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Sono tutti uomini del Pd coloro ai quali si deve il fallimento del trasporto pubblico in Emilia: l’assessore regionale ai trasporti, Alfredo Peri, il presidente di Seta e di Atcm, Pietro Orodici, l’amministratore delegato di Seta, il reggiano Claudio Ferrari, il presidente dell’azienda Act di Reggio Emilia, Angelo Malagoli e il presidente di Tempi S.p.A, di Piacenza, Luca Giovanni Quintavalla.
La società Seta (Società emiliana trasporti autofiloviari) nata dalla fusione di trala modenese Atcm, la piacentina Tempi e la reggiana Act, ha un bilancio in profondo rosso. Questa fusione, nata, almeno sulla carta, allo scopo di contenere i costi di gestione e razionalizzare l’uso del personale delle singole aziende provinciali, è partita male, in una situazione finanziariamente squilibrata. Mentre Atcm si sarebbe presentata alla fusione con il bilancio in pareggio, la piacentina Tempi e la reggiana Act avrebbero portato in dote forti passivi.
Ora i nodi sono giunti al pettine: nel momento in cui si è dovuto decidere a chi far pagare i passivi, la situazione è divenuta esplosiva. La Regione Emilia-Romagnasembra, infatti, è intenzionata a spalmare, in modo indistinto sulle tre società preesistenti alla costituzione di Seta, il passivo attuale. Atcm sembra però non essere disponibile a pagare i debiti altrui, anche perché ciò significherebbe ridurre ulteriormente i percorio chilometrici ed il personale, anche di Modena.
Il disavanzo previsto per il 2012 sarebbe di tre milioni di euro, ma potrebbe essere superiore se i comuni di Reggio e Piacenza non rispetteranno gli impegni finanziari: disavanzo che potrebbe anche rendere inevitabile il ricorso a licenziamenti.
Le aziende che hanno accumulato i maggiori passivi di bilancio sono l’Act di Reggio Emilia e Tempi di Piacenza. Seta è nata da meno di un anno e già è decaduto il suo consiglio di amministrazione: nei giorni scorsi, infatti, si è dimesso l’amministratore delegato della società, Claudio Ferrari, ed ilconsigliere Laurence Le Blanc.
La situazione è decisamente critica: si è arrivati a settembre senza che sia stato stipulato un contratto di servizio fra Seta e gli enti pubblici; i soci pubblici, inoltre, non avrebbero adempiuto pienamente agli impegni presi con Seta per i servizi effettuati sulterritorio e il chilometraggio dei mezzi. Da notare che i sindaci dei comuni inadempienti sono tutti uomini del Pd.
A pagare, in termini di disservizi nel trasporto pubblico, saranno naturalmente i cittadini utenti.
(Fabio Filippi)
C’ era una volta il comune senso del pudore. Un mio professore definiva le rivoluzioni il bisturi della Storia. Non abbiamo più una morale comune, base granitica della nostra Costituzione: il dissolversi di valori come il senso della giustizia, della legalità, della competenza, della professionalità, del rispetto, ci ha portato ad un declino che si evidenzia, e si aggrava, nella distanza che c’è tra classe dirigente e società. Le ideologie, le certezze di un tempo, non ci sono più e viviamo così senza riferimenti sicuri. Vorrei poter chiedere oggi, a quel professore, come, quando, e se entreremo in sala operatoria. Sono tutti uomini del centro-destra gli uomini che negli ultimi quattro anni hanno detto che la crisi non c’era e che i ristoranti erano pieni. Sono sempre uomini della politica, di destra e di sinistra, che dicono che il problema dell’Italia di oggi è una legge elettorale, mentre a Taranto e in Sardegna rischia di finire sui viali l’intero sistema industriale italiano.
Sì, c’era una volta il comune senso del pudore.
(mv)
Sarà provocatoria ma logica se si vuole riflettere. Di tutti gli amministratori delegati ai trasporti sopra citati, sarei curioso di sapere, se non invado la loro privacy, ma per trasparenza sociale, in quanti dicevamo sono in possesso della patente D e relativo certificato professionale obbligatorio per condurre tali mezzi… Se nessuno è in possesso di tali requisiti “forse” è un po’ scarsino su tante nozioni sui trasporti, ma sono lautamente ricompensati per il loro lavoro. Se va così chi mi sa indicare dove fare domanda e diventare amministratore lautamente retribuito dei teatri di danza classica a livello nazionale, visto le mie conoscenze profonde in materia o direttore di qualche centro di astrofisica nucleare (ben pagato) Gelmini docet…
(Pietro Zobbi)
Ma Pietro, non sei moderno per niente! Oggi, basta guardarsi attorno, ci sono fior di consulenti… puoi fare il manager in qualsiasi settore!
(Elio Bellocchi)
Da almeno un decennio è sotto gli occhi di tutti lo sfacelo in cui versa il trasporto pubblico reggiano. I mezzi di trasporto sono da tempo “terra di nessuno” dove i reggiani, ormai stranieri in Patria, salgono malvolentieri. In pochi pagano il biglietto e poco si è fatto, in questi anni, per limitare i danni e recuperare entrate (non servirebbe ancora il bigliettaio di una volta che, oltre a fare da esattore, fungeva da deterrente per i maleducati?). Il prezzo come al solito lo pagano i cittadini che si trovano (con le corse tagliate) a dovere fare i salti mortali per raggiungere le destinazioni di studio o di lavoro. Più che un servizio alla collettività mi sembra un servizio alla poltrona: posti al sole dove sistemare amici e amici degli amici per tenere sotto controllo “il territorio”.
(Ivano Pioppi)
Buonasera, signor Filippi, mi compiaccio perchè non manca mai di fare commenti sulle singole situazioni, soprattutto riguardanti Enti “governati” dalla Sx. Sicuro è che non ho mai avuto il piacere di leggere su questa pagina commenti di ciò che realmente stà accadento di così GRAVOSO in questa Italia resa sempre più povera e malgovernata e, guardi caso da oltre un ventennio proprio dalla sua coalizione.
Non ne faccio una questione di centro-sinistra o destra, ma sorge un grosso dubbio: Filippi legge i giornali?, o meglio ancora parla con la gente? Se in questo sistema ci siamo finiti la colpa sicuramente è anche nostra che abbiamo scelto degli incapaci e, mi auguro che possa veramente cambiare, il paese, la legge elettorale comprese anche le forze politiche di opposizione, che di opposizione non hanno NULLA.
Filippi, mi faccia il favore, si risparmi i suoi sarcasmi… le sue ironie, ha ragione il signor MV: abbia anche un po’ di pudore e, se lo ha, lo usi.
(C.F)