Home Cronaca Chiara Boniburini: “Sono stata in Moldavia per incontrare un’altra cultura”

Chiara Boniburini: “Sono stata in Moldavia per incontrare un’altra cultura”

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Chiara Boniburini sulla destra con i giovani che ha conosciuto

In questo mese alcuni studenti della montagna stanno facendo l'esperienza di scambi culturali attraverso l'organizzazione Lions. Alcune famiglie hanno ospitato ragazzi stranieri, e altri nostri giovani stanno vivendo all'estero per due, tre settimane, in famiglia e nei campus dove si ritrovano con altri coetanei. L'importanza di questi "viaggi" è immensa, la possibilità di conoscere altre realtà, vivere altrove, immergersi in altre culture è di valore altamente formativo, sia a livello umano che educativo. Ecco quanto ci racconta una ragazza felinese, Chiara Boniburini, frequenterà la classe 5P del Liceo Scinetifico Cattaneo-Dall'Aglio. E' stata ospitata a Tiraspol, Moldavia. Ed è rientrata da poco. Le sue parole racchiudono la preziosità di quanto ha vissuto.

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"Sono arrivata all'aeroporto di Chisinau, Moldavia, il 25 giugno. Ad aspettarmi c'era la ragazza che mi avrebbe ospitata in casa sua per una settimana.
Ero molto agitata, spaesata e ansiosa di iniziare questa mia avventura.
Venni accolta da un sorriso e un abbraccio e subito pensai di essere a casa.
Con il taxi ci dirigemmo verso Tiraspol a circa un'ora di distanza dalla capitale.
Tiraspol è la principale città della Repubblica di Moldavia o Transnistria (Pridnestrovie in russo), territorio separato dalla Moldavia dopo la guerra del 1990 e dichiaratosi indipendente da essa nel 1992. In questa zona la popolazione non si considera assolutamente moldava, ma di nazionalità russa. La lingua ufficiale, il russo, e la moneta, il rublo, sono, infatti, differenti dal resto della Moldavia e sono presenti solo in quel territorio.


Tiraspol è una città abbastanza estesa ed è attraversata dal fiume Nistro. Il paesaggio è pianeggiante con vasti campi di girasoli e terreni agricoli. Le strade sono molto lunghe e larghe, ma rovinate e piene di buche, poiché dopo la guerra il governo non ha più fatto nulla per la città e i suoi abitanti. La mia famiglia abitava quasi in centro, in un modesto appartamento di poche stanze di un condominio molto vecchio e rovinato, ma accogliente e ospitale. Mi hanno cucinato dei piatti tipici russi buonissimi, per non parlare delle zuppe di verdure favolose. Ogni giorno visitavo una parte della città e delle località vicine e ogni giorno facevo esperienze nuove e sempre più belle, conoscevo ragazzi fantastici, cordiali, gentili, simpatici e generosi, curiosi di sapere qualcosa sul mio paese.
Per spostarci utilizzavamo dei piccoli pullman, che, giorno e notte, trasportavano le persone per tutta la città, oppure, andavamo a piedi.

A tavola


Quello che mi ha colpita di più è stato la semplicità di queste enormi strade lunghissime e rovinate e dei palazzi alti, poveri, tutti uguali e decadenti, i numerosi monumenti in memoria ai caduti delle guerre e le chiese dalle cupole dorate e dai colori sgargianti.
Sinceramente non mi aspettavo tutto ciò e sono rimasta molto toccata. Questa esperienza mi ha cambiata, mi ha fatto vivere un'altra realtà e sono contenta e soddisfatta.
Ho fatto parte di una nuova famiglia, che mia ha accolta e accettata con affetto, calore e gentilezza e che in una settimana si è resa disponibile a farmi conoscere ed esplorare quella terra misteriosa ed affascinante. Sono grata a loro per questo. Per una settimana ho condiviso tutto con loro, ho aperto il mio cuore e la mia mente ad altre abitudini e altre culture e ho visto cose che mi hanno aperto gli occhi su mondi e vite differenti dalle nostre.
La seconda settimana l'ho passata in un campus. Anche se all'inizio ci sono stati problemi organizzativi nei giorni successivi ho avuto modo di conoscere e confrontarmi con altre nazionalità. Eravamo solo quattro ragazzi, due italiane, un olandese e un danese e due accompagnatori. Ho trascorso giornate spensierate e pomeriggi indimenticabili e divertenti con loro. Abbiamo visitato quasi esclusivamente fabbriche di Vodka, vino e Cognac, ma nonostante ciò si è rivelata comunque una settimana interessante e divertente.

Chiara con i giovani dello YEP (Youth exchange program)- Lions


Ho conosciuto ragazzi della mia stessa età, circa, con abitudini e culture differenti dalla mia, con sogni e passioni diverse, ma con la stessa voglia di scoprire nuove terre insieme ad altre persone. E' stato doloroso doverli lasciare. Ci siamo promessi di rivederci presto in qualche modo. Sono contenta di aver intrapreso questa avventura e sono felice di aver incontrato persone così straordinarie, ospitali e meravigliose.
Non mi aspettavo che sarebbe andata così. Essendo una ragazza timida avevo paura di non uscire dal guscio e di non aprire il mio cuore e la mia mente a nuove realtà, ma sono fiera di me stessa e di essere riuscita ad apprezzare e a vivere intensamente ogni singolo momento di queste due fantastiche settimane.
Questa esperienza mi ha davvero aperto gli occhi. Grazie.

Chiara Boniburini