuovi abitanti delle nostre terre e anche a chi ha scelto di vivere come se Dio non ci fosse.
Insieme con il presbiterio diocesano, con i diaconi, con i consacrati, con i catechisti e gli educatori, con i ministri istituiti o di fatto, con i responsabili e gli animatori delle associazioni e dei movimenti ecclesiali, con le coppie e le famiglie impegnate nelle comunità cristiane, mi sento chiamato a rinvigorire innanzitutto la nostra fede in Dio, la fiducia nella sua paternità provvidente e misericordiosa, per poterla trasmettere efficacemente agli altri.
Penso infatti che il mio primo dovere tra voi sia quello di annunciare il Vangelo. E di chiedervi di divenire a vostra volta annunciatori e testimoni, con mitezza e rispetto, ma anche con un vivo desiderio di condividere la gioia della conoscenza personale di Gesù Cristo con quelli che ancora non lo amano, perché non lo conoscono. Come l’apostolo Paolo, credo che il frutto ci sarà non tanto per la sapienza delle parole o la potenza dei mezzi, ma per la coerenza della vita con il mistero della morte e risurrezione del Signore, “perché non venga resa vana la croce di Cristo. La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio.”(1Cor 1,18). La nostra fede infatti non è fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.
Per camminare insieme verso questa meta, chiedo già da ora per tutti noi un dono straordinario allo Spirito Santo: un impulso verso l’unità, perché il mondo intorno a noi ci veda concordi e unanimi o almeno ci senta tesi verso la riconciliazione ogni volta che le inevitabili differenze di idee e abitudini, i nostri limiti e i nostri peccati, feriscono le relazioni comunitarie. Desidererei promuovere e collaborare all’edificazione di una Chiesa dove le comunità imparano presto i modi della riconciliazione e del risanamento della memoria, dove il perdono è il più importante dei valori, dove le mani vengono tese volentieri per l’incontro e la riappacificazione.
Desidero salutare innanzitutto voi ministri ordinati che sarete i primi collaboratori e per voi e con voi vorrei essere un costruttore di unità e di pace, perché da voi e da me Vescovo dipende in buona misura l’edificazione del Corpo di Cristo. L’Eucaristia che celebriamo insieme ai nostri fedeli è la fonte viva di questa crescita verso la maturità ecclesiale, che vede le comunità parrocchiali, le associazioni e i consacrati, i movimenti ecclesiali e i gruppi, lavorare insieme nel rispetto reciproco, come in una famiglia, se ben coordinati dai pastori. La preghiera e la sofferenza dei ministri ordinati più anziani o malati è anch’essa una fonte sicura di grazia e di pace per la nostra Chiesa, a loro va un saluto particolarmente grato.
Saluto anche i più giovani, il tesoro prezioso e fragile che le nostre comunità e le nostre famiglie potranno custodire e far crescere solo se faranno tra loro una forte alleanza, con una rinnovata fiducia nell’efficacia dell’educazione alla vita e alla fede, inscindibilmente. A loro, ai loro doni, al loro cammino vocazionale dovrà essere dedicata una parte significativa del nostro impegno, in continuità con quello che si sta compiendo. È una missione questa, che dà senso vero all’impegno fedele e alla coesione delle nostre famiglie e delle nostre comunità, alle associazioni e alla vita consacrata. Anche le vocazioni di speciale consacrazione di cui ha molto bisogno la nostra Chiesa, nascono da qui: dalla preghiera, dall’educazione e dalla formazione personale a seguire il Signore in pienezza, accogliendo i suoi consigli evangelici. Prego già da ora per i nostri seminaristi e per i giovani e le ragazze in ricerca vocazionale.
Nel cammino della fede, la verifica e il frutto più importante è la carità. A questo aspetto diffuso nella vita della nostra Chiesa di Ravenna–Cervia, – penso al’Opera S. Teresa con le sue diramazioni –, va anche la mia attenzione, per motivi personali, perché la mia stessa vocazione è stata alimentata anche dal fare famiglia coi poveri e coi piccoli, ma soprattutto per motivi ecclesiali. La via della carità oggi e nel contesto dei nostri territori, può essere assai efficace per portare a Cristo molti; per far vedere un volto di Chiesa che è apprezzabile e convincente anche per i più lontani. Imitando lo stesso Gesù non possiamo separare l’annuncio del Vangelo dalla cura dell’uomo, la rivelazione dell’amore provvidente di Dio dalla carità verso chiunque, anche verso il nemico, e dalla collaborazione con tutti gli uomini di buona volontà per creare una società e un’economia giusta, equa, imparziale, ricca di solidarietà verso i più deboli.
Un saluto alle autorità civili, istituzionali, ai politici, agli amministratori e alle forze dell’ordine: vorrei che la nostra Chiesa continuasse a collaborare con voi nella ricerca del bene comune, pronta alla solidarietà, attenta anche a creare nuove vie per partecipare alla soluzione dei nuovi problemi sociali soprattutto se toccano le famiglie con figli piccoli o i giovani più nel disagio.
So di inserirmi in una tradizione ricca di fede e di modelli di santità, di cultura e di civiltà cristiane: voglio fare mio e rispettare questo patrimonio avendo la grazia di raccogliere quello che altri hanno seminato. E ringrazio tutti coloro che mi hanno preceduto nel ministero episcopale, soprattutto mons. Giuseppe Verucchi, che si è speso fortemente senza risparmio per questa Chiesa bella e nobile. Spero mi aiuterà con i suoi consigli, vista l’amicizia che ci lega. E saluto con affetto anche il Card. Ersilio Tonini, un testimone che ha lasciato una traccia in molti cuori e in molte coscienze, al quale chiedo soprattutto di accompagnarmi con la preghiera.
Mi affido ai patroni S. Apollinare, S. Paterniano, S. Pietro Crisologo, – ai quali associo anche s. Guido Maria Conforti – e invoco l’intercessione di questi Santi Vescovi perché mi sia donata la sapienza necessaria per la guida pastorale della Diocesi. Certo della protezione di Maria Madre di Dio e della Chiesa, Stella dell’evangelizzazione, qui venerata col titolo di Madonna Greca e Madonna del Pino, chiedo anche a lei di ottenermi quella carità pastorale senza la quale non si può generare alla fede e all’amore fraterno.
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A stretto giro si registra il seguente comunicato proveniente dalla Provincia di Reggio Emilia.
La Provincia di Reggio Emilia esprime le felicitazioni per la nomina di monsignor Lorenzo Ghizzoni ad arcivescovo di Ravenna e Cervia.
"Oltre a salutare monsignor Caprioli ringraziandolo e augurandogli ogni bene negli anni futuri, a dare il benvenuto a monsignor Camisasca che si insedierà a breve, apprendiamo la bella notizia della nomina del vescovo ausiliare Ghizzoni. Nomina meritata - dichiara la presidente Sonia Masini -. Capace e molto competente, monsignor Ghizzoni a Reggio Emilia è stato bravissimo e siamo certi che reggerà bene anche la nuova diocesi. Al nuovo arcivescovo vogliamo formulare gli auguri più sentiti della comunità di Reggio Emilia. Quella di Ravenna e Cervia è una realtà importante e il fatto che sia stato chiamato un reggiano a reggere la diocesi ci rende orgogliosi".
A nome del Consiglio provinciale esprime le felicitazioni al nuovo arcivescovo anche il presidente Gianluca Chierici: "Abbiamo avuto modo di apprezzare la cultura e l'impegno di monsignor Ghizzoni, siamo certi che la comunità romagnola troverà in lui una guida preziosa".
E quello del Comune di Reggio Emilia
Il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio esprime “stima e riconoscenza” a Monsignor Lorenzo Ghizzoni per il lavoro svolto in questi anni per la città come vescovo ausiliare e formula gli auguri per la nomina ad Arcivescovo metropolitano della Diocesi di Ravenna-Cervia. “Le giungano sinceri auguri e sincere congratulazioni da parte mia e dell’Amministrazione comunale di Reggio Emilia per l’importante nomina ad arcivescovo metropolitano della diocesi di Ravenna-Cervia – dichiara il sindaco nel messaggio rivolto al neo vescovo - L’esperienza di sacerdote, di studi e di insegnamento, di rettore del seminario diocesano fino alla nomina a vescovo ausiliare della nostra diocesi di Reggio Emilia-Guastalla l'hanno certamente preparata per questo impegnativo incarico. Il vescovo, guida e pastore dei fedeli, è un decisivo sostegno anche alla civile comunità, un punto di riferimento nelle difficoltà e nelle fatiche che le comunità attraversano”. “Certamente – conclude il sindaco - in questo spirito Lei ha già operato a Reggio Emilia, con estrema attenzione a tutte le sue espressioni e trasmettendole un senso di fraterno affetto”.
Ho appreso davvero con vivo e sincero piacere di questa nomina.
Ho conosciuto Don Lorenzo sui banchi del Liceo Ginnasio Ludovico Ariosto di Reggio Emilia dove siamo stati compagni di classe dalla IV ginnasio, 1969, fino alla maturità conseguita nel 1974.
Allora i seminaristi venivano mandati a completare gli studi medi superiori nelle scuole pubbliche; in classe oltre a Lorenzo Ghizzoni, ricordo Eliseo Baroni, purtroppo deceduto, Enzo Rondanini, Gabriele Pagliarini, omonimo del “mitico meccanico” Ferrari di Cavola, e un ragazzo di Villa Minozzo, tal Milani, di cui non rammento il nome, anche perchè dopo la V ginnasio scomparve dalla classe.
Di quegli anni serbo ricordi davvero indelebili; assolutamente imperdibili le lezioni di “storia” di Mons. Prospero Simonelli.
Ufficialmente denominate “ore di religione”, di fatto si trasformavano in fuga di massa dall’aula e per chi rimaneva racconti e narrazioni del periodo bellico e post bellico, sollecitato, Don Prospero, in questo dal sottoscritto e dal mio amico e compagno Antonio Sarzi Amadè, oggi valente e conosciuto avvocato del foro di Reggio Emilia. I seminaristi, ovviamente, non potevano uscire dall’aula, erano i tumultuosi e per certi versi terribili anni delle contestazioni studentesche, delle lotte di piazza, delle contrapposizioni dure e violente. In classe rimanevano sempre solo i seminaristi e qualche volta, appunto, il sottoscritto e Antonio Sarzi che stimolavano “Don” Prospero, lui membro di primo piano dell’allora CLN provinciale, sulle vicende relative ai fatti accaduti a Reggio dal 1943 fino al 1950. In quelle occasioni i seminaristi rimanevano sempre ossequiosamente silenti eccetto l’allora, pure lui, giovane Lorenzo Ghizzoni che spesso interveniva nelle accese ma estremamente interessanti e costruttive discussioni che intavolavamo con Don Prospero. E che dire poi delle impareggiabili ed indimenticabili lezioni di latino e greco della compianta professoressa Liliana Negri Marani; spesso in tanti ci si faceva trovare impreparati alle sue peraltro temute interrogazioni; Don Lorenzo, che mi ricordi, mai ! E le lezioni di storia e filosofia del professor Lusenti !!! con il neo arcivescovo ravennate sempre attento anche quando l’eloquio non proprio coinvolgente ed accattivante del mitico prof.re “Foffo”, generazioni di liceali lo ricordano, benevolmete, così, induceva ad una malcelata sonnolenza…..
Insomma rammento davvero vividamente che fin da allora tra noi compagni si fantasticava sul fatto che quel “pretino di campagna”, per dirla alla Guareschi, dal fare spesso timido e quasi impacciato ma dotato di non comune intelligenza e, come dire, dignità e senso del proprio ruolo, di strada ne avrebbe fatta.
Eh si, siamo stati degli inconsapevoli profeti; quel cammino iniziato ben 43 anni orsono dai banchi del Liceo Ginnasio Ludovico Ariosto di Reggio Emilia, ora, qualcuno sostiene fermarsi, altri arrestarsi, alla Cattedra di S.Apollinare nell’Archidiocesi di Ravenna; la sede episcopale forse più “prestigiosa” dell’intera regione dopo Bologna.
In queste “faccende” nella Chiesa non avviene mai nulla per caso e senza farsi trascinare nelle interpretazioni che in questi giorni sui media locali vengono date sulle “strategie” e sulle “politiche” che sottintendono, o sottintenderebbero, a questa nomina, credo che lo “Spirito Santo” ci abbia davvero visto giusto.
Buon cammino, carissimo “Don” Lorenzo e con tutto il cuore possibile.
(Pierpaolo Comastri)