Riceviamo e pubblichiamo.
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Crediamo che Robertino Ugolotti, della direzione provinciale U.d.C. conosca benissimo la differenza tra che ciò che è successo a Vetto, dove un funzionario pubblico ha sottratto denaro dalle casse comunali, e ciò che è successo riguardo gli ultimi scandali del Lazio e della Lombardia, dove è emersa una serie di ruberie, privilegi inconcepibili e corruzione che riguardano i vertici politici di queste importanti regioni.
Tra l’altro Ugolotti cita i casi dei due governi regionali dove l’Udc è in maggioranza da inizio legislatura, quindi, il suo partito, ha certamente una responsabilità di quanto avvenuto più alta di chi, magari sbagliando, non ha contestato con maggiore forza il marcio o ha accettato i rimborsi per i gruppi politici.
A noi sembra che le differenze tra la “questione vettese” ed i casi “Lazio” e “Lombardia” siano così macroscopiche che non ci sia bisogno di spiegazioni. In ogni caso proviamo, soprattutto per l’amico Ugolotti, a fare chiarezza.
A rubare i soldi del comune di Vetto non è stato il Sindaco, un assessore o un consigliere (politici) ma un dipendente. Dipendente, non “collaboratore” dell’Amministrazione come dice Ugolotti, certamente non tesserato e nemmeno simpatizzante del PD o del centro-sinistra, che lavorava per questo ente fin dal 1980.
Riassumendo la differenza è questa: mentre nel Lazio, in Lombardia e in altre parti d’Italia (purtroppo) le malefatte sono state fatte (o perlomeno addebitate) ad amministratori, nel comune di Vetto il furto è stato messo in atto, senza ombra di dubbio, da un dipendente.
Capiamo che quando non si hanno argomenti validi la cosa più semplice per una opposizione sia di fare di tutta l’erba un fascio…
Vogliamo comunque tranquillizzare Ugolotti e tutti quelli che la pensano come lui che noi non utilizziamo “due pesi e due misure”: se le indagini attualmente in corso, molto approfondite come è giusto che sia in questi casi, dovessero portare anche solo ad una accusa di qualsiasi genere verso qualunque componente della maggioranza, le dimissioni del Sindaco sarebbero immediate.
Nel frattempo il Sindaco di Vetto sta, con grande fatica e sacrificio anche personale, continuando a lavorare per il suo Comune dove, alle difficoltà di tutti gli enti locali, si aggiungono i problemi creati dall’”affare” Novembrini.
Commissario
Dall’agosto 2011 ad oggi il comune di Vetto ha fatto opere per più di un milione di euro, facendo lavorare sul proprio territorio ben 13 diverse imprese (molte di Vetto e della montagna). Un commissario (e anche qui non vi sono certo dubbi, basta semplicemente vedere i comuni, come Villa Minozzo, che sono già stati commissariati) non si sarebbe certo dato da fare per reperire i finanziamenti e quindi per fare queste opere. Chiediamo ad Ugolotti se, secondo lui, per i cittadini vettesi sono meglio le opere di cui possono usufruire oggi (ristrutturazione del municipio, riqualificazione dei terrazzamenti di Vetto, riqualificazione dell’edificio della Crovara, sistemazione delle strade comunali di Groppo e Costa-Casone, solo per citare le più importanti) ed il lavoro assegnato alle imprese in questo momento di eccezionale crisi economica o era meglio azzerare tutto con le dimissioni del sindaco?
Per noi responsabilità non significa solo ricoprire una carica. Per noi responsabilità vuol dire, come sta succedendo a Vetto, impegnarsi e fare di tutto per risolvere le difficoltà ed i problemi grandi o piccoli che siano, che di volta in volta ci troviamo ad affrontare. Ci siamo trovati in questa situazione e stiamo facendo di tutto per risolverla nel miglior modo possibile.
Comunità montana
Su questo argomento l’amico Ugolotti ha preso più di una cantonata.
Gli incontri sul futuro ed il superamento della Comunità Montana sono stati negli ultimi anni parecchi, molte volte promossi dalla stessa Garofani, e a diversi livelli.
Relativamente all’indennità di funzione del Presidente della Comunità Montana vorremmo solo informare Ugolotti (strano che esponente del suo livello non lo sappia) che già dal 2010 il Presidente e gli assessori di questo ente non percepiscono alcuna indennità.
Come si può ben capire la “questione vettese” è chiara e definita: c’era un dipendente che, approfittando della sua posizione, rubava e che per questo, una volta scoperto, si è licenziato; solo chi, come Ugolotti, vuole screditare in ogni modo l’amministrazione di Vetto cerca similitudini con casi oggettivamente ed indiscutibilmente ben diversi.
A sentire le cose propugnate da questi “screditatori” (e qui Ugolotti non c’entra, se non perché il suo partito a Vetto è in minoranza), se non fosse una vicenda così seria e triste, non solo dal punto di vista finanziario ma triste soprattutto perché ha segnato una comunità, ci sarebbe veramente da ridere. Per loro il “buco di bilancio” è colpevole di qualsiasi cosa: si rompe il camion dei cantonieri? E’ colpa del buco di bilancio; viene ritrovato un osso all’esterno del cimitero? E’ chiaramente colpa del buco di bilancio; non si vedono più le reti Mediaset nel capoluogo? E’ certamente colpa del buco di bilancio (forse qui no; qui ci sbagliamo, il buco non c’entra; qui è più probabile che la colpa sia dell’amministrazione che fa di tutto per oscurare Berlusconi).
Siamo profondamente convinti che democrazia sia anche, per chi amministra, accettare critiche o opinioni diverse, da qualunque parte arrivino, ma una dose minima di correttezza politica impone a tutti di partire dai fatti e non dalle letture di fantasia date agli stessi.
(PD Zona Montana RE, e Circoli PD di Baiso, Carpineti, Casina, Castelnovo ne’ Monti, Toano, Ligonchio, Vetto: Valerio Fioravanti, Biagio Corbelli, Silvana Telani, Luca Zini, Simone Ruffini, Corrado Paolini, Fabio Ruffini)
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La risposta del Pd al signor Ugolotti, potrebbe essere lo start per allargare la discussione sul ruolo dei partiti, ma ancor di più sulla percentuale di gradimento che gli stessi hanno tra la gente, calata nel mese di maggio 2012 al 4% ( fonte resto del Carlino), cioè oramai rasenta lo 0. Questo per far capire che le discussioni in atto sono utili solo a “spalare” fango su quello o questo, ma agli occhi dei cittadini la differenza è poca, il cittadino ha bisogno di certezze:
Reddito, Credito per le aziende, Pace, Lavoro.
Cose semplici che in questo 2012 traballono molto.
IL cittadino italiano vede in questa classe dirigente, persone STRAPAGATE, INAMOVIBILI, in parte incapaci di risolvere i problemi dell’ITALIA. Dei POLITICANTI piccini che nel momento più brutto hanno chiamato MONTI per farsi togliere le castagne dal fuoco. L’Italia è un paese stupendo che ha bisogno di un sussulto d’orgoglio, ma anche di un rinnovamento della classe dirigente, in parte colpevole delle RUBERIE, della CORRUZIONE e dello sfascio di questo paese (Presidente corte dei Conti). Ora lascio a voi decidere se per me è più interessante sapere di Novembrini, fermo restando che se colpevole dovrà pagare, oppure leggere delle richieste di dimissioni della Garofani… o se sono più importanti i punti sopra descritti:
REDDITO, Credito per le aziende, Pace, Lavoro.
Lascio a voi decidere, semplice ma non scontato visto i VOSTRI RISULTATI.
(Roberto Malvolti)
Se i segretari dei circoli PD della montagna intendono riferirsi a noi quando parlano di “screditori” che attribuiscono al “buco di bilancio” tutte le disfunzioni dell’amministrazione vettese, vuol dire che non hanno letto bene le nostre parole o le vogliono artatamente “manomettere”. E’ fin troppo evidente che l’incuria verso i cimiteri da noi segnalata e sulla quale i suddetti segretari sembrano voler ironizzare, non è frutto delle scarse risorse del momento, ma viene da lontano. Appartiene cioè ad un tipo di cultura amministrativa (quella degli attuali governanti vettesi) che ha scarsa o nulla attenzione verso la tutela dell’esistente, compresi i nostri valori e le tradizioni locali.
Ma forse queste “piccole” cose sono “roba” insignificante e banale per certuni che probabilmente si ritengono “menti superiori” e non vogliono quindi pensare in grande, salvo poi inciampare al primo ostacolo, vedi il non saper decidere quale abbia ad essere il “dopo” della Comunità Montana. Noi vogliamo invece ragionare in modo semplice e pratico, come facevono i nostri padri, che ci hanno lasciato fulgidi esempi di buona amministrazione, dove i conti tornavano sempre e dove si aveva grande cura del quotidiano.
Spiace che i “capi” del PD montano non abbiano compreso che l’incuria dei nostri cimiteri, che per fortuna sono ancora un simbolo molto forte, anche di attaccamento alla famiglia, denota una “sbadataggine “che può essere ben più generale e può stare pertanto alla base del “disordine” contabile che ha investito il Comune di Vetto (è questo, signori del PD, il legame tra i cimiteri e il buco di bilancio). Serve a poco invocare la ristrutturazione del municipio o i lavori di sistemazione delle strade, per voler prendere la difesa del Sindaco, trattandosi di interventi normali e dovuti: l’edificio comunale era stato lesionato dal terremoto e i soldi per provvedervi sono venuti dallo Stato e quelle strade erano diventate inpraticabili o quasi (fors’anche perchè negli anni si era trascurata l’ordinaria manutenzione). Quanto ai terrazzamenti di Vetto, se non era per le nostre ripetute sollecitazioni (agli atti presso il Comune e alla Comunità Montana) gli amministrattori vettesi, così solerti secondo i loro colleghi piddini, ne avevano dimenticato l’esistenza.
(Giovanni Ferrari)
Il tanto agognato intervento del PD sulla questione vettese è arrivato… Godot è arrivato, in ritardo, ma è arrivato… Oramai l’appartenenza ad una bandiera, qualunque essa sia, obnubila il giudizio e la lucidità anche in situazioni in cui la verità è lapalissiana. Chi interviene non è un militante politico, peraltro distante dalle posizioni sia del PDL che dell’UDC, e neppure un membro della minoranza… Sono solo un cittadino vettese che si pone delle domande… Che la vicenda offra il fianco a strumentalizzazioni è sicuramente vero. Attaccarsi alle ossa del cimitero (con tutto il rispetto per i morti), ad esempio, quando il Comune affonda fra i debiti mi sembra fuori contesto. Mi viene invece naturale chiedermi cosa sarebbe successo se un fatto analogo fosse capitato in un comune amministrato da un’altra forza politica… Come avrebbe reagito questo PD montano, sedicente custode dell’integrità morale e civile e detentore dell’unica verità? Un dubbio inoltre mi si insinua: se l’amministrazione in carica rigetta l’accusa di mancata vigilanza che le viene comminata, delegando la responsabilità a terzi (revisori?), mi viene da pensare che fenomeni analoghi possano verificarsi impunenemente in altre realtà… magari passando pure inosservati.. Sarò ingenuo, incompetente? Boh… La giunta Garofani non è certamente il vaso di Pandora che racchiude tutti i mali del disastrato e triste comune di Vetto ma le sue responsabilità sulla questione in oggetto ci sono. Detto questo vedremo alle prossime elezioni come l’elettorato valuterà l’operato di questa amministrazione. Altro non so…
(Cittadino vettese)
Il commento di Roberto Malvolti tocca un aspetto che mi sembra meritevole di riflessione.
Se non ho frainteso – nel qual caso me ne scuserei fin da subito con l’interessato – il concetto che vi colgo potrebbe venir così riassunto nel suo insieme: le “traversie” del Comune di Vetto sono diventate ormai un pretesto per diatribe politiche che attirano molto poco i nostri concittadini, stretti da altri e ben più importanti assilli (reddito – credito per le imprese – pace – lavoro…..) e molto delusi dai partiti, la cui credibilità è in caduta libera perché non riescono a dare certezze.
Parole che suonano dunque come un sollecito agli esponenti politici, perché non si attardino a discorrere di questioni tutto sommato secondarie, quando su di noi gravitano incognite di ben altra portata e dimensione.
Il discorso, in sé, può risultare seducente, per qualcuno o fors’anche per molti, ma può altresì nascondere una sottile “insidia”, con tutto il rispetto per il pensiero espresso da Malvolti (se non l’ho travisato).
Quando si vuole che un certo accadimento, ancorché non privo di rilievo, venga sminuito e accantonato nel sentire comune, c’è sempre modo di metterlo a confronto con avvenimenti più “grandi” e più “gravi”, che di fatto vanno ad oscurare il primo, e all’occorrenza se ne può fare una precisa strategia per tirare l’acqua al proprio mulino (la storia è ricca di esempi di questo genere, anche con epiloghi piuttosto tragici).
E’ sicuramente vero che non bisognerebbe mai perdere la visione generale dei problemi, ma non per questo dobbiamo trascurare quanto ci riguarda più da vicino, perché anche le vicende locali, alla stregua di quelle nazionali, fanno parte del nostro vivere, e ci aiutano a formare la nostra identità, e del resto i “campanilismi” appartengono alla più classica tradizione italiana. Non può dunque stupire che ci si occupi, e ci si preoccupi, anche delle questioni vettesi (che peraltro non sono qualcosa di insignificante).
Sempre il passato – parliamo di quello più lontano, o comunque non recente, onde evitare qualsivoglia strumentalizzazione – sta anche ad insegnarci che nel rincorrere chi può apparentemente darci delle certezze, si rischia talora di girare in tondo per ritrovarsi poi, ancora scontenti e sfiduciati, ai nastri di partenza, quando non succede di peggio. Meglio sarebbe che fosse la società stessa a darsi dei punti fermi e condivisi, da assumere come principi saldi e trasversali, così da immetterli nella coscienza collettiva, e da far sì che diventino idealità “vincolanti” per chiunque si veda affidate responsabilità di governo (ai vari livelli).
Si tratta in ogni caso di un argomento parecchio complesso e anch’io sto esponendo una semplice opinione personale.
(PB, 04.11.2012)