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La morte del Card. Martini / “Un credente e un maestro nella fede”

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A proposito del transito del card. Carlo Maria Martini, il vescovo della nostra diocesi, mons. Adriano Caprioli, ha scritto quanto segue.

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Restano nella memoria dei reggiani i pochi ma significativi passaggi del Cardinale nella nostra Diocesi: prima, con il vescovo Baroni, il convegno al Palasport durante il Sinodo sulla presenza dei cristiani nella società civile (marzo 1983) e la serata in Seminario in memoria del biblista Leone Tondelli (1988); con il vescovo Gibertini, in Ghiara nel centenario di S. Teresa di Lisieux (febbraio 1997) e a Marola nel novembre 2005 come predicatore degli esercizi al clero sul vangelo di Giovanni.

Tracciare l’opera e una figura come Martini non è facile: un cardinale, se per un verso è un personaggio molto conosciuto, per un altro rimane spesso una delle presenze più misteriose, più soggette all’equivoco, non concedendo così facilmente il segreto della propria anima e spiritualità. La storia, si dice, ha bisogno di una certa distanza. Ed è vero. Ma è altrettanto possibile, al compimento di una esistenza terrena, raccogliere qualche linea di interpretazione, avvantaggiati dalla presenza di alcuni testimoni.

Come poche persone del nostro tempo, il Card. Martini è riuscito a risvegliare nell’uomo d’oggi il senso del mistero, lo stupore per la singolarità della figura di Cristo, la fecondità della Parola di Dio, il senso delle realtà sovraumane contenute nell’umanissima vita della Chiesa. Ma ha fatto tutto questo impegnando le risorse e anche le sconfitte, le sensibilità e la cultura dell’uomo d’oggi.

È stato un credente e un maestro nella fede, che ha parlato non solo all’uomo d’oggi, ma da uomo d’oggi. È stata così limpida e matura la sua fede che è riuscita a esprimersi anche nell’età e nella cultura dell’incredulità, della secolarizzazione, dell’uomo maggiorenne, fiero del proprio progresso o disperato per la propria solitudine. È stata così personalizzata, criticamente sofferta la sua assimilazione della cultura contemporanea, da permettergli di scoprire le contraddizioni, le brecce segrete, attraverso cui aprirsi all’annuncio della fede.

In questa prospettiva, la fede in Cristo, come rivelazione gratuita e definitiva del Mistero di Dio, offre un contributo decisivo per elaborare l’immagine più vera dell’uomo e interviene a interpretare, purificare, accompagnare i processi culturali, mentalità e stili di vita di uomini e donne del nostro tempo. E questo il Cardinale lo ha perseguito fino all’ultimo. Il morbo di Parkison, che lo aveva colpito già nell’ultimo periodo del suo episcopato, a poco a poco, inabilitando il suo corpo, gli ha lasciato intatte l’intelligenza, la memoria, lo sguardo.

Accompagnando il commiato in occasione del funerale di Eugenio Montale il 14 settembre 1981, evocando il cammino di chi ha cercato con amore la verità, e pur disperando talora di trovarla, non si è arreso in questa ricerca, Martini osservava con le stesse parole del poeta: “Tutte le immagini portano scritto: più in là!”. E ora sulla sua tomba ha chiesto ci siano le parole del Salmo: “Lampada ai miei passi la tua Parola, luce al mio cammino”.

(+ Adriano Caprioli)

 

2 COMMENTS

  1. Il 24 dicembre 2006 si sono celebrati i funerali laici di Piergiorgio Welby in piazza Don Bosco nel quartiere Tuscolano a Roma…. Qualche giorno prima il cardinal Camillo Ruini, vicario generale della diocesi di Roma, ha negato la funzione secondo il rito religioso in quanto Welby rifiutava volontariamente l’accanimento terapeutico ([….Purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita, è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche…]).
    Il 31 agosto 2012 ci ha lasciato il Cardinal Carlo Maria Martini… Il dott. Pezzoli, neurologo e responsabile del centro per la malattia di Parkinson, riferisce che il cardinale è rimasto lucido fino alle ultime ore di vita rifiutando l’accanimento terapeutico. Domani in Duomo a Milano si celebreranno i funerali in forma religiosa.
    Ora mi chiedo…. Qual è la differenza tra i due?

    (Simone)

  2. Non ho assistito, mai, ad un discorso del Card. Martini, ma tanto ho letto di lui. Durante lo studio dei documenti prodotti dalla scuola di politica delle Acli di Reggio Emilia, diretta da Gino Mazzoli, negli anni Novanta, la cosa che ricordo maggiormento di Martini, fu, come, con tanta semplicità, indicava la strada da seguire per un cristiano nella società: bene comune, giustizia sociale, accoglienza. Un uomo di chiesa, “scomodo”, che conosceva approfonditamente le parole del Vangelo e, ogni volta, ne rimaneva ancora estasiata; con determinazione, voleva vedere nuovamente “Dio in terra”. Se qualche credente, volesse mai, con slancio etico, cercare di perseguire quel “bene comune”, che tanto è scritto nel Vangelo, certo dovrebbe sedersi e leggere le tante parole illuminate del card. Martini; un uomo di Chiesa da ricordare, da tutti gli uomini onesti e giusti.

    (Paola Gualdi)