"La macchina scavatrice potrebbe far pensare male, ma non c'è nuovo cemento in arrivo sul passo del Cerreto - spiega Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano - bensì una trasformazione di un'area da semplice parcheggio auto a luogo di sosta e di conoscenza: l’identificazione del luogo con punto di osservazione, informazione, orientamento e partenza per passeggiate. A lavori terminati il passo Cerreto non sarà più un generico passo di transito ma ‘il luogo indentitario’ del confine tra Europa e Mediterraneo. Confine climatico, paesistico, storico, culturale e persino gastronomico. La porta del Parco nazionale dell'Appennino sarà una nuova carta di identità. Un punto di passaggio, ma anche un punto di arrivo e di partenza. Un luogo da godere e da vivere, oltreché da attraversare da nord a sud, in auto, moto e biciclette, così come a piedi, con scarpe da trekking, con ciaspole, a cavallo, o in mountain bike in direzione est-ovest lungo il grande sentiero Italia".
Carissimo Fausto, secondo l’United Nations Convention on the Law of the Sea, tenutasi a Montego Bay in Giamaica nel 1982 e entrata in vigore definitivamente nel novembre del 1994, il limite tra Europa e Mediterraneo è nel Mediterraneo a 12 miglia dalla costa. Non voglio certo polemizzare ma solo ricordare la realtà delle cose.
Con sincera simpatia.
(mv)
“Iniziano i lavori della porta euromediterranea sul passo del Cerreto”. Nientepopodimeno; chissà perché mi viene in mente la meravigliosa osai di Tozeur in Tunisia, al cui ingresso dalla strada principale occorre transitare sotto un enorme arco. Ci sono stato tre volte in quell’affascinante luogo ed effettivamente le sensazioni che si provano sono davvero particolari. Ad ogni buon conto questo arco per chi proviene da Douz è il segnale inequivocabile dell’ingresso nell’oasi mentre per chi esce è l’avvertimento che dinnanzi ed all’infinito c’è il deserto, il mitico Sahara. Ma attorno a Tozeur vi è pure un grandissimo lago salato le cui esalazioni in estate portano i viaggiatori a vedere miraggi e se un tempo si parlava di carovane nere all’orizzonte oggi quei miraggi possono essere benissimo interpretati come treni all’orizzonte. Quelli, per intenderci, dell’omonima e famosissima canzone cantata da Franco Battiato e Alice con la quale nel 1984 l’Italia partecipò all’Eurofestival raggiungendo il quinto posto. Ah, sì, dicevamo della “porta euromediterranea sul passo del Cerreto” che “…a lavori terminati non sarà più un generico passo di transito ma il luogo identitario del confine tra Europa e Mediterraneo. Confine climatico, paesistico, storico, culturale e persino gastronomico. La porta del Parco nazionale dell’Appennino sarà una nuova carta di identità. Un punto di passaggio, ma anche un punto di arrivo e di partenza. Un luogo da godere e da vivere, oltreché da attraversare da nord a sud, in auto, moto e biciclette, così come a piedi, con scarpe da trekking, con ciaspole, a cavallo, o in mountain bike in direzione est-ovest lungo il grande sentiero Italia”. Manca solo…… il lago salato.
(Paolo Comastri)
Peccato che oltre al lago salato sotto la porta mancherà anche una viabilità degna di questo nome e che possa essere percorsa in sicurezza con qualunque tipo di mezzo. Io quel gran sentiero lo attraverso spesso sia d’estate che d’inverno, sia in moto che in auto. Mio marito è ligure di nascita e il richiamo del mare ci ha reso un po’ nomadi. Io e lui ci definiamo “pensionati” della moto. Prudenti e mai troppo veloci. Interessati più ai panorami e al senso di libertà piuttosto che al brivido della velocità. Ma ormai quel gran sentiero e diventato quasi impossibile da percorrere in sicurezza. E’ pericoloso in auto, figuriamoci in moto o ancora peggio in bici. Le segnaletiche orizzontali (le classiche righe bianche) sono inesistenti (e penso di non sbagliare di molto dicendo che in media 200 giorni all’anno sul Cerreto è presente la nebbia). Le segnaletiche verticali posizionate in prossimità delle buche e degli avvallamenti (li vogliamo contare?) sono arrugginite e ormai invisibili a testimonianza del tempo trascorso in strada. Vogliamo poi parlare dei guard-rail? Ben venga la porta, ma penso che sia i turisti (speriamo molti) sia gli abitanti della montagna che transitano e transiteranno dal gran sentiero si meritino una strada degna di questo nome, finalmente sicura e bella da percorrere.
(c.m.)
Da semplice e comune cittadina, voglio fare un appunto al Signor Fausto Giovanelli, presidente del Parco dell’appennino Tosco-Emiliano. Nella sua introduzione lei parla della porta del parco come di una zona per i turisti che, a piedi, a cavallo, in auto, in moto o in bici si recano in quella zona per godere della natura. Ebbene, Presidente, le ricordo che il turismo è anche quello itinerante, con camper e caravan. La struttura che è presente al passo del Cerreto non è, per costo, sostenibile a tutti noi camperisti. Per questo molti non frequentano quei luoghi(a mio avviso molto belli) e preferiscono fare più km e soggiornare anche per un solo weekend in quei comuni che mettono a disposizione, gratuitamente o pagando cifre minime, aree di sosta o punti sosta più o meno attrezzati. Ne sono un ottimo esempio il passo dell’Abetone, per nominarne uno. Al Cerreto non esiste modo di parcheggiare i nostri mezzi. Da due anni a questa parte il comune di Collagna ha messo divieti su tutto il tratto di strada dal passo al Lago dove ogni anno, nei mesi più caldi, era una consuetudine ritrovarci negli spiazzi di fronte il mercato domenicale. Anche gli ambulanti si sono accorti del grosso calo di vendita da quando non sostiamo più nei paraggi. Perchè, che se ne voglia prender atto o meno, le famiglie di camperisti presenti in zona, oltre che godere della natura, mangiavano nei ristoranti, compravano alimenti nelle varie gastronomie e abbigliamento nei tanti negozietti. Io calcolavo ogni settimana la mia spesa, che era sempre di 80/100€ circa. Perciò, Presidente, immagini 200 camper ogni fine settimana che introito portavano… e si ricordi di riservare qualche spazio di parcheggio anche per noi, poveri turisti itineranti! Grazie.
(Eleonora e Davide)