Quando penso a Sveno
io vedo l'azzurro,
l'azzurro dei suoi occhi, il suo riserbo, la sua gentilezza.
Le case del paese, la sera, attenderanno invano che Egli passi ancora.
Ma la sua voce continuerà a cantare l'amore per i suoi monti, per il suo paese.
Giuseppina
Come sempre c’è già tutto nella poesia, come nell’ultimo gesto: la messa a dimora di due piante da frutto per i pronipoti. Ma come sempre noi aggiungeremo parole per raccontare la vita di Sveno Notari che ieri la morte ha portato via ai suoi cari e alla nostra montagna, fissandolo nella memoria in un gesto di cura, sulla strada verso casa, tra Cusna e Ventasso, la sorella al fianco. Ci piace pensare che avesse sulle labbra un’ottava o un detto di un tempo, o uno dei canti del coro. Certamente aveva un sorriso e una nota gentile nel cuore perché questi non lo lasciavano mai. E di questo per primi parlano quelli che lo hanno conosciuto, mentre gli vivevano accanto o raccoglievano da lui una testimonianza: i famigliari, i compaesani, gli amici del circolo e del coro, gli appassionati di cultura montanara pronti a cogliere i segni di ciò che è stato e a conservarli.
Cresciuto a Marmoreto nella casa dove era nato 82 anni fa, aveva ereditato dal padre Domenico, muratore e maggerino, il mestiere e la passione per costruire e ricreare, non importa con quali materiali: la pietra, il legno, il metallo, ma anche le parole, la poesia, la musica.
La giovinezza in una famiglia di 7 fratelli – un ottavo, Ersilio, muore a 16 anni cadendo da un’impalcatura - aggiunge alla conoscenza dei maggi e della Gerusalemme Liberata la passione per la musica e Sveno, autodidatta, diventa un ottimo fisarmonicista e un buon chitarrista; insieme al fratello Dante e ad alcuni compaesani dà vita all’orchestra “Tormento” con cui allieta i balli di paese come quelli nelle balere.
Negli anni Settanta, dopo l’incontro con Giuliano Scabia, scrittore e insegnante al Dams di Bologna salito con gli allievi a portare il teatro sulla nostra montagna per volontà della Provincia, prende forma a Busana il “Cantavero”, un insieme di iniziative che raccolgono, tramandano e rinnovano poesie, befanate, maggi e spettacoli sulla storia e l’economia della montagna. Sveno Notari è tra gli animatori, unitamente alla sorella Euride, alla famiglia Manari, a Lino Casanova, Diva Bucci, ad alcuni giovani come Marina Notari e Laura Artioli.
Poi è il Coro Bismantova ad accoglierlo.
Nell’ultimo anno, Anima Montanara ha riportato d’attualità alcune composizioni e la figura del padre Domenico, mentre “Al Cusna” di Mara Redeghieri ha ospitato una sua poesia e una testimonianza sulla cultura della nostra montagna insieme alla sorella Euride. “Sveno ed Euride sono un grande riferimento per la nostra cultura, figure amorevoli e protettrici dell’Appennino” sottolinea Mara Redeghieri. A colpire tutti è la mitezza e la gentilezza. “Aveva grande gentilezza d’animo, mani d’oro nel lavorare ogni materiale, coltivava la musica e la poesia, era un artista del Rinascimento” osserva Marina Notari. “Mancheranno i suoi occhi di cielo, le sue filastrocche e le sue canzoni. Marmoreto non è più lo stesso” conclude Marina Coli.
Sveno Notari di Marmoreto era custode della tradizione e della cultura montanare che trascriveva, arricchiva e testimoniava senza fare alcuna mostra di sé. Ma gli occhi, il sorriso, la voce e, negli ultimi anni, il bianco assoluto dei capelli hanno fatto sì che non passasse inosservato e la sua vita lo ha fissato nel ricordo per sempre.
I funerali si svolgeranno domani mercoledì alle 14,30 partendo in auto dalla casa di Marmoreto per la chiesa di S. Venanzio quindi al vicino cimitero dove riposerà con i genitori e i fratelli Ersilio ed Aurora.
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E dopo le esequie Graziella Salterini gli dedica una poesia :
Quanta gente ad accompagnarti oggi
- tu che partivi così all' improvviso -
sembrava la festa di un bambino.
e fiori profumati a inondar la Chiesa.
E il tuo lavoro, e le tue ottave rime
- tratte dall'amore al piccolo paese
che un allora inghirlandavi a festa-
e poi i tuoi canti e i Cantori,
i tuoi compagni di tant'anni
anche a girare il mondo
ad accompagnar, così grandiosa,
qui, la Messa nella tua Chiesa.
E ti han cantato magnificamente
le montagne e il Paradiso
e così ho rivisto i tuoi occhi chiarissimi,
come lì davanti ai miei,
illuminarsi, e spesso lo facevano,
nell'allegria di un rapido sorriso.
Cara Dalmazia, cara Euride… un grande, grande abbraccio.
(Normanna Albertini)
Ci sono notizie che ti colpiscono con il senso della impossibilità. Ma come? Non è possibile! E forse è davvero così: non è possibile che alcuni possano lasciarci e scomparire… Sveno è uno di questi. Sempre ci sarà un suo sorriso, una sua battuta e un suo verso a ricordarci la sua esistenza. Per sempre. Un abbraccio Sveno e grazie…
(Luciano Correggi)
Con un mondo con tanti SVENO certamente tutti saremmo più felici, ciao, grande amico, non necessitano condoglianze alle sorelle, perchè SVENO sarà sempre con noi, solo un saluto, ciao.
(Adriano Mazzoni)
Tantissime condoglianze ai famigliari e un abbraccio a Euride, mia dolce maestra all’asilo di Cervarezza. Se ne è andato un compagno di canti, che ho conosciuto nel Coro Bismantova e un testimone della poetica Montanara.
Bepi De Marzi, nel suo brano “E canterà”, scrive:
“E canterà… e canterà più alto delle stelle… e canterà con Te… che sei la luce del silenzio… e suonerà con l’arpa della luna… e suonerà la cetra all’infinito… e canterà… e suonerà… e canterà…”.
Sono sicuro che Sveno lo sta già facendo!
(Paolo Romei)
A Euride, Dalmazia e a tutta la famiglia, la vicinanza del mio pensiero nel ricordo della bella persona di Sveno. Un forte abbraccio.
(Angela Pietranera)
Alle sorelle Euride e Dalmazia le più sentite condoglianze per la perdita di un grande custode della tradizione e dell’anima montanara del nostro crinale.
(Walter Magliani)
“Beati i miti perchè erediteranno la terra”.
Sveno è stato creatura tenera e mite. Angelo mandato a ricordare che la poesia è sempre fra noi, nonostante tutto. Spesso i suoi commenti su fatti e circostanze mi colpivano per il modo inconsueto in cui li esprimeva e solo dopo comprendevo quanto fossero profondi nella loro apparente semplicità.
Entrò nel coro in punta di piedi, condividendo sempre gioiosamente il piacere del canto e dei lunghi viaggi ma, soprattutto, dell’amicizia e dello stare insieme. Ne uscì dopo molto tempo, ancora in punta di piedi, quando ormai sentì mancargli le forze per parteciparvi con l’assiduità che riteneva necessaria..
Portò anchè l’Euride nella numerosa famiglia del coro.
Con la sorella Dalmazia, voglio stringerla in un affettuoso abbraccio.
(CorradoGiansoldati)
Oggi salutiamo un grande amico, amato fratello e zio.
Nella tua improvvisa scomparsa, Sveno, scopriamo quanto potente fosse la tua modestia, quanto colorata la tua poesia e concreta la tua laboriosità, fondamentale la tua presenza e la tua capacità naturale di essere memoria storica di questi territori per tutti noi.
Hai attraversato la vita lasciando tracce indelebili, con quel tuo spontaneo e luminoso modo di accoglierci, con la brillantezza della tua battuta ironica, mai sopra le righe, con la tua naturale capacità di uomo instancabile e laborioso e nel contempo grande fabulatore e poeta.
Ci lasci l’eredità di una profonda saggezza incarnata, che spontaneamente e generosamente offrivi a tutti, indistintamente.
Siamo responsabili e onorati a seguire e continuare le tue tracce ricordandoti nei giorni a venire e cercando, seppur goffamente, di prendere esempio dal tuo modo di essere, così prezioso per la nostra comunità.
Un modo semplice e antico di messa a disposizione delle proprie doti, iniziando già da bambino, quando insieme a mio padre Tino, facevi da chierichetto e suonavi le campane.
In questo triste giorno, dove ammutoliti ti accompagnamo, voglio credere e sperare che tu abbia raggiunto i nostri cari che hanno già varcato la Soglia e abitano quel luogo così misterioso per tutti noi, e accogliendoti e cullandoti festeggino il tuo arrivo. Spero che tutti insieme possiate infonderci il coraggio e la forza per andare avanti, anche quando la vita si fa dolorosamente stretta.
Non dimenticheremo mai il tuo sorriso e i tuoi occhi di cielo.
Ciao Sveno.
(Marina Coli, 3 ottobre 2012)
Un forte abbraccio ad Euri.
(Mario Malagoli)
La tristezza di non averti potuto accompagnare nel tuo ultimo viaggio -a causa di una brutta influenza che mi ha colpita -, si accompagna al dolore di non averti più tra noi. Vincoli di profonda amicizia e parentela con mio marito, univano le nostre famiglie. Quando m’incontravi, parlavamo immancabilmente di poesia, e sempre mi chiedevi: ” Scrivi ancora? Continua mi raccomando!” Continuerò Sveno e penso già di dedicarti qualcosa nell’ultima raccolta che sto preparando.
A Euride, Dalmazia e Dante un abbraccio grande, il più affettuoso che posso.
Ti verrò a trovare spesso in quel luogo dove vado quasi ogni giorno al sorgere del sole…
MENTRE TU DORMI
Mentre tu dormi
le stelle brillano
certi fiori si schiudono
scorre e sciaborda
fiume, ruscello, mare
mentre la nube
non cessa di vagare.
Mentre tu dormi
si china un angelo
ti veglia con affetto
non vedi eternità
in tutto questo?
Ciao Sveno!
(Marta Alberti)
Stare lontani in certi casi può essere una fortuna. Stare lontana mi consente di fare finta che non sia successo, che Sveno anche stasera sia nella “cabina”, a sorridere lievemente alle battute di qualcuno… Io no lo vedo perché non sono lì, ma posso immaginario. E nulla è cambiato.
(Mariuccia)
Un abbraccio a Euride, ricordando le tante occasioni in cui abbiamo passato il tempo insieme, parlando, cantando, raccontando, osservando le cime dell’Appennino, così vicine, a Marmoreto…
(Giorgio e Camilla)
Nei giorni dell’addio al nostro Sveno, tutti noi famigliari ci siamo sentiti avvolti in un abbraccio corale, affettuoso e sincero e quell’abbraccio, anche attraverso Redacon, vogliamo ricambiare con infinita gratitudine.
(Famiglia Notari)
Non potrò mai dimenticare i magnifici giorni passati insieme alla vostra cara famiglia. Sono trascorsi moltissimi anni, penso 55 anni, e nella mia memoria ricordo le sere che abbiamo trascorso suonando nella vostra casa, Sveno la fisarmonica, Dante il sassofono ed io strimpellavo la chitarra. Le serate di allora erano formate da Nico tedesco diventato geologo ragazzo di Aurora che con la sua Volkswagen ci portava per le montagne di Marmoreto ed il passo del Cerreto. Giuliana con Heinz di Milano, Euridice ed altri che purtroppo non ricordo. Ho letto le recensioni e le belle poesie, sono commosso. Spero di poter venire a salutare ed abbracciare Euridice e Dante e rendere omaggio a Sveno. Con affetto mi unisco sentitamente al ricordi di coloro che hanno conosciuto Sveno. Con stima.
(Heinz Wardelmann, Casalmaiocco, Lodi)