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Riordino delle province, c’è tempo

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“In merito alla questione delle province, affrontata all'interno del decreto spending review in discussione questa settimana in commissione bilancio al Senato, siamo riusciti ad apportare alcuni cambiamenti importanti in una discussione durata giorni, contraddistinta da molta tensione”.
Ad affermarlo è la senatrice Pd Leana Pignedoli.

“Le modifiche che abbiamo presentato come gruppo Pd cambiano l'impostazione che emergeva inizialmente nel testo del Governo, ovvero l'idea di una suddivisione tra territori ‘vinti’ e ‘vincitori’. Il testo presentato dai relatori, che hanno accettato buona parte delle nostre richieste, supera, infatti, questa logica e propone una confronto generale. Non ci sono più province ‘soppresse o accorpate’ – spiega la parlamentare democratica - ma il nuovo testo recita "tutte le province delle Regioni a statuto ordinario esistenti alla data in vigore del decreto, sono oggetto di riordino."

“Non si imposta un automatismo per cui semplicemente le grandi inglobano le minori vicine, ma tutte sono messe in discussione . Questo passaggio sarà un buon banco di prova e dimostrerà se ci sarà la capacita di riorganizzare. E’ un nuovo livello di democrazia dall’erogazione di servizi, che tiene insieme razionalizzazione di risorse, fattori identitari, omogeneità socio-economiche”.

“Ma non è finita qui – prosegue Leana Pignedoli - secondo obiettivo raggiunto e' l'allungamento dei tempi per la presentazione del piano di riordino. Infatti dagli "impossibili " venti giorni previsti nel decreto del Governo, si e' passati a novanta, un tempo che, sommando i diversi passaggi di pareri, fara' giungere il cambiamento quasi a fine anno. La modifica piu' rilevante, pero', probabilmente sta nel maggior peso e ruolo affidato alle rappresentanze degli enti locali che diventano di fatto i promotori della proposta”.

“Sarà, infatti, compito del Consiglio delle autonomie locali di ogni Regione ad approvare entro settanta giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale l'ipotesi di riordino, che verrà inviata immediatamente alla Regione che a sua volta avrà venti giorni per trasmetterla al Governo. Si dovrà dunque arrivare entro novembre con una ipotesi concreta di riorganizzazione territoriale.
Infine, oltre ad aver chiesto che vengano previste risorse mirate per la riorganizzazione individuate in 100 milioni di euro, si e' proposto un rafforzamento delle materie di cui si dovranno occupare le nuove province. Alla gia' prevista pianificazione territoriale, la valorizzazione dell'ambiente, la pianificazione dei servizi di trasporto e controllo in materia di trasporto privato. A tal proposito – continua la senatrice del Partito Democratico - e' stata inserita la programmazione della rete scolastica e gestione dell'edilizia scolastica relativa alle scuole secondarie di secondo grado”.

“La discussione, ha visto l'incursione continua di chi cercava escamotage, ipotesi fantasiose, per inserire deroghe per le singole province o chi proponeva di decidere a priori automatismi per i nomi delle nuove province, gia' sottintendendo la prevalenza delle maggiori.
La commissione e lo stesso Governo hanno bocciato ogni emendamento, o proposta di questo tenore demandando appunto al livello locale le decisione dentro una logica di autorganizzazione. Nel provvedimento - conclude la Pignedoli - rimangono irrazionalità e contraddizioni, ma sono migliorate le condizioni per un confronto e ipotesi più avanzate”.

 

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