Immagini recenti (del mese scorso) descrivono meglio di qualunque parola lo stato di abbandono della (fu) stazione sciistica di Febbio di Villa Minozzo. Prende una grande tristezza. Ma davvero nulla è più possibile fare?... Le immagini che pubblichiamo sono di Legambiente.
Un monumento all’insipienza di tanti, troppi, pubblici amministratori, il sepolcro delle speranze di offrire lavoro e futuro a tante persone, la tomba di tutte le promesse e di tutti i solenni impegni assunti pubblicamente negli anni sulla volontà di valorizzare, concretamente e seriamente, un territorio, peraltro splendido e davvero unico. Di tutto questo, e non di meno anche di molto altro, è bene che i cittadini ne tengano finalmente e seriamente conto quando tra pochi mesi si andrà a votare…..!!!!!!!!
(Pierpaolo Comastri)
Vergognoso!?
(Angelo Covili)
Dispiace davvero vedere un tale abbandono, che fa presupporre di essere di fronte all’ennesimo “ecomostro” presente sul nostro territorio… Detto questo però, è una situazione inevitabile, per troppi anni Febbio (come altre stazioni sciistiche locali) è stato un pozzo senza fondo dove sono finiti un sacco di soldi pubblici, funzionali ogni anno a pareggiare i bilanci. E in un momento in cui si tagliano fondi a scuole, sanità e quant’altro, era ed è impensabile continuare in questo modo… Se non interviene l’imprenditoria privata (e raramente gli imprenditori locali hanno creduto al progetto Febbio salvo qualche impavida eccezione) difficilmente Febbio potrà ripartite, ma servono progetti seri e non opportunistici come avvenuto negli ultimi anni. Provincia, Comunità montana e Comune di Villa Minozzo avranno le loro colpe, ma vanno condivise anche con chi avrebbe dovuto avere interesse perchè Febbio sopravvivesse ed invece non ha fatto niente o al massimo il “minimo sindacale”, mi riferisco all’imprenditoria locale, a chi ha attività recettive o commerciale in loco ad esempio, che spesso e volentieri si faceva problemi a tirare fuori 1000 euro a sostegno della stazione… Se non era di loro interesse far si che Febbio sopravvivesse…
(Commento firmato)
Le più belle piste dell’Appennino, mi dispiace pensare a quanti bambini e ragazzi non avranno più la possibilità di imparare a sciare lì come lo è stato per me. Un’enorme perdita per il comune di Villa e per la montagna reggiana. Sembra un po’ come credere ai miracoli ma spero comunque che in futuro si possa ripartire.
(Simone)
L’Amministrazione tace e acconsente! Vergognatevi! Non date colpe alla Provincia, non scaricate i vostri pochi e inutili intelletti, se di intelletti si parli! Castellini e company, vergognatevi!
(L.C.)
Lasciar andare in sfacelo probabilmente il più bel sito sciistico delle nostre parti è uno scandalo. Poter sciare a oltre 2.000 mt in Emilia lo puoi fare solo qui!
(Lothar Onfiani)
Sono nato sciisticamente sulla mitica RESCADORE e per me andare a sciare a Febbio era sempre un emozione. Le piste adatte a tutti, il paesaggio fantastico e le persone simpatiche che lavoravano negli esercizi adiacenti alle piste rimarranno per sempre nei miei ricordi d’infanzia. Sono tornato varie volte a Febbio, negli ultimi anni, e vedevo il degrado e la tristezza aumentare ogni volta di più. Non sa di chi sia la colpa di tutto questo, ma una cosa è certa: quando abbiamo una cosa bella nel nostro territorio c’è sempre qualcuno che la rovina. Fortunatamente ci sono persone che amano ancora quella che fanno e mi riferisco a tutte le persone che lavorano e gestiscono la stazione sciistica del VENTASSO. Bravi!!!!!!
(Marco Manfredi, Felina)
Non voglio polemizzare sull’aspetto amministrativo/imprenditoriale, perchè lo conosco poco e immagino si dovrebbero riempire pagine e pagine di critiche ed osservazioni. Lo stato attuale però e questo e per chi da piccolo imparava a sciare proprio a Febbio è una vera tristezza. Ma ammesso e non concesso che l’attività invernale non sia sostenibile, è un’eresia pensare ad un utilizzo primaverile, estivo, autunnale, con una conversione per il “down hill”? Per chi non lo conoscesse si tratta di discesa da pendii con mountain bike.
Io non lo pratico, però in Appennino sta diventando molto diffuso in modo più o meno organizzato.
A occhio e croce sembrerebbe presente quasi tutto il necessario per sfruttare gli impianti e le vecchie piste; ovvio si aprirebbe un discorso legato anche alla tutela degli ambienti, ma credo che la cosa potrebbe diventare sostenibile… O perlomeno dopo tanti soldi buttati per lo sci si potrebbe tentare un’ultima carta in questo senso.
Poi se la cosa effettivemente diventasse “vera”, non so quanti luoghi potrebbero vantare una struttura del genere, che poi potrebbe fare da volano pure per fare ripartire lo sci… Va bene, la fantasia vola…. ma almeno costa zero.
(Andrea Ganapini)