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Poste italiane riceve una lettera

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Il sindaco Gian Luca Marconi

In merito alla notizia della chiusura dell’ufficio postale di Gatta, annunciata da Poste italiane, nella giornata di ieri il sindaco di Castelnovo ne' Monti, Gian Luca Marconi, ha inviato una lettera alla Direzione provinciale di Poste Italiane. Afferma Marconi: “Al di là delle esigenze di razionalizzazione a cui Poste italiane si trova di fronte, va considerata la situazione dell’Appennino ed il quadro territoriale, che è per noi fonte di forte preoccupazione: ridurre i servizi per il nostro territorio ha una incidenza molto alta sulla soglia della tenuta sociale. Ogni ufficio che chiude in montagna, ogni servizio che viene meno allontana la possibilità per giovani e famiglie di poter vivere e lavorare qui e di questi fattori si dovrebbe tenere più conto. Ho chiesto alla direzione provinciale di considerare per Gatta almeno una apertura a rotazione, anche perché sono convinto che l’ufficio abbia una mole di utenza più che sufficiente per sostenerla”.

Questo il testo della lettera inviata da Marconi: “Gentile direttore, ho appreso dalla stampa la notizia della chiusura della sede delle Poste italiane di Gatta, frazione del mio Comune. Già alcuni anni fa parlando con l’allora direttore provinciale avevo avuto rassicurazioni sulla apertura (anche alcuni giorni alla settimana) e soprattutto sul fatto che sarei stato avvisato preventivamente in caso di chiusura. Ora,  sempre la stampa locale, afferma che le Poste italiane non smentiscono e non confermano la chiusura, tuttavia ritengo opportuno chiederle cortesemente di valutare anche per Gatta l’apertura saltuaria (settimanale o bisettimanale) come sembra essere previsto per Busana ed altre sedi della Provincia. La sede di Gatta, oltre a servire gli abitanti della frazione e di quelle vicine, è utilizzata da molti cittadini 'di passaggio' tra Castelnovo ne’ Monti, Villa Minozzo e Toano e dai lavoratori di importanti realtà produttive dell’area industriale di Fora di Cavola. Capisco che in questo periodo di crisi, di razionalizzazione dei servizi e di revisione della spesa anche le Poste debbano operare una riorganizzazione delle loro sedi, ma il nostro territorio non può continuare a perdere servizi (giudice di pace, Camera di commercio, Poste, ecc.) che garantiscono comunque la tenuta della rete sociale, dello stato sociale e quindi dei servizi fondamentali alle persone”.

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La minoranza consiliare "Castelnovo libera" ha emesso una propria nota in cui afferma anche il proprio impegno per contrastare le misure in programma. Ecco il documento.

Apprendiamo oggi, con forte contrarietà, che Poste italiane Spa ha inviato all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AgCom) il piano per la chiusura e la riorganizzazione degli uffici postali definiti "anti-economici" in tutta Italia, allegando la lista delle strutture: si tratta di 1.156 sportelli da chiudere con altri 638 da razionalizzare riducendo l'orario e i giorni. Tra le filiali per le quali è prevista la chiusura vi è l’ufficio postale di Gatta, nel comune di Castelnovo ne' Monti. Questi tutti gli uffici in provincia di Reggio Emilia (ben nove in totale!), per i quali Poste italiane SpA ha già decretato la chiusura definitiva: 1. Gazzano, VILLA MINOZZO; 2. Civago, VILLA MINOZZO; 3. Regnano, VIANO; 4. Trinità, CANOSSA; 5. Casoni, LUZZARA; 6. Gatta, CASTELNOVO NE' MONTI; 7. Montalto, VEZZANO SUL CROSTOLO; 8. Pecorile, VEZZANO SUL CROSTOLO; 9. Rondinara, SCANDIANO. Crediamo necessario un forte intervento verso AgCom e Poste italiane Spa di tutti i nostri sindaci, della presidenza della Comunità montana e della Provincia, al fine di conservare e tutelare un servizio essenziale ai cittadini (pensiamo in particolare ai pensionati che ancora in maggioranza ritirano la pensione agli sportelli postali), soprattutto sul vasto territorio montano. Siamo molto preoccupati inoltre per le possibili ricadute occupazionali sul personale, impiegati e postini, ad oggi in organico negli uffici dei quali viene programmata la chiusura definitiva.

(Luigi Cagni, Ivan Bertacchi, Mattia Davoli e Giuliano Rossi, consiglieri di "Castelnovo libera")

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Sempre nella giornata di ieri era stata affidata agli organi di stampa una nota della sede regionale di Poste italiane, che si seguito pubblichiamo.

Poste Italiane precisa che l’elenco degli uffici postali diseconomici è solo un impegno con l’AgCom e non un piano di chiusure. Ogni anno, in conformità alle disposizioni del Contratto di programma, Poste italiane deve inviare all’autorità di vigilanza (attualmente l’AgCom, in precedenza il Mse) un report sugli uffici postali e sulle strutture di recapito che non garantiscono l’equilibrio economico. Il monitoraggio è espressamente previsto dal Contratto anche ai fini della sostenibilità del servizio universale e del sistema nel suo complesso. Viene quindi stilato un elenco degli uffici che non soddisfano i criteri di economicità, ma che non risponde a un piano di chiusure di uffici postali, materia che eventualmente andrebbe discussa preliminarmente con gli enti locali, il Mse e l’AgCom. La diffusione della rete è infatti rimasta invariata, con 14mila uffici postali, grazie anche alla valorizzazione di molti uffici trasformati in autentici “centri servizi” dove ottenere servizi postali e finanziari ma anche certificati anagrafici, visure catastali, passaporti, servizi per la salute, pagamento dei ticket sanitari e permessi di soggiorno per cittadini stranieri.

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- “Poste italiane, non penalizzare i piccoli comuni” (11 luglio 2012)

 

1 COMMENT

  1. Taglia tu che taglio anch’io!
    Ridurre le Province! SI anzi No!
    Ridurre i Parlamentari! SI anzi NO!
    Ridurre gli stipendi dei politici! Si anzi NO!
    Ridurre i dipendenti pubblici! Si anzi NO!
    In questo momento di crisi, tutti concordano che sia necessario tagliare/chiudere servizi x ridurre la spesa pubblica, ma alla fine nessuno accetta di subire i disagi che purtroppo tale necessità comporta. Ieri ho sentito che in Spagna hanno tolto la 13^ ai minatori e un giornalista apriva il servizio dicendo: “Stamane gli spagnoli si sono svegliati greci”. Se dovesse succedere anche qui, forse la chiusura di un paio di uffici postali sarebbe l’ultimo dei nostri problemi.

    (Commento firmato)