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Dieci giorni, più o meno. Due telefonate al dì al mio cellulare, domenica compresa. Pochi trilli e via. Rottura di scatole. Nervoso. Questo fa (nella fattispecie) la Vodafone. Per illustrarti le sue offerte, per dirti che sei stato scelto… bla bla… Mi è capitato in questi giorni e hanno smesso solo di fronte alla “promessa” di perdere seduta stante il cliente. Spiace per le povere telefoniste del call center – nel caso era, dall'italiano zoppicante, una ragazza straniera, cui peraltro mi sono rivolto consapevole della sua (e loro, delle sue colleghe) posizione rispetto ai “piani alti” che dispongono i “piani di attacco” – ma non c’è altro modo di scrollarseli di dosso. Non è infatti valso a nulla ignorare a più riprese le chiamate. Hanno il mio numero nell’elenco di quelli “ancora da fare” e non mollano l’osso.
Considero alla fine, tra me e me, quanto ci facciano pagare le comodità. Un cellulare è certamente uno strumento utile, il cui servizio viene pagato col costo della ricarica. Non solo quello però. Anche queste fastidiose invadenze vanno messe nella “lista della spesa”.
(Lettera firmata)