“E’ un’esperienza che vorrei ripetere”. Ne è convinto Angelo Faletta che, questa mattina, fa un primo resoconto con Redacon sulla cena dell’impossibile. Di cosa si tratta? Di un invito a cena dove, se ti affacci, vedi che osano aquile e poiane, sulla sommità e sul ciglio della Pietra di Bismantova il giorno del solstizio d’estate e dove, un vento fortissimo, conduce all’infinito i tovaglioli.
Dodici ospiti imbragati e serviti su tavolini sul confine più noto, quello della verticale rocciosa di oltre 100 metri affacciato su parcheggio e santuario. Persone comuni, personaggi, giornalisti. Con la complicità del Carlino Reggio, riusciamo ad esserci anche noi.
“Sono piacevolmente stupito dal riscontro che ha avuto – spiega Angelo Faletta, organizzatore della cena più pazza del mondo –. Questa vuole essere un grido di ottimismo per dire che se lo si vuole tutto è possibile. A partire dalla scoperta di queste splendide montagne, ora chiamate ad essere solidali con le terre laggiù in fondo colpite dal sisma”.
Personalità di quest’angolo di Parco Nazionale d’Appennino, condotte dal Cai, sono il campione di sci Giuliano Razzoli, l’attore Chicco Salimbeni, ma anche il casaro Michele Francia, che mai avrebbe immaginato di vedere degustato il suo prodotto sul confine di uno spettacolare orrido. Ci sono gli studenti dell’Alberghiero del Motti che servono quanto Strabba (Andrea Tamagnini) e La Foresteria San Benedetto osano di cucinare a 1041 metri. Un delicato accostamento di antipasti tra dolce e salato, tortelli fumanti che sfidano un vento fortissimo e che genera, certo, qualche timore. C’è Angelo Boni, per l’occasione ad affettare salumi ricchi di storia, come il Salame fiorettino, caratteristico di queste zone da oltre cent’anni. C’è il Savurett di Agostino Leuratti, una composta di frutta degno nettare degli dei. Per gradire i liquori fatti a mano da un’incantevole Giorgia Rinaldi che, pur di esserci, sale in tutù e paperine, vini della reggianissima Venturini e Baldini. Un’iniziativa a costo zero destinata a far parlare in Italia. Dove, certo, si sa essere solidali con chi è colpito dal terremoto. Michele Clementel, viene da Crevalcore. E’ presidente della cooperativa sociale Fattoriabilità produce la Vecchia Orsa. Sino a quando ci si è messo di mezzo il sisma. Ma altri birrifici si sono offerti e consentono ai suoi ragazzi di produrre ancora la Birra Vecchia Orsa. E’ servito, su tavolini di legno realizzati dalle maestranze locali di Cerwood – tutto è locale in questa cena illuminata solo dal tramonto -, e racconta la sua storia e, tra i tavoli, anche quella dell’esperienza della Collina dei Cavalli gestita da Alessandra Rossi: questo luogo che si scorge poco più in là sulle colline di Gombio salva i cavalli dal mattatoio. Per questo è cresciuta una rete di amicizie che ha portato sin qui Alberto Sordi, Licia Colò, le principali testate. Giovanna Rossiello del Tg 1, intervista Razzoli: “Queste sono le montagne dove sono nato e dove vivo” spiega dal ciglio dove osano solo scalatori. Tutt’attorno fotografi di agenzie di Bologna e Milano raccontano questa cena dell’impossibile. La propone l’Associazione Trekking Acquatico nel giorno più lungo. Il vento, però, ci mette lo zampino. Arruffa le pelli dei commensali, fa cadere bicchieri e posate, per una volta trema anche Razzoli, per quanto avvezzo ai ghiacciai. Pare ci sia il diavolo di mezzo quando – paura – un commensale alzandosi cade a due passi dall’infinito. Ma la Madonna della Pietra l’opportuna imbragatura delle Guide Alpine La Pietra rendono impossibile solo una cosa, la tragedia. E’ la magia del solstizio. (G.A.)
L’INIZIATIVA
Per un chilo di bontà, solidali in Appennino col Parmigiano Reggiano
Concretamente solidate la cena dell’impossibile lo è con le zone colpite dal sisma. Nel corso della cena a strapiombo è stata presentata l’iniziativa “Perunchilodibontà” che consiste nell’appore un marchio attorno all’incarto delle forme da 1 Kg di Parmigiano Reggiano acquistabili presso i caseifici aderenti: le forme in questione sono vendute a un sovrapprezzo di 1 euro al Kg devoluto ai caseifici Reggiani e Modenesi colpiti dalla sisma. La cena dell’impossibile gode del patrocinio del Comune di Castelnovo ne’ Monti, del Parco nazionale dell’Appennino, della Provincia di Reggio Emilia. Alla sua realizzazione ha collaborato il Banco San Geminiano San Prospero.
Geniale e fantasioso Angelo Falletta, un grazie a te e alla tua splendida famiglia per quello che fate per la nostra montagna, ci vorrebbero tante persone come voi.. .Sono fiera e lusingata di conoscervi personalmente e di frequentare la vostra famiglia… Grazie per tutto quello che fate, per noi, per me.
Vi voglio un mondo di bene.
(Marzia Neroni)
Si sono fatti dare lo scontrino x il pranzo e chi pagato? Spero non noi cittadini, se no mi incazzo.
(Onelio Serpieri)
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NOTA DELLA REDAZIONE: C’è scritto nel pezzo: la cena è stata offerta dai produttori.
In tutta sincerit mi chiedo a chi o a cosa sia servita questa iniziativa.
(Roberto Zappaterra)
Io non credo che ci si debba sempre chiedere “perchè” e comunque, ancora prima che su Redacon, la notizia è apparsa su Repubblica Bologna, e con tanto di foto. Decisamente non mi ricordo di altre cose del genere avvenute sulla Pietra ma a me l’iniziativa è piaciuta. Bella pubblicità per lei e per il nostro territorio. E poi, mica male mangiare lì al tramonto, vento a parte, dove senti tangibile il tepore del sole sulla pelle e l’occhio spazia sull’infinito. Avrei voluto esserci anch’io.
(Commento firmato)
Egr. Commento Firmato
Se un giorno qualcuno non si fosse chiesto il perche’ di qualcosa al giorno d’oggi non avremmo tante risposte in campo medico, scientifico…ecc.
Il mio commento non era ne una critica all’iniziativa ne agli organizzatori, anzi, complimenti per la fantasia, io stesso tempo fa ho mangiato un panino e bevuto un the freddo seduto sull’orlo della Pietra, devo ammettere che e’ stato divertente, non ho visto aquile e poiane e non c’erano ne la televisione ne sciatori o altri vip ma chissenefrega !!
Ho chiesto a chi o cosa e’ servita perche’ se e’ servita a qualcuno per avere visibilita’ ci e’ riuscito, se e’ servita per raccogliere fondi per i terremotati allora perche’ non organizzare una cosa simile invitando dei terremotati o una delegazione di essi, sicuramente gli farebbe bene “staccarsi “ dalle loro macerie per un pomeriggio.
Se si vuole pubblicizzare il Parmigiano Reggiano gliene si potrebbe regalare un pezzo.
Insieme ci potrebbero essere delle persone disabili, magari potrebbero arrivare in cima con i loro quad senza dover aspettare l’elicottero di “ Apri le ali e vola “.
(Zappaterra Roberto)
Non penso, Sig. Zappaterra, che lei abbia fatto una critica, ha espresso il suo punto di vista, ma lasci che gli altri facciano lo stesso.
(Commento firmato)
Lungi da me l’intenzione di tarpare le ali al libero pensiero.
(Roberto Zappaterra)