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La pensione del preside

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Il 31 agosto scorso, per il preside dell’Istituto comprensivo di Villa Minozzo, Remo Zobbi, si è concluso un percorso iniziato consapevolmente molto tempo fa e durato quasi una vita: sulla soglia dei 63 anni (l’11 ottobre) ha lasciato la sua scuola ed è andato in pensione.

Zobbi aveva iniziato a lavorare come supplente alle medie di Villa e Toano subito dopo la laurea in geologia, nel ’73. Dopo una breve esperienza alle superiori a Reggio, tornato alle medie a Villa, è entrato di ruolo nel ’78 e vi ha insegnato fino all’85-’86.

In quegli anni la scuola di Villa non aveva un dirigente, “ogni anno si alternavano figure diverse – racconta Zobbi – e questo non dava alla scuola la possibilità di mettere radici e realizzare percorsi particolari, ogni anno si doveva ricominciare da capo. Il preside di allora, Meschino Zoppi, mi suggerì di diventare incaricato e così iniziai a farlo, fino al 2004, quando, superato un concorso, diventai dirigente scolastico a Villa, dove sono rimasto finora. Però ho lavorato anche tre anni alle medie di Castelnovo Monti e uno a Castellarano”.

Il preside ricorda che sin da bambino desiderava insegnare: “Sin dalle elementari era nei miei pensieri la volontà di cercare una strada per riuscire ad insegnare, quindi il mio percorso scolastico è stato tutto rivolto a trovare uno sbocco nell’insegnamento. Una delle facoltà che allora dava più possibilità era quella di scienze, così scelsi geologia, che consentiva di insegnare matematica e scienze alle medie e geografia e chimica alle superiori”.

“Nel campo dell’insegnamento – sottolinea il dirigente – è fondamentale la passione, l’amore per quello che fai. È una della professioni più importanti, perché ti consente di lavorare con quello che è più prezioso per una famiglia, il figlio, che ti viene affidato per farlo crescere. Se capisci questo e se ti piace stare con i ragazzi, allora ti rendi conto che è una professione fantastica, altrimenti si fa veramente fatica, perché nel corso degli anni cambiano le caratteristiche dei ragazzi e delle famiglie. Se non lo fai con passione può diventare molto complicato. Poi è importante essere competenti e mantenersi costantemente aggiornati, perché le norme cambiano molto velocemente. Occorre prestare attenzione a tutto quanto ti viene proposto, rispettare la legge e allo stesso tempo riuscire a far si che essa risponda alle esigenze delle persone che hai davanti, docenti e non docenti. Se la legge non è accompagnata dalla misericordia non può trovare una buona applicazione”.

“Nel mio percorso, tutte esperienze molto belle e importanti – precisa –, ho sempre cercato nella relazione con le persone una risposta ai problemi dell’educazione. Sono stato fuori dal mondo degli affari, ma, secondo me, sono stato dentro al mondo più bello, perché ho potuto dedicarmi alla cosa più importante, la relazione con gli altri. Sono molto soddisfatto. Ora vado in pensione perché questa scuola, con la legge del novembre 2011, non può più avere un dirigente scolastico e, alla mia età, ricominciare per due anni un percorso da dirigente in un’altra scuola non mi sembrava funzionale a quella scuola. Inoltre non volevo togliere il posto a un giovane”.

Zobbi ha visto molto cambiamenti nella scuola, “un tempo c’erano più risorse, più docenti, a parità di alunni, e più classi. Nella scuola media c’era il tempo prolungato, che ora stanno togliendo progressivamente. C’era più attenzione. Adesso però c’è più autonomia, un impegno superiore, una scuola che è capace di progettare il proprio futuro. Le norme alla fine degli anni ’90 hanno consegnato alla scuola, alle famiglie e alle istituzioni una scuola più autonoma, anche se deve ancora essere completato il percorso. Fino a quando l’articolo quinto della costituzione non verrà applicato, e tutto rimane accentrato su Roma, la scuola rimane ancora abbastanza bloccata, però si comincia a intravedere un percorso nuovo. Poi bisognerà vedere quante risorse e attenzione lo stato, gli enti e le comunità politiche locali metteranno a disposizione della scuola, quanto ci crederanno, quanto vorranno investire nel futuro della scuola.

Con il preside Zobbi la scuola di Villa ha iniziato e portato avanti per molti anni un progetto di gemellaggio con una scuola di Berlino. “Era una cosa che ci mancava – precisa Zobbi –, siamo riusciti a fare questo a Villa perché c’erano le persone giuste, docenti capaci e disponibili, e abbiamo trovato un partner in Germania disponibile a sperimentare questo tipo di scambio. L’abbiamo realizzato ogni anno, promuovendo uno scambio di progetti e di capacità. Io sono sempre stato un grande ammiratore di don Milani, lui sosteneva che andare all’estero per i ragazzi equivaleva all’esame. Noi infatti lo facciamo in terza media, alla fine di un percorso di crescita all’interno della scuola. I ragazzi lo sanno, non ci vanno tutti, solo quelli che hanno seguito un percorso di crescita positivo, e abbiamo sempre cercato di aiutare anche quelli che non hanno le risorse economiche. È un’esperienza molto importante ed edificante per i ragazzi, cambia la loro prospettiva, il loro modo di vedere il mondo, capire che ci sono altre nazioni, altre realtà, altri modi di vivere, un’altra lingua. Poi noi veniamo dall’ultima guerra, io sono stato cresciuto con l’idea del tedesco cattivo che veniva e uccideva, quindi mettere i ragazzi in condizioni di ripartire instaurando nuove, positive relazioni con quel popolo è una grande conquista. Inoltre ogni anno arricchiamo l’esperienza del viaggio con dei laboratori e con la presenza di persone che possono insegnare qualcosa di nuovo ai ragazzi, quest’anno, ad esempio, è andato un pittore con loro”.

Questi viaggi-scambi permettono anche di riflettere sulle differenze tra le scuole e i sistemi educativi di nazioni diverse. “La cosa più importante ed evidente – rivela Zobbi -  è che noi, all’interno delle nostre scuole, abbiamo tutti i bimbi, anche i ‘diversamente abili’. Noi li facciamo crescere tutti insieme. All’estero, invece, questo manca. I ‘diversamente abili’ non sono accettati, ci sono scuole differenziate, come anni fa qui in Italia. Poi il tempo scuola è utilizzato diversamente e le vacanze sono più brevi rispetto alle nostre estive, ma più frequenti nel corso dell’anno. Per il resto, si tratta però sempre di ragazzi da educare e da accompagnare nel loro cammino di crescita”.

Nei numerosi anni a Villa il preside ha provveduto anche alla messa in sicurezza degli edifici scolastici. “La conferma migliore della trasformazione delle nostre scuole – racconta il preside – l’ho avuta da un episodio accaduto durante il convegno ‘La Montagna (è) InCantata’, tenutosi a Civago, all’interno del progetto del Consorzio di Bonifica dell'Emilia Centrale, dal 28 luglio al 5 agosto. Al termine di un mio intervento in cui esplicavo brevemente il percorso di crescita realizzato dalle scuole in montagna, ha chiesto la parola una signora del pubblico in villeggiatura a Civago, la dottssa. Pasciuti, che è stata dirigente scolastico dell'Istituto di Villa per alcuni mesi sul finire degli anni Novanta. Viste le installazioni nel mulino di Civago realizzate dai bambini della scuola dell'infanzia di Case Bagatti, ha chiesto alla maestra di potere visitare quella scuola, che ricordava come poco più di una cantina umida e buia. Nel vederla si è stupita moltissimo, perché quell'edificio era diventato una bella scuola e con un ottimo progetto pedagogico, equiparabile a quelli realizzati nella migliori scuole di Reggio”.

Un altro progetto importante a cui il dirigente scolastico villaminozzese ha partecipato è stata la realizzazione del Centro di coordinamento per la qualificazione scolastica (Ccqs), una rete tra scuole ed enti locali che ha consentito alla scuola montana di fare un grosso salto di qualità, “facendola crescere e diventare un osservatorio e punto privilegiato sul territorio, dove pensare e progettare il futuro della scuola stessa”. Tra i progetti comuni realizzati dagli istituti montani, solo per citarne alcuni, lo psicologo a scuola, le attività sull’orientamento e il teatro.

Ma cosa farà da settembre il preside? “So solo che non verrò più in questa scuola, dove ho passato gran parte della mia vita, avendo iniziato da studente e chiudendo come preside, e che è parte della mia vita. L’unica certezza è questa – dice sorridendo –, ma continuerò a fare tutte le altre cose. Ho avuto la fortuna di avere quella chiamata da Dio che si chiama diaconato, questo mi da l’opportunità di restare sempre all’interno della relazione con le persone in un rapporto di amore, cambieranno solo le persone con cui mi rapporterò quotidianamente”.

 

(Giuliana Sciaboni)

 

 

 

 

 

3 COMMENTS

  1. Ebbene sì, è giunto il momento di appendere le scarpe al chiodo anche per Remo. Tanti suoi docenti diranno “era l’ora, ha finito di stressarci con le sue richieste”, ma nello stesso tempo lo rimpiangeranno perché è una persona esigente che chiede sempre il massimo da tutti ma che ti restituisce altrettanto ed anche di più. Io, proveniente dalla toscana, dopo aver vinto un concorso nella provincia di Reggio Emilia, ho avuto la fortuna di averlo come collega e poi nella figura di Preside nella mia prima esperienza di ruolo e tanto mi ha dato per maturarmi sia come insegnante che come persona. Ancora oggi, che sono rientrato ad insegnare in Toscana, mi lega a lui e a tutta la sua famiglia un’amicizia ed un affetto profondi che mi fanno sentire, in parte, anche cittadino di Villaminozzo. La scuola perde un valido dirigente ma le comunità della montagna acquistano a tempo pieno un diacono fortemente impegnato nel servizio caritatevole verso tutti. Un augurio di proficuo lavoro a Remo nelle attività che lo attendono e un abbraccio a tutta Villa che mi ha accolto e ospitato per 14 anni

    (Il prof toscano)

    • Firma - ilproftoscano
  2. Ho avuto la fortuna di essere una sua alunna. Credo che sia stato uno dei pochi professori che realmente mi abbiano trasmesso l’insegnamento! Professori che sappiano insegnare trasmettendo e comunicando sono molto rari, ma Remo aveva queste qualità! Auguro al Prof che l’inizio della sua pensione sia un inizio di altrettante soddisfazioni e attività!

    (Serena Fioroni)

    • Firma - SerenaFioroni