Home Cronaca Appennino reggiano / “Turismo fragile”

Appennino reggiano / “Turismo fragile”

24
5

Riceviamo e pubblichiamo.

-----

Buongiorno a chi legge. Sono Emanuele Zobbi e abito a Villa Minozzo. Stimolato da un caro amico, ho appena terminato di leggere il libretto che presenta gli appuntamenti d’estate 2012 della Comunità montana dell’Appennino reggiano e il piccolo flyer  promosso dal mio comune di appartenenza. Mi è venuto spontaneo prendere foglio e penna per fornire qualche spunto costruttivo in merito all’offerta turistica della nostra montagna.

La prima cosa che appare evidente è la moltitudine di eventi che le singole frazioni offrono, spesso nello stesso giorno. Tutti eventi interessanti e che sicuramente vivacizzeranno il singolo paese per quella giornata,  spesso grazie al contributo volontario della popolazione locale. Ben vengano e grazie che ci siano, ma io non penso che realmente possano contribuire ad alimentare la fragile domanda turistica che la nostra montagna sta vivendo. E penso per esempio ai cittadini residenti nella bassa reggiana, modenese e parmigiana che potrebbero decidere di passare qualche giorno in montagna o a qualche altro turista in procinto di programmare le sue vacanze estive.

Perché?

Perché molti degli eventi qui promossi si svilupperanno negli stessi paesi di pianura o in molte altre realtà quest’estate. Penso che i rappresentanti delle istituzioni locali (Provincia, Comunità montana, Parco nazionale, singoli comuni) avrebbero dovuto sviluppare insieme un’offerta turistica più alta da un punto di vista qualitativo con una serie di eventi capaci di generare domanda turistica. L’analisi che nasce spontanea dalla lettura del libretto della Comunità montana è la mancanza di sinergie fra i vari comuni. Anche all’interno dello stesso comune ci sono poche sinergie. In due frazioni attigue la stessa sera si organizzano due eventi. Secondo il mio punto di vista non è efficienza.

I rappresentanti dei nostri comuni anziché dividersi e discutere su quante risorse sono destinate ad uno rispetto all’altro dovrebbero riunirsi, sedersi attorno a un tavolo e fare sì una gara, ma la gara delle idee. Come potremmo realmente sviluppare una domanda turistica continuativa nella nostra montagna?

Io qualche spunto ve lo lascio.

Premetto che io penso che la nostra montagna si svilupperà solo se potrà essere raggiunta facilmente: sia con una rete viaria efficiente che con reti telematiche all’avanguardia. E con forme di ospitalità di qualità. Inoltre, in primo luogo, si deve pianificare quale tipo di turismo vogliamo sviluppare. Se attrarre il turista della pianura oppure il vacanziero vero e proprio o creare un turismo basato sulla valorizzazione delle eccellenze locali. Le istituzioni locali dovrebbero creare una vera gestione associata delle opere di comunicazione e promozione che presenti la realtà locale unita e coesa con un pacchetto di offerte veramente attraente.

Si potrebbe ragionare sullo sviluppo di un paio di iniziative che possano avere una maggiore risonanza fra i media. Penso alla creazione di una festival della letteratura o della cultura, alla realizzazione di dibattici economici e politici con interventi di personalità di alto profilo, alla promozione di concerti con artisti di fama nazionale. Eventi da dislocare nei vari comuni della montagna e poi da mettere in rete.

La Comunità montana, l’Unione dei comuni o il Parco potrebbero creare dei veri “pacchetti turistici” che consentano al turista di vivere tutte le peculiarità e le bellezze locali e magari che siano collegati con la vicina Liguria (es. il parco delle 5 terre). Pacchetti che poi dovranno essere divulgati: in rete, prendendo contatti con agenzie turistiche, con istituzioni di altre realtà pubbliche italiane, e nei mille altri modi possibili.

Inoltre, per creare una domanda continuativa le nostre istituzioni dovrebbero porsi l’ambizioso obiettivo di creare centri di eccellenza in montagna. Per esempio, da un punto di vista sanitario o legati alla formazione. Perché per esempio non cercare di rendere l’ospedale di Castelnovo ne' Monti veramente eccellente in qualche suo reparto? Questo porterebbe molte persone ad usufruire dell’ospedale e quindi a conoscere la nostra montagna. Oppure, perché non incentivare le tante persone che hanno lasciato la nostra montagna per motivi di lavoro a tornare in via definitiva quando si ritireranno dal mondo del lavoro? Un “buen retiro” in un ambiente sano e dove le relazioni umane sono ancora vive.

Questi piccoli esempi (ce ne sarebbero molti altri) potrebbero portare nuove persone a vivere la nostra montagna. Quindi a usufruire del nostro territorio, dei nostri esercizi commerciali e dei nostri servizi. In sintesi, a creare un volano positivo. Lester Bittel afferma che sono i buoni piani a dare forma alle decisioni migliori e che una buona pianificazione aiuta i sogni a divenire realtà.

Grazie mille per l’attenzione.

(Emanuele Zobbi)

 

5 COMMENTS

  1. concordo ma siamo in ritardo di 50 anni !!! è non ci sono più soldi … oppure se ci sono vengono spesi male …. percepisco sempre meno presenze ! manca liquidità … ecc… cmq bello il tuo tentativo tanto di cappello .

    (angelo covili)

  2. Il sig. Zobbi ha perfettamente ragione in nostri amministratori locali hanno poche idee e per lo più confuse… Il risultato sono iniziative sempre uguali da decenni che portano giovamento solo agli abitanti delle singole frazioni ma che non portano nulla alla presunta “vocazione” turistica del territorio montano.
    (commento firmato)

  3. In effetti ha ragione Emanuele, si perde un sacco di tempo a criticare l’operato di altri ma senza mai fare proposte o controproposte innovative… Credo che a fronte di ottime idee enti come la Comunità montana, il Parco e la Provincia non potrebbero tirarsi indietro o per lo meno sarebbero costrette ad argomentare eventuali decisioni contrarie; invece tutto si riduce ad inutili critiche che fanno sì che tutto rimanga congelato nel tempo, con feste o iniziative funzionali solo ai locali e che non hanno la benché minima attrattiva per il turismo vero e proprio. Quindi il mio augurio è che in futuro abbinate alle critiche vi siano anche proposte che possano contribuire a risollevare il turismo nel crinale e gli spunti suggeriti in questo articolo mi pare possano essere un ottimo inizio…

    (P.P.)

  4. Ricordo una bella iniziativa nel comune di Carpineti “2010 il tempo delle storie e i luoghi per raccontarle” con giornalisti e scrittori del calibro di Lucarelli e Travaglio, incontri e dibattiti. Non so perchè non si sia ripetuta un’esperienza a mio parere molto interessante e diversa dal solito.

    (A.M.)