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Apprendo dalla stampa che una 13enne di origine macedone è stata venduta per 3.000 euro dalla propria famiglia ad un'altra del suo paese, ma residente a Venezia, come promessa sposa per il loro figlio 17enne. Arrivata in Italia assieme alla futura suocera, la 13enne ha tentato di ribellarsi, subendo però violenza sessuale completa da parte del ragazzo. Questi è stato aiutato dalla madre, che immobilizzava la giovane ed incitava il figlio a compiere il suo "dovere". Per il tentativo di fuga, tra l'altro, la 13enne è stata segregata in casa, sistematicamente picchiata e punita immergendola nella vasca da bagno, dove le sono state procurate delle bruciature alle gambe utilizzando un filo elettrico. Questo agghiacciante ed ennesimo episodio di violenza sulle donne mette in luce che la violenza non ha tempo nè confini, non risparmia nessuna nazione, paese industrializzato o in via di sviluppo che sia.
Non conosce nemmeno differenze socio-culturali, vittime ed aggressori appartengono a tutte le classi sociali, si evidenza sempre di più che la maggior parte degli aggressori sono i familiari, i mariti, gli amici, i parenti, i conoscenti e i vicini di casa. Abbiamo bisogno urgentemente di un cambiamento culturale e di mentalità, di imparare ad acquisire il rispetto della parità ed equità di genere, per sradicare la concezione della donna come di un oggetto di cui ci si può anche appropriare.
(Assunta Spadoni, responsabile movimento femminile Udc Reggio Emilia)