Riceviamo e pubblichiamo.
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Una storia lunga dieci anni è quella che è andata in scena a Busana, domenica scorsa, dove l’Ecomaratona del Ventasso ha compiuto il decimo compleanno, nel pieno delle sue forze e attorniata dall’affetto dei tanti atleti saliti sull’Appennino da tutta Italia e anche da paesi oltre le Alpi. Dieci anni che hanno fatto conoscere l’Appennino reggiano fuori dai suoi confini e attraverso una formula che, da sempre, coniuga lo sport alla promozione del territorio e ad una visione solidale. Valori, dunque, che fanno dell’Ecomaratona del Ventasso un evento a tutto tondo, articolato e complesso, che dimostra quanto è possibile coniugare la realizzazione di un evento sportivo di alto livello con l’impegno e il pensiero che si protende verso altri orizzonti.
Un evento, il Ventasso, che una carta stampata di tutto rilievo come la Gazzetta dello Sport annovera fra le tre gare che possono considerarsi madri della corsa trail italiana; e le altre due sono gare di grande spessore del settore alpino.
Un evento, il Ventasso, che conserva intatta la sua capacità di attrarre atleti richiamati da un passaparola che la racconta come un evento inserito in una cornice naturalistica bellissima, dal calore inedito dei volontari e dall’organizzazione davvero impeccabile. Ma, anche, un evento che conserva intatta la capacità di trattenere gli amici e far ritornare sul Ventasso, anno dopo anno, tanti atleti che la considerano un appuntamento da non perdere.
Un compleanno che ha portato a Busana, domenica 8 luglio, oltre 560 atleti impegnati, più di 300 nella maratona lungo i sentieri del Monte Ventasso, 112 sulla distanza degli 11 km, 84 nel trekking dei 30 km lungo una parte di percorso della gara e oltre 60 bambini nelle gare a loro dedicate. Una festa dello sport, dunque, che ha coinvolto villaggi e atleti in un abbraccio che ogni anno si riconferma intatto, a giudicare dai sorrisi, dalle strette di mano e dai grazie che si scambiano a fine gara, quando tutto torna alla normalità.
Un evento che non dimentica mai la sua forte componente solidale con il mondo e con il territorio. Impronta, quella solidale, che si riconferma da anni nell’adozione a distanza di un bambino della Bosnia, che riesce a proseguire gli studi con il sostegno del Ventasso e che, quest’anno si è espressa nella destinazione di 2 euro di ciascuna iscrizione in favore di uno dei comuni emiliani colpiti dal sisma, Mirandola di Modena. Così, lo spazio e il tempo trascorsi al Ventasso si sono riempiti, durante la presentazione della gara la sera precedente, nel racconto di quanto è successo quando la terra ha tremato. Parole dette e scandite, in un silenzio davvero commosso e partecipe, da Marco Soldan e Sabino Mizzi, della Podistica La Patria di Carpi, che hanno raccontato e descritto il terremoto agli atleti saliti al Ventasso. Hanno raccontato e condiviso con tutti i presenti la paura, il senso di impotenza, la desolazione e la voglia di tornare ad essere una terra ricca e prosperosa. Lo hanno raccontato, Marco e Sabino, ad una platea che li ha ascoltati con gli occhi lucidi e li ha ringraziati con un abbraccio affettuoso di mani che applaudivano. Mani che applaudivano l’occasione di essere lì con loro, di consegnare un’emozione positiva e calorosa a loro e a tutti i concittadini che ora sono sotto le tende, in attesa di tornare a casa.
(Comitato Ecomaratona del Ventasso)