Da oggi è consultabile e può essere scaricato sul sito del Parco al
seguente indirizzo http://www.parcoappennino.it/sifaprestoadireparco.php un libro-intervista, curato dalla giornalista Emanuela Rosi insieme con Fausto Giovanelli, dal titolo "Si fa presto a dire Parco". Il libro contiene uno scritto di G.L. Ferretti, una introduzione di Emanuela Rosi e tre interviste al presidente, sulla
"nascita del Parco Nazionale, 1992 - 2006, (Sorgenti del Parco) sulla costruzione dell'Ente e dei suoi progetti 2007 - 2011 (Da zero a 100) e sulle prospettive del Parco a fronte della grave crisi in cui siamo
immersi.
Segue poi una breve storia fotografica, 16 immagini.
Scusate, ma il simbolo del Parco (pagato fior di quattrini) dove è andato a finire?
(Mauro Benassi)
Molto bello il lavoro svolto, nonostante le difficoltà politiche e burocratiche, tra il ’92 e oggi. Oggi si può constatare che è stata conservata una forte identità della zona di crinale, forse un po’ a danno di quelle limitrofe, e sopratutto che si è preservata una preziosa zona naturale di territorio montano. Correggerei, a onor del vero, il titolo di quel capitolo “da zero a cento” che vale solo per quanto riguarda le dimensioni del Parco e il suo livello “Nazionale”. Questo perchè in realtà la “gestazione” di questo Parco, almeno per la parte reggiana, è da riconoscere già nel 1988 quando, su lodevole iniziativa della Provincia di Reggio Emilia, come previsto dalla LR 11/88, furono gettate le basi, anche operative con tanto di opere ancora seguite e sviluppate, di quello che poi ha potuto svilupparsi come Parco Nazionale. Si trattò del Parco Regionale dell’Alto Appennino Reggiano, col suo Piano Territoriale, chiamato poi Parco del Gigante: credo doveroso ricordare che è da quelle scelte che potè partire concretamente quello che poi altrettanto mirabilmente è seguito, con la dimensione anche toscana e nazionale.
(Marco)
Era così bello il nome Parco del Gigante! Più breve, suonava bene, evocava qualcosa di fantastico e mitico a differenza del nome burocratico e asettico che ha adesso!
(Anna Maria Gualandri)