Festeggiato, venerdì 4 maggio scorso, il decennale dell’apertura dei micronidi dell’Appennino reggiano, in un evento organizzato dalla cooperativa sociale Coopselios con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e della Provincia di Reggio Emilia. I micronidi, nati con la legge 1/2000, grazie alla coprogettazione fra Coopselios e le amministrazioni locali, hanno rappresentato una realtà particolarmente innovativa e di grande rilievo in territori a rischio di abbandono.
"In 10 anni - ha sottolineato Alessandro Govi, sindaco di Busana - i micronidi dell’Unione dei comuni dell’alto Appennino reggiano, hanno accolto oltre 350 bambini, hanno creato 26 posti di lavoro stabili e favorito altre 50 esperienze di collaborazione professionale".
La qualità che si legge in questi numeri deriva dal proficuo dialogo, rimarcato da Paola Canova (dirigente settore scuola della Provincia di Reggio Emilia) fra le pubbliche amministrazioni e il privato sociale; le prime hanno dimostrato una forte volontà politica nel sostenere queste esperienze e il privato sociale ha messo a disposizione le proprie competenze progettuali e la propria capacità di cogliere le specificità culturali e ambientali dell’Appennino e integrarsi in esse.
Lo ha ribadito Nilde Montemerli, sindaco di Carpineti: "Queste realtà piccole ma significative sono state apprezzate al punto da diventare volano per la nascita di esperienze simili in altri territori e continuano a generare grande successo al punto che ogni anno è necessario gestire liste d’attesa per un sovrannumero di richieste".
La giornata di studio ha voluto essere un’occasione non solo per guardare al passato, ma per rivolgersi al futuro, sempre attraverso il filtro dell’innovazione, anche in un momento economicamente difficile sia per le famiglie che per le pubbliche amministrazioni. Oltre a Coopselios, con Sabrina Bonaccini e Lina Borghi (responsabili tecnici del settore infanzia), hanno presentato la loro esperienza altre due cooperative emiliano-romagnole che operano al di fuori della provincia di Reggio Emilia: società Dolce di Bologna (rappresentata da Caterina Segata) e cooperativa Zerocento di Faenza (rappresentata da Annalisa Vignoli), le quali hanno presentato l’esperienza pedagogica dei piccoli gruppi educativi - naturale proseguimento del percorso inaugurato dai micro-nidi - come esperienza sostenibile e di qualità anche in contesti cittadini.
A conclusione, l’intervento di Sandra Benedetti (servizio politiche familiari, infanzia e adolescenza della Regione Emilia-Romagna) che sottolinea quanto il territorio reggiano rappresenti da sempre un ambiente fertile per accogliere e promuovere esperienze di qualità e auspica una sempre più proficua collaborazione fra pubblico e privato alla ricerca di soluzioni che, pur in un contesto di crisi economica, non rinunciano all’innovazione e alla volontà di individuare soluzioni per i bisogni che cambiano.
Mi scuso ma c’e un refuso ed un errore nei dati che abbiamo indicato nella nota stampa: il numero dei bambini che hanno frequentato (350) e delle persone che hanno lavorato nei micronici (26) sono riferiti a tutti i micronidi della montagna gestititi da Coopselios (Viano, Canossa, Baiso, Carpineti e Asta di Villa Minozzo) e non solo ai micronidi dell’Unione dei comuni (Busana e Ramiseto) come erroneamente indicato!
(Sandro Govi)