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E’ ormai trascorso poco meno di un anno da quando, su segnalazione dei consiglieri di minoranza, scoppiò il caso degli ammanchi nelle casse comunali di Vetto e a tutt’oggi non ci è dato di sapere quale sia la vera entità di tali ammanchi. Cosa già di per sé piuttosto anomala e paradossale, per non dire altro e di più, ma questo non è il solo aspetto del “caso Vetto” che lascia perplessi e preoccupati.
In occasione del Consiglio comunale del 30 aprile, la Giunta vettese aveva predisposto un documento privo di qualsiasi cifra sull’ammontare dei debiti fuori bilancio - trincerandosi con intollerabile disinvoltura dietro la classica scusa delle “verifiche in corso” - salvo il venir sonoramente smentita dal revisore dei conti che quantificava il debito pari almeno ai 250.000 euro, a palese comprova che dati e conteggi in proposito erano già in possesso della giunta municipale, che evidentemente voleva mantenerli “segreti” alla faccia della trasparenza.
Anche questa ci sembra una procedura decisamente anomala per un ente pubblico, che dovrebbe essere invece una “casa di vetro”. Oltretutto una bella figuraccia per i nostri governanti locali, che di fatto sono apparsi come inaffidabili se non “reticenti”.
Non riusciamo nemmeno a comprendere perché fino ad ora non si sia mossa alcuna istituzione amministrativa di livello “superiore”. Ci dicono che sia in atto un’indagine della magistratura, per accertare le eventuali responsabilità, ma a noi interessano adesso i risvolti economici della questione, onde conoscere quanto dovrà alla fine “sborsare” la comunità vettese per riparare danni di cui la stessa non porta alcuna colpa e responsabilità. Un altro bel controsenso!!
Nei giorni scorsi un quotidiano locale ha dato grande risalto alla ispezione svolta dalla Guardia di finanza presso l’Unione dei comuni della bassa Val d’Enza - su sollecito della Corte dei Conti - per indagini relative a due utenze telefoniche. Anche per Vetto ci aspettavamo analoghi accertamenti per arrivare a sapere come stanno effettivamente le cose sul piano contabile. Forse controlli del genere ci sono pure stati ma nulla è comunque emerso o trapelato al riguardo e la reale dimensione del “buco” continua ad essere un inspiegabile mistero per noi vettesi.
Intanto, però, ci siamo visti appioppare l’aliquota più alta delle tasse comunali e siamo in attesa di vedere quale piano triennale di “rientro” ci propinerà il sindaco, con la sua maggioranza, per sanare un “buco” che si prevede al di sopra dei 558.544 euro (tra il citato debito fuori bilancio, non inferiore come abbiamo visto ai 250.000 euro, cui vanno aggiunti i 308.544 del disavanzo di amministrazione). Quali saranno i numeri definitivi e quale il nostro carico di imposte??
Ci pare una situazione andata del tutto “fuori controllo”, dove le supposizioni si rincorrono mentre i conti in buona sostanza non sembrano tornare mai e proprio per questo auspicavamo di poter sentire anche la “voce” della Prefettura, nella veste di organo supervisore.
Assistiamo invece ad un generale e sconsolante silenzio, senza offesa per chicchessia, mentre continua a guidare il convoglio “Vetto” lo stesso conducente, cioè il sindaco in carica Sara Garofani, che non ha saputo evitarne il deragliamento - nonostante il tempo per accorgersi del guasto non le sia di certo mancato, visti anche i suoi precedenti ruoli di vicesindaco e di assessore al bilancio - e che si ostina a non voler cedere il passo ad un commissario prefettizio. Ci sembra una colossale anomalia e sconcerta il fatto che non si senta il bisogno di porvi un celere rimedio.
Solo un commissario, in quanto figura tecnica e neutra, fuori dai giochi delle parti, potrebbe infatti far luce e chiarezza sull’accaduto e ristabilire le opportune regole, così da ridare un po’ di fiducia ai cittadini vettesi, molti dei quali si sentono presi in giro ogni giorno di più, tra “anomalie” e “mezze verità” che continuano a restare tali perché nessuno fornisce spiegazioni convincenti.
(Giovanni Ferrari, coordinatore Pdl di Vetto)
Mi sembra di ricordare che in una, recentissima, testimonianza radiofonica Radionova, il Sig. Sindaco di Vetto dichiarava che il Ragioniere aveva fatto degli sbagli, ma che tutto sommato era un gran lavoratore e pertanto aveva diritto ad una promozione con relativo aumento di stipendio. Il Sindaco, molto superficialmente, era convinto che la promozione fosse dovuta. Purtroppo, solo presumibilmente, il Ragioniere era un gran lavoratore, perchè il Sindaco non si è mai accorto che il bravo dipendente non era tale in quanto non lavorava per l’amministrazione, ma molto più proficuamente “operava” in proprio. In altre testimonianze il Sindaco dichiara che, nonostante un forte ammanco tuttora imprecisato, non lascerà debiti ai Vettesi perché sistemerà tutto prima del suo definitivo abbandono di primo cittadino. Il Sindaco non lo dice, ma molto probabilmente riempirà di un bel carico fiscale/tariffe dei servizi, come si fa con il basto dei somari, i suoi concittadini che peraltro l’hanno votato. Visto però che il parere del Sindaco deve essere preso per buono, consiglierei che, con astensione della minoranza, venisse intestata al Ragioniere una piazza o, in subordine, una via importante del Capoluogo Vettese. Una via potrebbe essere intestata anche al Sindaco, in una delle frazioni più lontane dal Capoluogo, ma solo se si dimette prima del termine del suo mandato.
Cordialmente
(C.V.)