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Ai Chiostri di S. Pietro il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano consegna attestati di “cittadinanza affettiva”

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La cerimonia di consegna

Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, in occasione della Giornata europea dei Parchi, ha stretto intorno a sè tanti nuovi ‘cittadini affettivi’ reggiani chiamati, uno a uno, nella splendida cornice dei Chiostri di San Pietro, nel cuore di Reggio Emilia.

La cerimonia di consegna delle cittadinanze affettive rientra tra gli eventi organizzati dal Parco, in collaborazione con il Comune di Reggio per presentarsi alla città dopo i primi cinque anni di vita. Un’occasione importante per far conoscere le eccellenze del paesaggio e della storia, della geografia e dell'economia, della natura e dei prodotti e sapori di Appennino. Bellezze sorprendenti e valori preziosi poco conosciuti, facilmente e gratuitamente disponibili a pochi chilometri da Porta Castello.

Testimone di questo patrimonio è anche la storia viva e attuale delle relazioni in andata e ritorno tra la città e il suo Appennino; storie di persone che sono al tempo stesso cittadini di Reggio Emilia e affettivamente cittadini dell'Appennino e del Parco. Trenta, tra questi, sono i nuovi Cittadini Affettivi che hanno ricevuto gli attestati dalle mani del presidente Giovanelli, dei membri del Consiglio Direttivo e degli Amministratori dei Comuni reggiani del Parco.

Si tratta di amministratori, come l’assessore Umberto Spadoni e la presidente del Consiglio comunale di Reggio Emilia, Manuela Caselli, professionisti affermati, imprenditori, esponenti del mondo del volontariato e dell’associazionismo; persone conosciute e non che trascorrono i fine settimana nella casa di famiglia in montagna, facendo in molti casi una vita da pendolari tra la pianura, dove lavorano, e la montagna che considerano la vera casa.

Per Busana Antonio Manari; per Collagna Maria Cristina Costa, Lisa Bertolani, Cristina Beretti, Fiorini Alessandra. Per Castelnovo ne’Monti Claudia Nasi, Elisabetta Agostini, Marinella Zannini e Luca Torlai. Per Ramiseto Bertoldi Marilena, Maria Ludovica Cabassi , Daniele Canossini, Ulderico Dolci, Agata Galassi e Lorenzo Notari. Per Ligonchio Lia Galassini, Domenico Primavori, Carlo Dazzi e Annalisa Garbati. Per Villa Minozzo Chiara Manicardi, Claudio Salsi, Daniela Giacopelli. Inoltre: Fulvia Boschi, Gino Vezzani e Rossella Ognibene.

«La provincia di Reggio Emilia è il punto di maggior concentrazione dell’emigrazione delle famiglie originarie dei Comuni del versante emiliano del Parco, che si trasferirono grazie alle grandi possibilità lavorative che lo sviluppo industriale ha offerto in passato – ha spiegato Giovanelli al momento della consegna degli attestati di Cittadinanza Affettiva - Molte di queste persone hanno mantenuto forte il legame con il borgo di origine e per noi questo è un grandissimo patrimonio. Parco nel mondo è nato per dare valore proprio a chi torna in Appennino e mantiene vivi i paesi della montagna, dando un grosso contributo economico, sociale e culturale a un ambiente che ha bisogno di persone e di stimoli per il futuro. Gli attestati che consegniamo hanno un valore simbolico, vogliono essere anche una richiesta: quella di non smettere di tornare e di amare la montagna d’Appennino».

L’iniziativa delle cittadinanze affettive rientra nel progetto strategico “Parco nel mondo” che in questi anni ha contribuito a rinsaldare il senso sano dell’identità e dell’appartenenza ai territori del Parco tra tutti coloro che ne sono originari, ma che vivono altrove, in Italia o all’estero. Il progetto è  gestito dall’Unione dei Comuni della Garfagnana e voluto dalle Regioni Emilia Romagna e Toscana.

 

3 COMMENTS

  1. Signor Presidente, io credo che gli attestati di “cittadini affettivi” dovrebbero essere assegnati a quelle persone che ogni giorno fanno la spola dalla città all’alto crinale e a quei piccoli artigiani e commercianti che hanno avuto il coraggio di investire denaro e competenze in montagna. E’ grazie a loro se nel nostro Appennino esistono tuttora fermenti di vita. Ben venga l’attività di marketing purchè non si trascuri il cuore del problema, cioè lo sviluppo dell’economia del nostro Appennino, ma questa è un’altra storia…

    (Maura Natalini)

  2. Ringrazio per il suggerimento che consente di approfondire, per i lettori di Redacon, la ragion d’essere del progetto Parco nel mondo e dei suoi strumenti. Rivolgersi all’esterno è uno dei compiti che spetta naturalmente a un ente, come il Parco nazionale, che oltre che “locale” è nazionale nel nome e nella missione. La “cittadinanza affettiva” è uno di questi strumenti. Strumento per allargare le comunità e le relazioni dei paesi e dei borghi di Appennino, per fare alleanze tra chi ha resistito sul territorio e chi, anche da fuori o da lontano, può contribuire ad aiutarlo. Non risponde a classifiche o graduatorie di merito. Non ha contenuto”onorario”, ma affettivo, relazionale e aggiuntivo. Le comunità residenti non sono i destinatari di una cittadinanza – che già possiedono a titolo effettivo e pieno – ma vogliamo siano le beneficiarie della crescita di relazioni che il progetto si propone. Per ora stiamo solo costruendo una testimonianza sulle potenzialità positive, attuali e future, del giacimento di risorse umane depositato in un fatto storico, come l’emigrazione, che è stato una perdita gravissima. Per trasformare questa perdita in una risorsa bisogna incoraggiare la tenuta e il rafforzamento dei fili (parentali, amicali, di memoria) che possono legare un po’ di più all’alto Appennino le persone che, per scelta o per necessità, hanno preso qualche distanza. C’è anche nel progetto una valenza culturale seria, che ha un valore in sè, che va oltre il marketing e attiene l’importanza della motivazioni umane nel campo delle scelte economiche. Nell’osservazione proposta colgo un suggerimento: quello di rendere la comunità residenti partecipi attive e protagoniste, oltre quanto già naturalmente accade, di questa ricerca di relazioni. Per ore il coinvolgimento è passato attraverso i sindaci e poco più. Penso che anche l’associazionismo locale potrebbe avere un ruolo più diretto. Il web, specie nella forma dei social networks, offre molte non costose opportunità in proposito. Certo, anche per questo serve un radicamento locale. Il progetto è partito ma non è certo arrivato. Portarlo avanti significa anche discuterne e rinnovarlo continuamente. Speriamo di riuscirci e ben vengano attenzione e discussione. Mi scuso per il linguaggio un po’ formale, ma Parco nel mondo ha anche un impianto formale, condiviso con la Comunità montana – ora Unione – della Garfagnana.

    (Fausto Giovanelli)

  3. Aver ricevuto la cittadinanza affettiva, per me, è stato un onore. Anche dopo 51 anni di emigrazione sono stato ricordato dalla comunità di Castelnovo ne’ Monti. Anche se molti mi avevano già dato per disperso. Solo chi ha provato a vivere all’estero in una lingua straniera e con altre abitudini puo’ capirmi.
    Da 51 anni rientro due o tre volte a Castelnovo per vacanze e continuerò cosi anche in futuro, ora anche come cittadino affettivo. Saluti

    (Giovanni Barbieri)