Domenica scorsa una temperatura insolitamente mite ha favorito l’ascesa dei pellegrini al monte magico di Valestra. Con le sue grotte, col culto antico di Santa Maria Maddalena, il buon mangiare e i giochi di un tempo. C’è chi, come da tradizione, ha pernottato sulla sommità del monte, tra caprioli e tassi, la sera innanzi, in tenda. Petra, di origine tedesca, lasciato sul registro delle presenze questa ode al monte. Che visualizziamo e trascriviamo. (G.A.)
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“Quella piccola fiamma che ha nella pancia quando arrivi sul monte: già, perché quando arrivi in cima ti viene sempre da dire “ce l’ho fatta” e ti prende una voglia di far fuoco per mangiare e non vedi l’ora che venga buio, perché è lì che il monte ti sembra la vetta di tutto. Sei più vicino al cielo e sotto ci sono le nostre case, sono piccole e fragili. Il monte è grande e imponente, vedi le luci della città, sono così vicine da quassù. La fiamma si fa più forte accanto al falò che illumina la croce e scalda, si parla, si ascolta il fuoco e la notte e a turno si diventa guardiani, guardiani del falò che incanta e ti culla. E il mondo è così bello, così tranquillo e passa la notte e torna la luce del sole…”
A tutti i guardiani, con affetto Petra
Brava Petra! Un’ode veramente toccante! Spero e so che sarà di stimolo per tutti noi guardiani di santa Maria Maddalena e dei suoi luoghi sacri come il Monte Valestra ed il Monte Ventasso, luoghi in cui, alla faccia di tutti i divieti secolari del papato, noi credenti della promessa ed amata moglie di Gesù di il Nazareno volevamo solo predicare il suo e loro verbo, ovvero l’amore per ogni forma di vita e l’uguaglianza tra gli uomini e le donne.
(Luca Barbolini)