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Domenico, uomo di sport

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Conobbi Domenico per caso quando egli aveva soltanto quattordici o quindici anni, dunque nel 1969 o nel 1970. La sua famiglia guidata da papà Rindo e mamma Elena conduceva a Sorchio il fondo di proprietà Bizzarri; spesso mi recavo a far visita alle zie e mi trovavo talvolta a contatto con alcuni componenti della sua famiglia, apprezzando la gentilezza dei genitori, l'avvenenza della sorella Agnese e l'amicizia del fratello Armando, di solo un anno più giovane di me. Sino a quel momento non avevo quindi avuto contatti con Domenico, dal quale mi dividevano più di dieci anni, e quando un giorno vidi sull'aia questo ragazzone, dai tratti del volto propri dell'adolescenza ma dal fisico già alto e possente di un uomo, gli chiesi come si chiamasse ed egli mi rispose, appunto, dicendomi il suo nome. Ricordo questo episodio con piacere sia perchè ebbi modo di conoscerlo sia perchè la sua stazza fisica mi colpì subito, da uomo di sport e soprattutto di calcio, pensai che Domenico avrebbe potuto diventare un atleta e in particolare un buon calciatore. Questa mia prima impressione sarebbe poi stata totalmente confermata con il passare degli anni: infatti Domenico, iniziata l'attività agonistica nelle squadre di calcio giovanili del paese partecipanti ai tornei estivi come attaccante, comprese non essere quello il suo ruolo naturale e cominciò a schierarsi tra i pali della porta. Dopo aver debuttato tra i dilettanti nei tornei della Montagna e dell'Amicizia con il Bar Castello, squadra minore del nostro paese, difese la rete del Carpineti per la prima volta nel 1980 e a fasi alterne nei due anni successivi; passato al Valestra nel 1983 e nel 1984, fu convinto nel 1985 del grande Loris Cornioli a rientrare nella società del capoluogo. Quanto accadde in quell'anno e nel 1986 è nella memoria di tutti gli sportivi carpinetani: Domenico, raggiunta l'età più idonea per la maturazione di un portiere, difese la nostra rete palesando grandi doti morali ed elevatissime qualità tecniche e contribuendo in modo assolutamente determinante alle stupende vittorie che caratterizzarono il biennio della metà degli anni ottanta. Non posso non ricordare con commozione i calci di rigore decisivi neutralizzati contro il Cerredolo e le eccezionali parate dell'anno successivo contro il Baiso, che permisero al Carpineti di conseguire i due successi consecutivi nel Torneo della Montagna e il ritorno della società biancazzurra tra le grandi della manifestazione appenninica del Centro Sportivo Italiano. Oltre alla partecipazione all'attività estiva, di Domenico è doveroso citare anche la militanza nei campionati federali con la Spaggiari di Reggio Emilia, con il Carpineti e con la Vianese, nonché, terminata la carriera agonistica, qualche apparizione sulla panchina della squadra del paese in qualità di tecnico. Domenico Rossi può essere considerato, insieme con il maestro Virginio Mori, il più grande portiere carpinetano locale di tutti i tempi. Arrivato, come il suo famoso predecessore, nel nostro comune da altri lidi, ha ricoperto il ruolo di estremo difensore nel migliore dei modi, mettendo in evidenza raffinate qualità tecniche e, cosa molto rara, eccezionali doti umane. Gli sportivi di Carpineti hanno così potuto usufruire di un portiere locale senza dover ricorrere ad estremi, il che, come tutti ben sappiamo, è importantissimo nel Torneo della Montagna; tutti i carpinetani hanno trovato un amico, un fratello, sempre buono e disponibile, sempre pronto a darsi per il bene della comunità e ad aiutare chi ne avesse bisogno. Anche se il destino ce lo ha voluto togliere tanto presto, continuiamo e continueremo sempre a sentire la sua presenza in mezzo a noi e il suo ricordo ci sarà di grande sostegno nella prosecuzione del nostro percorso di vita.

 

(Fernando Canali)

7 COMMENTS

  1. Ho letto con gradissimo piacere il bel racconto di “Nandino”, in ricordo di un caro e comune amico, che “Redacon” ha avuta la sensibilità di pubblicare in un giorno significativo. Non avendo le competenze calcistiche dell’autore, che qualificano autorevolmente le prodezze sportive del Compianto, mi limito ad associarmi di cuore alle conclusioni del “pezzo”, fedeli ai tratti indelebili di Domenico che, sono certo, tutti noi carpinetani conserviamo con genuina nostalgia.

    (Roberto Lugli)

    • Firma - RobertoLugli
  2. A riprova, dei grandi uomini non ci si dimentica mai. Ciao, caro Minghin, unica cosa che possiamo lasciare su questa terra, bei pensieri e ricordi e tu ci hai lasciato un’immensa eredità. Ti immagino lì, che passi le tue giornate con Loris, mi raccomando, tienilo controllato… Ciao.

    (Massimo)

    • Firma - massimo
  3. Non ne ho mai capito molto di calcio, ma ho sempre seguito Domenico, il calcio era una sua passione e le domeniche le passavamo così, lui in campo ed io ad aspettarlo. Certo le partite del Torneo della Montagna erano più divertenti, si incontrava tanta gente, era un bel modo per stare insieme. Ricordo benissimo l’estate del 1985, il 16 luglio nacque Enrico, si svolgevano in quel periodo le qualificazioni del torneo. Dommi era così felice e io scherzando gli dissi: non capisco se sei più felice perchè è nato nostro figlio o perchè avete battuto il Baiso; poi quell’anno il Carpineti vinse il torneo. Tanti bei momenti ed i ricordi sono sempre qui con noi e ancora una volta voglio dire grazie a Dommi e grazie a tutti voi che continuate a portarci nel cuore. E grazie anche a Redacon che ci da la possibilità di incontrarci.

    (Sandra)

    • Firma - SANDRA