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L’attore castelnovese Chicco Salimbeni:”Sentivo il bisogno di essere qui, di dare il mio contributo e finalmente ora ho chiaro cosa posso fare”

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L'attore Chicco Salimbeni

L'attore e regista castelnovese Chicco Salimbeni è da sempre impegnato nel sociale, vicino e attento ai bisogni dei più fragili. Una sentita lettera, un pensiero a voce alta, una promessa di esserci concretamente, per fare qualcosa, per ricostruire in un luogo dove in un attimo abbondanza e benessere sono scomparsi, sepolti da macerie, vittime di una terra che continua a tremare. E molti dormono ancora in tenda.

"Sono qua.
Nella mia terra.
Ne avevo bisogno, anche se questo distacco da Roma mi costa un po’, e mi fa sentire in una deriva che sa di dolce e amaro.

Sentivo il bisogno di essere qui, di dare il mio contributo, e finalmente ora ho chiaro cosa posso fare.

Intendo continuare a parlare della ricostruzione, della rinascita, perché ho scoperto ...che per quanto sia già meravigliosamente instradata, è ben lontana dall’essere raggiunta.

Ho scoperto di persona di quanto l’efficienza, la forza, il carattere “coi maroni” della gente d’Emilia, possa “sviare” la comunicazione dei media, e di quanto la notizia di una tragedia come quella dei terremoti del 20 e del 29 maggio possa finire nel dimenticatoio molto in fretta, perché alla vista tutto pare ordinato, senza lamentele, con gente già di nuovo super efficiente.

Ma non è così!

Come ieri 22 giugno Paolo Belli faceva notare durante una conferenza stampa, la gente quando parla con gli emiliani provenienti dalle province colpite dice “ Avete preso una bella paura, eh?” come se tutto fosse ormai alle spalle.

Invece ogni notte ancora la terra trema, quindicimila persone vivono nelle tende e tantissime case sono considerate inagibili, da ristrutturare, da abbattere.
Tanti monumenti dei centri storici sono montagne di mattoni in briciole e polvere, le pareti di molte fabbriche senza tetto sono puntellate dalle benne degli scavatori affinché non si aprano come fiori appassiti, e per strada ci sono abitazioni sezionate, prive della facciata con ancora gli oggetti dentro, i mobili, il vestiario, i canovacci della cucina, gli asciugamani...

In foto queste case fanno un certo effetto, ma vi garantisco che averle davanti è tutta un’altra cosa, perché senti la presenza di chi ci stava, senti la sua intimità domestica violata, vedi l’ultimo attimo della loro vita prima della catastrofe.

Dobbiamo parlarne.
Dobbiamo continuare a sentire la necessità di tenere le nostre mani tese.
Dobbiamo avere sempre quella spinta a sentirci utili, partecipi, attivi, anche se dall’altra parte ci si presenta una situazione così ordinata e organizzata da farci pensare che non c’è più bisogno di noi.

Ho deciso di abbracciare due progetti tra i tanti meravigliosi che stanno prendendo vita, dei quali ho deciso di tenere una web cronaca fino al loro compimento, per consentire a chiunque di rimanere aggiornato e a chi decide di dare il suo contributo economico o materiale, di poter esser sempre partecipe su come procedono i lavori; perché chi mette qualcosa sente che “c’è anche del suo” nella crescita dell’opera, ed è giusto che possa vedere come vanno le cose.

Il primo progetto riguarda la costruzione ex novo di una scuola materna.
Sarà realizzata nel comune di Medolla, ed il progetto è già esistente e praticamente pronto per essere messo in cantiere.
Nella giornata del 22 giugno, in una conferenza stampa svoltasi in una tenda del campo di Medolla, il presidente di Rock no War Giorgio Amadessi, ideatore e responsabile dell’iniziativa e il sindaco del capoluogo Filippo Molinari, hanno firmato l’accordo alla presenza di media e giornalisti, e di fronte ad un testimone e testimonial d’eccezione quale Paolo Belli ( co-fondatore anch’egli della onlus Rock no War ), che con la sua verve è riuscito a portare allegria durante la firma e in finale di conferenza stampa, chiudendo il “capitolo ansia” con una frase che ormai ripete da tempo e che mi piace riportare e divulgare perché si rivolge proprio a “lui” in modo assolutamente emiliano:

“terremoto!... ma va a caghèr!”

Il secondo progetto, è la ricostruzione a Mirandola, della sede della Croce Blu, efficientissima onlus che si occupa di assistenza sanitaria, ma anche di protezione civile a livello locale, regionale e nazionale.
Di questo progetto si è fatta carico la Croce Verde del mio paese ( Castelnovo ne’ Monti ) e assieme al presidente Iacopo Fiorentini siamo stati a visitare la vecchia sede parzialmente crollata e quindi da demolire, ed a parlare sia con il presidente della onlus Luigi Casetta che con il sindaco, Maino Benatti.
Qui ancora il progetto non è definito, perché al momento attuale si sta ancora cercando di capire se sia più conveniente ricostruire nel solito luogo dopo la demolizione, o se trovare un altro spazio e partire immediatamente con una nuova costruzione.

Per il momento, la sede si è trasferita in un container di sei moduli, gentilmente donato dalla Croce Bianca di Bressanone.

Per entrambi i progetti farò interviste e riprese che metterò sui siti di Rock no War www.rocknowar.it e Croce Verde di Castelnovo ne’ Monti www.croceverdevcm.it, nonché su tutti i canali possibili del web affinché possano girare.
Sarà poi installata per ogni progetto una web cam in loco, affinché i lavori si possano seguire in ogni momento on line.
Ogni giorno verrà effettuato poi uno “scatto” affinché a lavori ultimati si possa avere una veloce sequenza dell’opera in costruzione dall’inizio alla fine.

C’è bisogno di tutti, amici.
Inventatevi qualcosa, portate idee o proposte, se non avete soldi.
Conoscete ditte che possano contribuire con materiale?
Metteteci in contatto.
Volete inventare iniziative per la raccolta fondi? Fantastico. Tutto ciò che ci verrà dato sarà accompagnato da una regolare ricevuta, e sarà visibile on line con la massima e dovuta trasparenza.

In virtù di questo, mi viene in mente che a conferenza stampa finita a Medolla, due signori con l’accento toscano hanno fermato il sindaco Molinari dicendo che venivano da un paese di 67 abitanti e che avevano fatto una cena per raccogliere i fondi per i terremotati bisognosi.
In 67 hanno raccolto 2.000€ e li hanno portati lì, in fiducia al sindaco, dentro una busta e corredati dal sorriso buono e semplice della bella gente.
E’ stato bello vedere fuori da qualsiasi formalismo, Filippo abbracciare forte come ci si abbraccia tra amici, quei due signori mai visti.
Tutti e tre sorridevano con una gioia piena di soddisfazione e stupore.
E’ stato il momento più bello che io ricordi di quella giornata ed è quello che a me piace davvero chiamare fratellanza.

Grazie dell’ascolto.
Sono stato lungo, ma mi serviva.
Dopo tanto tacere e osservare, avevo bisogno di dire che ci sono, che non mollo, che non molliamo.

Vi abbraccio e vi saluto con il ritornello di una canzone di Luciano che da un po’ mi ronza per la testa, quasi come colonna sonora di questo tempo.
Mi piace. Racchiude in poche parole, la parte spiccia e concreta di questa gente.
E ve la dedico."

“Quando tocca a te,
quando tocca a te...
Quando tocca a te, tocca a te!”

“E quando tocca a te,
e quando tocca a te, ti devi muovere.
Quando tocca a te,
ti devi muovere!”

(Chicco)

 

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