La stretta collaborazione tra il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e la Fondazione Reggio Children, oltre a portare sul crinale, in questi giorni, un folto gruppo d’insegnati ed esperti di pedagogia provenienti da quindici Paesi, ed è stata anche l’occasione per un incontro unico e prezioso, quello del professor Jerome Bruner.
Il novantasettenne pioniere dello sviluppo cognitivo - professore emerito presso la New York University School of Law e la New School for Social Reserch e cittadino onorario della città di Reggio Emilia dal 1997 - accompagnato per l’occasione da Iuna Sassi, assessore all’Educazione del Comune di Reggio Emilia, si è intrattenuto con i dirigenti scolastici e gli insegnati delle scuole di montagna, rappresentanti del Centro di coordinamento per la qualificazione scolastica (CCQS).
L’incontro informale, organizzato dal Parco Nazionale presso il punto informazioni ‘Il Ginepro’, sotto la Pietra di Bismantova, non è stato e non voleva essere una lezione magistrale, ma piuttosto un confronto a cuore aperto di esperienze e sensazioni.
Nel pomeriggio il professore ha incontrato gli assessori alla scuola, all’ambiente e alla cultura del Comune di Castelnovo ne’Monti: Mirca Garbini, Filomena Mola e Francesca Correggi. Con loro ha assistito ad alcune performance della manifestazione Reggionarra ne’Monti.
"Incontrare Bruner nel cuore del Parco è stata un'esperienza importantissima - racconta Chiara Torlai, pedagogista del Ccqs - Il professore è per noi un punto di riferimento della nostra formazione socio-costruttivista, teoria a cui si rifaceva Loris Malaguzzi e che ritorna nell'approccio reggiano e che ha segnato profondamente le nostre pratiche educative e il nostro modo di pensare e di agire".
Il professor Bruner, affascinato dalla Pietra ha voluto ricordare Dante e offrire una chiave di lettura sulle sue ultime riflessioni socio-cognitive relative al conflitto. "Il poeta della Divina Commedia nel suo viaggio metaforico e letterario ha analizzato la natura umana. Anche rileggendo i classici come Dante, Eschilo e i miti greci è evidente che il conflitto è la molla da cui scaturisce il cambiamento".