Una giornata autunnale d'altri tempi. Coi colori delle foglie abbracciati dal vento, dal grigio del cielo, ora mescolato all'azzurro e rinvigorito dal sole. E, a sprazzi, piogge qua e là, alcune decisamente copiose. Tra i risultati, la piena del fiume Enza che sul ponte di Sorbolo è arrivata a toccare addirittura gli 11 metri di profondità, al punto che, per alcune ore, la Protezione civile ne ha decretato la chiusura per alcune ore.
Alcune immagini di questa giornata d'autunno oggi del lettore Davide Bergonzani. (G.;A.)
Queste immagini sono, a dir poco, impressionanti e tutta quest’acqua, tutta in uno spazio di tempo limitato ai primi di novembre, dalle nostre parti non eravamo più abituati a vederla. Queste scene in effetti ci spaventano perchè ci ricordano e ci riportano alle grandi e devastanti alluvioni degli anni cinquanta e sessanta, da Boretto al Polesine, a Firenze e Venezia. E’ altrettanto vero che queste immagini ci dovrebbero altresì fare riflettere e ripensare, a breve, come trattenere parte di quest’acqua per poterla utilizzare nei periodi di grande siccità (estate 2012) che gli esperti meteorologi prevedono si ripeteranno spesso. Sarebbe quindi opportuno riaprire un grande dibattito, da concludere in breve tempo e se necessario indire un referendum fra le popolazioni montanare per sapere se sono o no favorevoli ai piccoli o grandi invasi utili a questo fine. Grazie
(Sergio Tagliati)
Il signor Sergio Tagliati è persona di buon senso; vedere sprecare questo bene immenso, questa grande risorsa idrica ad uso plurimo ed energetico è contro ogni logica; inoltre uno sbarramento come la diga di Vetto metterebbe in sicurezza l’intera Valle dell’Enza da possibili alluvioni; il progetto prevedeva che a lago pieno la diga potesse trattenere ulteriori 27 milioni di metri cubi per far fronte alla così detta “piena millenaria” e salvare tutti i paesi a Valle. Per quanto concerne la dimensione degli invasi sulla Valle dell’Enza è possibile realizzare solo un piccolo invaso come la diga di Vetto, avente un volume utile di 93 milioni di metri cubi; un piccolo invaso se paragonato a tanti realizzati in Italia da 200-400-600 e 800 milioni di metri cubi, ma chi fa disinformazione continua a dire che la diga di Vetto è un’opera faraonica; e allora cosa si dovrebbe dire di quella appena ultimata in Cina da 39 miliardi di metri cubi o quella ultimata in Turchia da 4 miliardi di metri cubi e tante altre fatte ovunque? La diga di Vetto è un piccolo invaso e speriamo che chiunque lo comprenda; uno più piccolo costerebbe uguale e a cosa servirebbe? Abbiamo bisogno di lavoro, di acqua e di energia, cosa si aspetta a fare questa diga?; che oltretutto creerebbe migliaia di posti di lavoro.
(Lino Franzini)
A volte (poche per la verità) la carenza di risorse economiche è l’unico sistema per evitare devastazioni irrimediabili del territorio. La diga di Vetto rientra in questa casistica.
(ellebi)