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Le origini del calendario moderno

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Papa Gregorio XIII

Entrato in vigore il 15 ottobre 1582, il nuovo calendario gregoriano si diffondeva in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Polonia, Lituania, Belgio e Olanda, Lussemburgo. Veniva così sostituito il precedente calendario (chiamato “giuliano” perché, pur essendo stato elaborato dall’astronomo greco Sosigene di Alessandria, fu promulgato da Giulio Cesare nella sua qualità di pontefice massimo, nel 46 a.C.).

Papa Gregorio XIII, con la Bolla pontificia “Inter gravissimas” - emanata nel decimo anno del suo pontificato, il 24 febbraio 1582, da villa Mondragone, attualmente situata nel territorio del comune di Monte Porzio Catone, nei castelli romani - stabilì l’adozione di un nuovo conteggio del tempo che da lui prese il nome.

Papa Ugo Boncompagni aveva voluto un laboratorio di astrofisica sostenuto da un gruppo di astronomi laici ed ecclesiastici. Si ricordano, fra i più celebri, il medico calabrese Luigi Giglio, il matematico gesuita Christopher Clavius e il matematico perugino Padre Ignazio, al secolo Carlo Pellegrino Danti. Furono introdotte nuove regole per il calcolo degli anni bisestili: si mantennero tali solamente gli anni secolari divisibili per 400. Rimase ancora indefinita la scelta del giorno di Capodanno. Dal XII secolo fino al 1752 in Inghilterra e in Irlanda il giorno di Capodanno si celebrava il 25 marzo, giorno dell’Incarnazione di Cristo (usato a lungo anche in molte località italiane). In Spagna, fino all’inizio del ’600, il cambio dell’anno era il giorno della Natività, 25 dicembre. In alcune località della Francia il primo giorno dell’anno veniva festeggiato nella domenica di Resurrezione (solo nel 1691 Papa Innocenzo XII, Antonio Pignatelli, il pontefice che abolì il fenomeno del nepotismo, perfezionò il calendario del suo predecessore, stabilendo che l’anno dovesse iniziare il 1° gennaio, cioè nel giorno della festa della circoncisione).

Papa Gregorio diede in seguito occasione a numerosi ecclesiastici (in particolare gesuiti) di dedicarsi più profondamente agli studi di astronomia. L’anno seguente la riforma del calendario, nel 1583, venne istituito a Roma un nuovo  osservatorio astronomico adiacente al Collegio romano. I pontefici, nei vari secoli, non cessarono mai di promuovere lo studio dell’astronomia, giungendo nei vari secoli a fondare ben tre osservatori, purtroppo confiscati dopo l’annessione
dello Stato Pontificio all’Italia (1870).

Attualmente nel palazzo apostolico di Castel Gandolfo si può osservare la famosa Specola vaticana, considerata una delle istituzioni più antiche al mondo nel panorama degli osservatori astronomici. Nel 1981 la Specola fondò un secondo centro di ricerca, il “Vatican observatory research group”, che stabilì a Tucson in Arizona, sul monte Graham, un nuovo osservatorio, il miglior sito astronomico del continente nord-americano.

Solamente con questa riforma moderna il calendario civile, ora diffuso e attuato in tutto il mondo, aderisce pienamente all’anno solare. È dunque veritiero tanto oscurantismo di cui sono tacciati i papi del Rinascimento?

(Luigi Mignoli, tratto da "La Libertà" del 3 novembre 2012)