Ho camminato, anche corso, da pellegrino,
al vento dello Spirito, accolto come
ospite e missionario, con in cuore
le parole di Gesù: “Andiamo altrove, seguimi!”…
Ho imparato, nel corso dei giorni,
a vivere, a fermarmi e a condividere,
a chinarmi e a ripartire, cresciuto
dalle persone, dalla strada, dalla natura…
Ho narrato di Dio ciò che il vento soffia alle rocce,
ciò che il mare ripete alla terra,
ciò che i piccoli mostrano ai grandi:
che bontà e bellezza abitano l’universo…
Ho detto che Dio, in fondo,
è diverso, totalmente altro:
è innocenza e sorriso,
è lacrima, carezza e mistero…
Ho sentito che Dio e l’uomo
sono per me il giorno e la notte,
la mia ferita e la mia pena,
la mia passione e la speranza…
Sento che la verità del mio cuore cresce:
sulle parole di un Concilio, “la coscienza è il tabernacolo della persona umana” (Gaudium et Spes);
sulla confessione di un prete, “basta essere uomini per essere poveri uomini” (don Mazzolari);
sul canto di un poeta, “ciò che so per il domani è che la Provvidenza di Dio si alzerà prima del sole” (Tagore);
sul testamento di un martire, “se anche sapessi che il mondo finirà domani, non esiterei a piantare un albero oggi”… (M. L. King)
Riconosco che le parole umane
sono vagiti e rintocchi
e che il silenzio è grandezza infinita.
L’essenziale è indicibile ai sensi…
(don Emanuele Benatti)
Grazie per questa bella testimonianza di fede e speranza.
(Ivano Pioppi)