Riceviamo e pubblichiamo.
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Da associato all’ANA in quanto Alpino in congedo iscritto al Gruppo Alpini di Castelnovo ne Monti, intervengo sulla vicenda che ha visto coinvolto il presidente sezionale Emilio Schenetti in questioni di rilevanza penale.
Purtroppo il suo ruolo di referente degli oltre 1.000 Alpini e dei 39 gruppi, questa è la “forza” della sezione ANA di Reggio Emilia, ha mediaticamente enfatizzato la questione che altrimenti, come peraltro ben sottolineato dall’interessato, la si poteva delegare, a riflettori spenti, al “semplice” ruolo di sciocchezza o di maldestra “disattenzione”; sarà peraltro compito della Magistratura stabilire la reale dimensione della faccenda con le dovute conseguenze.
Quello che invece occorre sottolineare fin da ora è, a mio avviso, la goffa ed impacciata gestione mediatica ed associativa della vicenda, ad iniziare dall’incredibile dichiarazione di Schenetti riportata con risalto dal Resto del Carlino di lunedì 20 agosto secondo la quale “qualcuno avrà di certo brindato”. A chi si riferiva? Faccia nomi e cognomi, altrimenti il messaggio per i lettori, e per l’ANA stessa, è a dir poco devastante.
Ma la cosa che ingenera più sconcerto, soprattutto all’interno dell’associazione, è questa formula dell’autosospensione, vocabolo peraltro totalmente ignoto nello statuto associativo; Schenetti nelle prime dichiarazioni rese alla stampa sabato 18 agosto dopo il deflagrare della notizia ha inequivocabilmente parlato di dimissioni, poi trasformatesi con il passare delle ore in autosospensione, peraltro ratificata da uno sconcertante comunicato del consiglio sezionale. Che significa? Perché questo mutamento? DIMISSIONE significa abbandonare tutto, AUTOSOSPENDERSI invece lasciare le cose come stanno, affidando la sezione al vice, mantenendo così inalterate le cariche sociali in vigore e attendendo gli esiti giudiziari. Ma, visti i tempi della Giustizia, per quanto tempo? E se invece di un davvero auspicato proscioglimento arrivasse una condanna? Nel caso, lo Statuto associativo è chiarissimo e la “notizia”, che piaccia o no al consiglio sezionale, sarebbe mediaticamente assai ghiotta…
Oggi, giovedì 30 (ieri, ndr), la stampa locale, Prima Pagina con gran risalto e la Gazzetta di Reggio nelle lettere al direttore, riporta una lettera di un “simpatizzante” degli Alpini, tal Francesco Bernazzali, che scrive: “...quello che in questa vicenda colpisce ancora di più è il fatto che questo signore, anzichè dimettersi affinchè la giustizia (non la magistratura come dichiarato) possa fare il suo corso senza ulteriore coinvolgimento anche indiretto dell’associazione, si auto-sospende e per di più con il comitato di sezione che si limita a prenderne atto. Restando in carica non solo il dott. Schenetti dimostra di alimentare l’assurda ipotesi della propria innocenza e di volere alla fine rientrare a pieno titolo nel proprio ruolo ma cosa ben più grave di pretendere che tutta l’Associazione partecipi a questa scelta”.
Pensiero e ragionamento assolutamente condivisibili, che a mio avviso non fanno davvero una grinza e che parimenti credo siano totalmente condivisi dalla stragrande maggioranza degli Alpini, e non solo.
Ma Bernazzali, nell’incipit alla sua missiva, chiosa come la sezione reggiana dell’Associazione Nazionale Alpini: ”…già poco più di un anno fa in effetti fu oggetto di un esposto alla Guardia di Finanza per presunte irregolarità di bilancio, peraltro mai chiarite, il cui esito risulta ancora ignoto”.
Forse è giunto il momento della chiarezza, in ossequio a quei Valori ed Ideali rappresentati ed espressi da questa Associazione e certamente non di meno, o proprio per questo, per la sua visibilità mediatica: si giustifichi questa “anomala” accettazione della formula dell’autosospensione e si chiarisca se le parole del Sig. Bernazzali, queste riguardanti esposto e quant’altro, equivalgono a verità oppure a diffamazioni; nel primo caso gli scenari sarebbero a dir poco inquietanti, nel secondo credo sussistono gli estremi per adire alle cosi dette competenti sedi.
(Paolo Comastri)
Per il sottoscritto è tutto chiaro: Emilio Schenetti è una persona eccezionale sotto ogni aspetto; peccato che ci siano poche persone come lui, alpini o non alpini.
Chi non lo conosce può giudicarlo come crede per l’errore che ha commesso; ma chi lo conosce, come il sottoscritto, mai si permetterebbe di “metterlo in croce” per un atto, che pur nella sua gravità, può essere considerato veramente una “leggerezza o una dimenticanza” e per questo pagherà alla giustizia il suo debito.
Sbagliare è umano, ma la cosa importante è pagare in base all’entità dell’errore che si è commesso e per quanto commesso da Emilio Schenetti mai mi sognerei di chiedergli di dimettersi dal suo incarico di Presidente della Sezione Alpini di Reggio Emilia; pur ribadendo che si è trattato di un errore molto grave, ma che nulla a che fare con il ruolo di Presidente che ricopre e che svolge egregiamente e che tutti noi dovremmo essergli riconoscenti. Dal mio punto di vista la sua autosospensione è più che sufficente; inoltre mi risulta sia stata accettata dal Consiglio; questo mi basta.
Un caro saluto a Emilio Schenetti e a tutti gli Alpini Reggiani.
(Alpino Lino Franzini)