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“Seta: urge confronto”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Le emergenze vanno affrontate come tali, ma le recenti vicende che coinvolgono SETA rendono ancor più urgente un confronto che finalmente coinvolga le diverse organizzazioni imprenditoriali che possono contribuire attivamente ad un rilancio del sistema del trasporto locale in termini sostenibili dalle amministrazioni locali e dagli utenti.

Oggi siamo di fronte alla crisi di un modello pubblico che ha funzionato bene, ad un trasporto pubblico locale che si è rivelato evoluto e capillare, ma che non può assorbire risorse sottraendole ad altri capitoli di spesa, che ha bisogno di ammodernamenti in mezzi e di rispondere a nuovi bisogni determinati dalla crisi economica in atto.

Anche di fronte ad una forzata riduzione delle spese private per gli spostamenti, che ha influenze dirette su comparti quali quello residenziale e sull’area dei servizi alla persona, il problema va allora oltre i semplici costi sopportati dal pubblico, richiedendo un ripensamento che sia contemporaneamente funzionale a nuovi bisogni e sostenibilità economica, al rapporto con il territorio e a quelle sue realtà private che possono integrarsi in un servizio di trasporto locale, mettendo in campo nuove risorse ed esperienze imprenditoriali e non solo manageriali.

SETA è frutto di un valido disegno di intermodalità che non va messo in discussione nelle sue fondamenta; oggi, però, senza l’apporto di un privato responsabile, legato al territorio e in esso presente (come lo è la cooperazione e tutta la piccola e media impresa), che sappia coniugare un progetto industriale con il tema del servizio ai cittadini e ai loro diversi bisogni, anche questo disegno è destinato ad arretramenti che già si vedono, ad esempio, sui mezzi, con un’età media che in regione si attesta attorno ai 12 anni e produce costi di manutenzione troppo elevati, bruciando via via le risorse che potrebbero essere ben più utilmente impiegate nell’acquisto di nuovi automezzi.

“Alle amministrazioni locali proponiamo allora di attivare un confronto immediato che coinvolga non una semplice categoria, ma tutte le associazioni imprenditoriali che possono contribuire a ridisegnare un sistema di trasporto locale davvero sostenibile ed i cui problemi non si risolvono – come oggi è evidente - con integrazioni tra gestori pubblici.

 (Giuseppe Alai, Confcooperative Reggio Emilia)